La squadra dei miei sogni
Sergio S. Olguin ; trad. di L. Cortese
Feltrinelli, 2007, 197 p.
€ 12,00; Età: 11-14 anni
Diego Armando Maradona, che in Argentina era “el pibe de oro”, e a Napoli “o re”, è protagonista indiretto perfino di La squadra dei miei sogni.
Ma che c’entra Dieguito con questo libro di Sergio S. Olguin? Intanto l’Argentina: Olguìn come Maradona è nato a Buenos Aires, il suo romanzo è ambientato in parte a Fiorito, uno dei quartieri più poveri della capitale, dove il campione ha mosso i primi passi.
Il clou della vicenda è poi il furto del primo pallone con cui giocò Maradona. Allora un libro solo per sportivi, per appassionati di calcio e neo campioncini del football? No, La squadra dei miei sogni è innanzitutto una storia di formazione, trattata con sorridente e garbatissima scrittura. Ariel ha quattordici anni, va a scuola e nel tempo libero aiuta lo zio in bottega. Strada facendo ci si rende conto che il pallone e Maradona c’entrano sì, ma che molto del sottofondo sportivo è pretesto per disegnare un delicato ritratto di adolescente alle prese col primo amore, con la difficoltà di crescere senza un padre, con il sogno di compiere una grande impresa insieme ai suoi amici: ritrovare il pallone rubato e restituirlo al padre della sua amata. E per raccontare Buenos Aires, con le sue avenida e le bidonville nascoste – nemmeno troppo – appena svolti l’angolo.
Un libro in cui molti adolescenti possono ritrovare le proprie emozioni, ansie e incertezze, ma anche un libro denuncia dello squallore dei quartieri più infami, della povertà, della violenza e della legge del più forte, della corruzione di chi dovrebbe invece proteggerti e difendere l’ordine. Olguìn non usa toni da denuncia sociali, non inveisce, ma guarda e racconta con gli occhi un po’ disincantati di chi con quella realtà si misura tutti i giorni. Buenos Aires è così, non può che essere così. Ma il sapore che rimane a fine lettura non è di sconforto: è il sapore del no che lo zio di Ariel dice ai poliziotti che pretendono una tangente per proteggerlo, è quello del protagonista e dei suoi amici che oltrepassano il limite vietato della bidonville e si confrontano con i Gardelitos che dettano legge; è il sapore del sì a un’amicizia leale, ad accogliere l’emozione dell’amore, a ribellarsi senza usare il megafono, ma muovendosi nella vita e avendo il coraggio di piccoli gesti quotidiani.
Paola Bertolino
(da LiBeR 77)