A cura di Vittorio e Nicolò Pranzini
Roma, Fiordaliso, 2007, 320 p.
Euro 34,00
Il 2007 è stato l’anno del centenario dello scoutismo, celebrato con molte manifestazioni in tutto il mondo, con programmi televisivi, pubblicazioni editoriali ecc. Non poteva passare nel silenzio o inosservato un fenomeno sociale ed educativo che coinvolge circa 40 milioni di giovani, uomini e donne , nel mondo e che è diventato un punto di riferimento non solo nella storia della pedagogia moderna, ma di quella che oggi viene identificata come “educazione alla cittadinanza”. Il Dizionario Scout illustrato, a cura di Vittorio e Nicolò Pranzini per le Edizioni Scout Fiordaliso è uno di questi contributi che meritano attenzione da parte di coloro che, indipendentemente dall’appartenenza all’Associazione, hanno la curiosità di “esplorare” (parola tipica del linguaggio scout) un libro pieno di notizie, di dati, di nomi legati a un mondo di cui si scopre l’eccezionale ricchezza semantica.
Si può parlare di “scientificità” in campo educativo, ma non solo, quando ci si trova di fronte a un metodo la cui applicazione nel tempo e in contesti diversi ne consente la continua validazione (anche attraverso aggiustamenti e correzioni), alla dimostrazione obbiettiva della sua efficacia, a un apparato linguistico e tecnico che lo esprime. Con lo scoutismo ci troviamo di fronte a uno dei pochi esempi di “metodo scientifico” nel campo dell’educazione; parliamo ovviamente di una scientificità pedagogica, che non è assimilabile sul piano epistemologico a quella delle scienze naturalistiche. Sulla base di queste premesse, un “dizionario” si presenta come uno strumento organico che seleziona, ordina e definisce i termini e i concetti che formano il corpus di una determinata scienza o di un particolare campo del sapere o dell’esperienza. In altre parole, la realizzazione di un dizionario è anche un modo per mettere alla prova la consistenza scientifica, culturale, semantica di un determinato ambito, e lo scoutismo regge bene a questa prova, come dimostrano con questo lavoro i Pranzini padre e figlio (lo scoutismo come “vizio di famiglia” dicono di sé nella nota biografica del risvolto di copertina).
Un dizionario non è un libro che si legge dalla prima all’ultima pagina, come un romanzo avvincente; è piuttosto uno strumento di consultazione, rassicurante e a portata di mano, è la più tradizionale forma di database che la nostra cultura ci ha tramandato. Eppure, questo Dizionario Scout ha qualcosa in più: è anche piacevole da sfogliare e da leggere, potremmo dire che è stato realizzato con “stile scout”, quello che tiene insieme il senso del gioco e dell’impegno, il piacere della ricerca (le tracce, gli indizi…) con il messaggio etico che ne pervade l’identità.
Il ricchissimo apparato iconografico di questo dizionario illustrato è un autentico valore aggiunto che fa di questo libro un album di immagini suggestivo e ricco di informazioni, il cui unico limite è di essere costretto in un formato più adatto ai testi che alle figure.
Si scopre così che oltre alle immagini di rito e di documentazione in senso stretto, lo scoutismo annovera degli straordinari repertori iconografici: illustrazioni, fumetti, calendari, figurine ecc. che hanno non solo raccontato e rappresentato la vita e lo spirito scout, ma anche “interpretato” il suo messaggio e la sua identità. Non si tratta qui di un mero bagaglio illustrativo che rende visivamente più gradevole il dizionario, ma di un tratto essenziale della cultura e del metodo scout, la cui icasticità ne è un elemento caratterizzante. Lo stesso Baden Powell corredava i suoi scritti di disegni dal tratto semplice e caricaturale. Nello scoutismo si deve continuamente fare, mostrare e dimostrare: simboli, segni, oggetti, scenette, la stessa uniforme è una visualizzazione dell’essere-scout. La pedagogia scout è tutta animata dal “linguaggio delle cose concrete”, da ritualità e da formalità che sono modi precisi per esprimere significati profondi e senso di appartenenza.
Mi permetto di notare, proprio perché l’offerta illustrativa del dizionario è significativa, la grave assenza di riferimenti cinematografici. I film che danno immagine allo scoutismo sono stati molti: a volte con semplici riferimenti, altre volte facendone oggetto della propria rappresentazione, il cinema ha “usato” lo scoutismo in vari modi su cui sarebbe interessante soffermarsi, cercare e guardare.
Va da sé, che quando ci si trova di fronte a un dizionario su una materia che interessa e sulla quale si pensa di avere qualche competenza, il gioco del lettore è proprio quello di andare alla ricerca di ciò che manca; poiché è naturale che ogni dizionario che si rispetti abbia qualche lacuna, questo potrebbe essere una sorta di “gioco di Kim” per usare la definizione di un tipico dispositivo ludico dei lupetti. Confesso di essermi subito esercitato e divertito in questo gioco, al punto che mi piace pensare che gli autori, scout patentati e dunque esperti di gioco, abbiano di proposito lasciato dei vuoti per provocare intenzionalmente il gioco, senza dirlo. Oltre al cinema, credo di aver trovato un altro buco: fra i contributi italiani alla pedagogia scout, Piero Bertolini occupa uno spazio adeguato; tra l’altro, gioco nel gioco, le sue iniziali richiamano, invertendole, quelle di BP (BiPi è il modo confidenziale con cui si nomina Baden Powell fra gli scout), ma non si fa menzione di Riccardo Massa, senza dubbio uno dei migliori intellettuali della pedagogia italiana recente, cresciuto nello scoutismo e di cui la casa editrice Fiordaliso, la stessa del dizionario, ha pubblicato nel 2001 a cura dello stesso Bertolini, il libro postumo Saggi critici sullo scoutismo.
Terzo sassolino mancante, qui il gioco si fa arduo, è quello relativo alla voce “Castorini”, dove non si cita il libro di Alberto Manzi Grogh, storia di un castoro, pubblicato nel 1950 da Bompiani e poi tradotto in 28 lingue, che è diventato uno dei riferimenti narrativi per l’ambiente fantastico di questa branca rivolta ai bambini e alle bambine da 5 a 7 anni. Per ora sono arrivato qui, ma, come un bravo lupetto, prometto di impegnarmi ancora in questo gioco per raggiungere nuovi risultati…
Ma è la straordinaria ricchezza di termini che lo scoutismo ha coniato, e che hanno segnato la storia e la vita attiva di questo movimento, a costituire uno dei repertori più interessanti del dizionario: da “Agoonee” a “Zampa tenera”, da “Aquile randagie” a “Indaba”, da “Bans” a “Hike” solo per citare alcune parole, che nello scoutismo connotano sempre delle “esperienze”. Questo dizionario riporta dati, tavole sinottiche e documentazioni rigorose sullo scoutismo in Italia e nel mondo, e una ricchezza di informazioni storiche su eventi e personaggi che può apparire sorprendente e farci capire che lo scoutismo è molto di più di quanto normalmente si è soliti pensare. Per esempio, alla lettera C si trova Calipari Nicola e si scopre che è stato nello scoutismo fino all’età di 23 anni, da lupetto a capo clan, e forse non è una sorpresa. Non mancano i riferimenti ai “luoghi comuni” dello scoutismo, a partire dal più famoso di G.B. Show (“Bambini vestiti da cretini guidati da un cretino vestito da bambino”) su cui si potrebbe costruire una ricerca a parte, ma che in fondo sono una prova del successo di questo movimento, un po’ come le barzellette sui Carabinieri…
Idea geniale degli autori, per stuzzicare la curiosità dei lettori: i “Personaggi celebri legati allo scoutismo”, suddivisi per categorie (politici, attori e registi, sportivi ecc.). Qui davvero non si resiste alla tentazione di “andare a vedere chi c’è”; per rimanere in casa nostra, l’avreste mai detto che Pippo Baudo è stato scout? Ma anche Fiorello e Carlo Verdone. A proposito dei politici, la curiosità si colora di appartenenza: destra o sinistra? Il dizionario ci dice che hanno avuto a che fare con lo scoutismo George e Laura Bush, Bill e Hilary Clinton; in Italia, più modestamente, sia Ignazio La Russa, sia Vittorio Agnoletto. Forse è anche questo uno dei motivi del grande successo dello scoutismo.
Roberto Farnè
(da LiBeR 78)