Antonio Moresco
ill. di Giuliano Della Casa
Einaudi, 2007, 97 p.
(L’Arcipelago)
€ 9,50; Età: da 6 anni
Sono gli adulti che raccontano le storie ai bambini, e le scrivono quando rappresentano qualcosa di nuovo. Raramente, però, ci troviamo di fronte a pagine davvero nuove, diverse da quelle lette in precedenza. È il caso di Antonio Moresco, scrittore affermato per adulti, che ha tirato adesso fuori dal cassetto ciò che raccontava venticinque anni fa alla sua bambina Maria. Come narratore prende il nome di Gelsomino e parla alla figlia mentre al mattino la accompagna a scuola.
C’è un tenue filo conduttore fra i vari capitoli, con un personaggio che qualche volta ricompare ed è la strega Orecchiamolla.
Molte cose nel libro non hanno radice nella consuetudine narrativa. Per esempio, quando Gelsomino risponde a una domanda specifica della Maria: “Di che colore sono i miei occhi?” “Di colore scimmiesco. Cambiano sempre, a seconda dell’emozione che provi” “Per esempio?” “Per esempio quando giochi con l’elastico sono color elastico, quando salti la corda sono un po’ azzurri e un po’ moscerino, quando salti la corda e sbagli sono color cacca di mosca con un puntino giallo e uno buongiorno buonasera, quando ti dai delle arie ma non salti la corda sono color uovo strapazzato con bucce di mosca, quando mangi il gelato tuttigusti sono color tuttigusti, quando salti la corda mangiando il gelato tuttigusti sono color frullato di zanzara ma se, saltando la corda mentre mangi il gelato tuttigusti divori anche il cono allora sono color frullato di pipistrello e se intanto ti gratti la testa sono color proboscide di topo un po’ strapazzata e un po’ no”.
Non c’è spazio in questa recensione per far conoscere al lettore tutti gli altri colori degli occhi della bambina, e mi dispiace perché ho potuto riprodurre soltanto un quarto della lunga descrizione che si dipana in una incredibile serie di sorprese. Tutte le pagine del libro sono divertentissime, con una fantasia sfrenata in equilibrio fra concreta realtà e situazioni surreali. Antonio Moresco sa utilizzare il gioco linguistico in preciso equilibrio con la forza dell’invenzione narrativa, gli argomenti sono i più diversi fra loro e sembra che le vicende non finiscano mai, perché il loro assurdo realismo è accompagnato dal continuo cambiamento del modo con cui viene raccontato.
Un libro da non lasciar perdere, un libro che può aiutare i bambini a entrare in un regno di fantasia che ancora non conoscono. Molto suggestive le illustrazioni ad acquarello di Giuliano Della Casa.
Roberto Denti
(da LiBeR 77)