Lesley M.M. Blume trad. di Elisa Puricelli Guerra; ill. di Sara Not
Piemme, 2007, 315 p.
(Il battello a vapore)
€ 14,90: Età: da 9 anni
Cornelia Street non è solo il nome di una via del Greenwich Village di New York, ma anche quello della bimba timida e taciturna protagonista di questo romanzo. Figlia di una celebre pianista sempre in viaggio per concerti e di un padre lontano e disinteressato a lei, Cornelia trascorre il suo tempo spesso sola, passeggiando per le strade del suo quartiere, leggendo libri e dizionari. Alla musica tanto cara alla madre, Cornelia preferisce le parole delle sue letture, quei vocaboli che diventano ogni giorno più difficili e che sembrano poter colmare le assenze degli affetti e dare un suono al silenzio delle sue giornate.
Un giorno, per caso, Cornelia conosce la sua nuova vicina di casa, Virginia Somerset, una bizzarra e anziana scrittrice che vive in un appartamento pieno di libri, divani, cuscini e quadri. Complice il condiviso amore per le parole, tra le due nasce un’intensa amicizia che soddisferà i bisogni, in un certo senso complementari, di entrambe: Virginia – molto malata e piena di nostalgia verso il passato – racconta e rivive la sua giovinezza avventurosa vissuta in compagnia delle tre sorelle, ora defunte. Dal canto suo Cornelia, cui nessuno ha mai raccontato storie, si lascia stregare dal talento narrativo di Virginia e scopre quanto più belle siano le parole che trasudano vita vera, emozioni e incontri davvero accaduti, rispetto ai freddi vocaboli appresi nei dizionari. Se Virginia tesse le fila e si riappropria della sua vivace esistenza trasmettendola alla giovane amica, quest’ultima comprende invece la sterilità di una cultura disgiunta dalla realtà esperita, sentita, realmente vissuta. Sulla scia di Virginia e delle sue non comuni sorelle, Cornelia accantona libri e razionalismi e si apre al mondo e alle persone, ricercando appassionanti avventure da vivere e poi raccontare.
L’autrice evoca variamente Le mille e una notte, alternando le storie narrate da Virginia alla “cornice” delle vicende personali di Cornelia. Un buon libro, ben strutturato e azzeccato nella sua veste grafica, che ricorda lo stile art déco del Greenwich Village. Peccato che talvolta la prosa della Blume resti in superficie: alcune parti dedicate ai racconti di Virginia non riescono a esprimere quel ritmo e quelle emozioni che ogni amante dell’avventura si aspetta di poter leggere e sentire tra le righe.
Sara Deriu
(da LiBeR 77)