Il discusso film di Benigni ha un grande merito: può finalmente riscattare la figura del burattino dalla stravolta versione disneyana degli anni ’40. Non facciamoci sfuggire l’occasione giusta per leggere, o rileggere, la versione integrale di un capolavoro intramontabile per grandi e piccini.
I giudizi sul film di Benigni sono piuttosto contrastanti: piace ai bambini, ma gli adulti lo ritengono una versione superficiale del capolavoro di Collodi, che offre infiniti piani di lettura, nessuno dei quali sarebbe stato sfiorato. Confesso di non aver visto il film, quindi non entro nel merito. Quello che comunque sarebbe importante è che il film di Benigni si potesse affermare anche in campo internazionale per rompere, almeno in parte, il monopolio che su Pinocchio ha steso il film (e i conseguenti libri) di Walt Disney.
Nel volume pubblicato dalla Giunti (Pinocchio, il romanzo di C. Collodi illustrato con le immagini del film di Roberto Benigni, p. 307, € 20.00) le illustrazioni hanno un forte risalto, seguendo il testo con assoluta precisione, non indulgono mai a facili soluzioni figurative, valorizzano una storia che non smette di essere attuale. Da notare anche che gli animali del racconto sono rappresentati da persone (il gatto e la volpe, il grillo parlante) senza ricorrere a falsi antropomorfismi. La fata, nelle sue varie trasformazioni, non assume mai l'aspetto dolciastro degli stereotipi tradizionali, ma ha la figura e la faccia di una donna nei diversi aspetti in cui di volta in volta si presenta. Anche nel libro si trovano evidenti tracce, per il paesaggio, della lezione di Roberto Innocenti e per certe atmosfere incantate risulta chiara l'influenza di un certo mondo tipico di Federico Fellini.
Se il film di Benigni riuscisse a imporsi (e quindi anche il libro che ne è la conseguenza), riusciremmo ad avere un Pinocchio più aderente al testo di Collodi. Infatti, purtroppo, nel mondo la figura del celeberrimo burattino è legata allo scempio che ne ha fatto Walt Disney negli anni ‘40 del secolo scorso (incidentalmente si deve ricordare che Pinocchio è stato, per la Disney, il primo personaggio scelto nella tradizione latina anziché in quella anglosassone). Il successo disneyano è dovuto soprattutto al fatto che il libro è derivato dal film che ha permesso l’interazione fra la stampa e i disegni animati del film stesso. Se il film di Benigni avrà successo in tutto il mondo (La vita è bella lo ha consacrato non soltanto con l'Oscar) forse riuscirà a scalzare la figura di Pinocchio che ci ha dato la Disney, stravolgendo le vicende raccontate da Collodi.
In ogni caso il film di Benigni è una buona occasione per ricordare che Pinocchio è un capolavoro ancora attualissimo e che ha un’infinità di piani di lettura. Difficilmente i bambini non vedranno questo film al cinema: è una buona occasione per leggere il libro a voce alta nell'ultima classe della scuola materna e nel primo ciclo della scuola elementare. Ma anche le biblioteche ne possono proporre la lettura (non l'animazione: per questo è più che sufficiente il film di Benigni) integrale o scegliendo le pagine che il lettore adulto sente come particolarmente significative. L'importante è non perdere un’occasione così unica!
Roberto Denti
(da LiBeR 57)