Philippe Labro; trad. di C. Volpi
Sonzogno, 2007, p. 223
€ 16,00 ; Età: dai 14 anni
Questo libro è stato pubblicato in Francia nel 1983 come diario autentico di Stéphanie, ragazza tredicenne. Mentre in Italia non venne tradotto, in Francia fu un grande successo e la pseudo-autrice fu subissata da lettere che testimoniavano come e quanto le ragazze si identificassero nella protagonista.
Nel 2007 il vero autore, Philippe Labro, racconta: “Ho scritto questo romanzo nel 1983 e l’ho fatto pubblicare sotto lo pseudonimo di Stéphanie con la volontà di rispettare un anonimato assoluto e di far credere che questi racconti di stati d’animo e prove della vita di una tredicenne, un essere in trasformazione fra pubertà e adolescenza, fossero autentici, e non il risultato della mia fantasia, delle mie riflessioni. La menzogna è stata organizzata alla perfezione.”
A distanza di tanti anni Cetriolini al cioccolato è ancora un libro validissimo, che non concede niente alla retorica e alla banalità di tanti altri romanzi usciti successivamente sull’argomento.
L’argomento principale della narrazione è quello dei rapporti con mamme e papà che non si occupano della figlia, con complesse conseguenze sul piano psicologico e su quello pratico. Un giorno, partito il padre per New York per apparenti motivi di lavoro (sapremo poi che la ragione del viaggio è quella di lasciare definitivamente la famiglia) Stéphanie rimane casualmente in casa il pomeriggio, invece di andare a scuola. Vede così la madre entrare con uno sconosciuto con il quale, nella sua stanza, ha un rapporto sessuale. La scoperta è drammatica e costituisce il nucleo del romanzo. La reazione della protagonista, che scapperà di casa, è fuori controllo. Il colloquio con la madre è di una violenza inaspettata. La fuga da casa porterà i genitori a un tentativo di riavvicinamento e soprattutto a promettere di occuparsi della figlia.
Altro elemento importante del racconto è l’amicizia di Stéphanie con il fratello di un compagno di scuola, ragazzo condannato a una morte rapida per una malattia muscolare inguaribile. Lei lo chiama l’Altro e lui la invita a non credersi il centro del mondo: “Allora capisci, cara Stéphanie, che le tue storie … non sono sul serio un Dramma Internazionale, guarda a me cosa succede, è una cosa più grave no? Non te la devi prendere così, devi guardare le cose con una certa prospettiva.”
Roberto Denti
(da LiBeR 78)