Thierry Lenain è nato in Francia nel 1959. Insegnante di scuola elementare, si è occupato in particolare di bambini handicappati. Da qualche anno fa lo scrittore a tempo pieno di romanzi per bambini e adolescenti ed è redattore capo di Citrouille, una rivista sulla letteratura giovanile. Autore di oltre 20 libri per ragazzi, ha vinto moltissimi premi. Gestisce anche un blog (“su questo blog, io mi esprimo tanto come uomo quanto come cittadino, e anche come scrittore per ragazzi...”).
Tematiche scottanti quelle trattate dallo scrittore francese nei suoi testi, basti pensare alla droga del Patto col diavolo, e alla delicatissima vicenda narrata in La ragazza del canale, imperneata sul dramma della molestia sessuale. In questo ultimo lavoro, Bisognerà (Lapis, 2005), Lenain raccoglie tutte insieme le brutture di questo mondo, facendone strumenti descrittivi e insieme compositivi della nostra Terra. Il bambino protagonista osserva il mondo da un’isola lontana: i suoi occhi vedono guerre, quindi pensa “Bisognerà cambiarlo”. E così i suoi occhi sorvoleranno oceani, foreste e cieli. “Bisognerà proteggerli”, penserà il bambino. E da quell’isola tranquilla, metafora del ventre materno, raggiungerà la Terra. L’autore e l’illustratore dipingono un mondo fatto di imperfezioni. Le imperfezioni di un mondo nel quale, nonostante tutto, un bambino coraggioso deciderà di nascere, un mondo che l’uomo di domani vorrà, saprà cambiare.
Nell’isola dove si trova, il bambino vede un mondo non certo desiderabile. Lei fa una sintesi degli elementi drammatici che condizionano la vita sulla terra. Ci sono anche cose piacevoli ma, decisamente, sono poche. Poi, inattesa, esplode la decisione finale: un elemento del tutto positivo che lascia commosso il lettore che tutto si aspetta ma non certo questa soluzione. Vorrebbe spiegarci questo (apparente) contrasto?
Da una parte quando uno guarda lo stato del pianeta, viene obiettivamente da domandarsi: “Cosa ci faccio qua?”; da pensare: “Se l’avessi saputo, non sarei venuto…”. D’altra parte gli adolescenti dicono spesso: “Non ho chiesto io di venire al mondo!”
Allora ho avuto voglia di scrivere un album “positivo”, che proponesse l’idea che: 1. sì, siamo proprio noi che nasciamo (non siamo “fatti”) e che 2. forse siamo venuti al mondo per farlo più bello. Penso che noi possiamo dire ai bambini che è questo che attendiamo da loro: che essi partecipino alla costruzione di un mondo migliore… Senza per questo obbligarli perché questo avvenga.
La storia che Lei racconta provoca una profonda emozione. Ma anche le illustrazioni sostengono con esemplare chiarezza il testo narrativo. C’è stato un rapporto fra lei e l’illustratore durante la stesura del testo e delle immagini?
Oggi, per i miei album, io pretendo di essere coinvolto nella scelta dell’illustratore. Perché un album sia riuscito, bisogna che ci sia una consonanza profonda tra l’universo e le emozioni dell’autore e quelle dell’illustratore. Ma in seguito non è obbligatorio che essi lavorino insieme.
Nel caso di questo album, per prima cosa io ho scritto il testo e dal canto suo Olivier ha realizzato le immagini. E sono molto felice del risultato.
(da LiBeR 70)
Interview de Roberto Denti
à Thierry Lenain
D'une part quand on regarde l'état de la planète, il y a objectivement parfois de quoi se demander ce qu'on fait là, de quoi penser: "si j'avais su, je ne serais pas venu...". D'autre part les adolescents disent souvent : "Je n'ai pas demandé à venir au monde, moi !". Alors j'ai eu envie d'écrire un album "positif" qui proposerait l'idée que 1. Oui, c'est bien nous qui naissons (nous ne sommes pas "pondus") et que 2. nous sommes peut-être aussi venu au monde pour le faire plus beau. Par ailleurs je pense que nous pouvons dire aux enfants que c'est aussi ce que nous attendons d'eux, qu'ils participent à construire un monde meilleur... Sans les obliger pour autant à quoi que ce soit.
L'histoire que vouz raccontez declenche une profonde emotion. Mais aussi les illustrations appuyent avec clartè exemplaire le texte. Il y a eu une relation entre vouz et l'illustrateur pendent l'ecriture du texte et des images?
Aujourd'hui, pour mes albums, j'exige d'être associé au choix de l'illustrateur. Pour qu'un album soit réussi, il faut qu'il y ait une résonance profonde entre l'univers et les émotions de l'auteur et ceux de l'illustrateur. Mais ensuite, il n'y a pas obligation qu'ils travaillent ensemble. Dans le cas de cet album, j'ai d'abord écrit le texte, et Olivier a fait les images de son côté.
Et je suis très heureux du résultat.