Michael Morpurgo, ill. di Michael Foreman; trad. di B. Masini
Rizzoli, 2008, p. 68
(Romanzi stranieri)
€ 12,00 ; Età: da 10 anni
Già in altri libri per ragazzi Michael Morpurgo ci ha dato prova di sapere indagare il tema dei conflitti con grande passione e partecipazione. Con La domanda su Mozart, un piccolo ed elegante libro illustrato, l’autore ci conduce nel mondo disumano della Shoah. Ma lo fa in modo molto delicato e poetico, presentandoci la drammaticità di quegli eventi attraverso gli occhi di un ragazzino, figlio di sopravvissuti allo sterminio, che nella scoperta del proprio talento per la musica non può fare a meno di compiere un doloroso viaggio a ritroso nel passato dei suoi genitori. È proprio questa la storia raccolta da Lesley McInley, giovane giornalista londinese, arrivata a Venezia per intervistare il grande Paolo Levi, violinista di fama mondiale. Due sole indicazioni ha ricevuto prima di partire: nessuna domanda personale durante l’intervista, e, soprattutto, nessuna domanda su Mozart. Ma è lo stesso Paolo che ritiene sia giunto il momento di raccontare la verità. Nel ripercorrere le tappe della sua iniziazione musicale, ricorda come avesse appreso i primi rudimenti sul ritmo nella bottega da barbiere del padre, che con le sue forbici e il suo pennello improvvisava con estrema abilità una musica nuova per ogni cliente. Il padre era stato infatti un bravissimo violinista, anche se con quel passato aveva chiuso da anni. Sarà Paolo a restituire al padre l’antica passione e il coraggio di rivivere la sua storia. Una storia in cui la musica è sì protagonista, ma non è la musica dei concerti, bensì quella tragica che i suoi genitori, all’epoca giovani musicisti, furono costretti a suonare nei campi di concentramento per placare il terrore dei prigionieri che quotidianamente venivano mandati alle camere a gas. Suonavano per salvarsi la vita, suonavano per sopravvivere, e suonavano soprattutto Mozart. Ricordi e sensi di colpa che avevano portato il padre a ripudiare la musica, che pure gli aveva salvato la vita, ma che restituiscono a Paolo la consapevolezza della sua storia e la capacità di liberare quella stessa musica rimasta imprigionata per tanti anni, consentendogli di diventare un musicista di fama mondiale. Bellissimi gli acquerelli di Michael Foreman, capaci di ricreare l’atmosfera del racconto e gli stati d’animo dei protagonisti, e felice la traduzione di Beatrice Masini, che restituisce in modo intatto poeticità a un racconto tanto drammatico.
Gabriela Zucchini
(da LiBeR 78)