Feltrinelli, 2007, 176 p.
(I Narratori)
Euro 13,00
Al confine tra narrativa e saggistica, Ricardo Piglia propone un avvincente viaggio attraverso la bella letteratura, ricostruendo in modo originale una possibile storia della figura del lettore – sempre appassionata ed estrema – e il suo ruolo chiave nell’evoluzione della letteratura stessa. Le icone di quest’avventura sono molte: Borges con la pagina appiccicata ai debolissimi occhi, Joyce con la lente d’ingrandimento, il Che che legge su un albero nella selva, ma anche Amleto, Lévi-Strauss o poco noti scrittori argentini ottocenteschi dal cuore delle pampas.
Ponendo la domanda “chi è il lettore?” Piglia pensa anzitutto a Borges, ultimo lettore per eccellenza, che ha perso la vista sui libri e ha continuato a leggere senza gli occhi. Anche Kafka e Joyce sono esempi di lettore puro (“estremo, compulsivo, appassionato”), a cui l’autore dedica la prima parte del suo discorso. Piglia passa poi alla figura del lettore immaginario, attraverso il quale sviluppa una storia del genere poliziesco, partendo da Poe fino ad arrivare al thriller contemporaneo. Il gradino successivo è il ponte tra letteratura e politica, illustrato attraverso la vicenda di Che Guevara, “scrittore mancato”, definito anche “scrittore on the road” in parallelo con la beat generation americana. L’analisi della forza sovversiva della letteratura trova un punto di partenza con due lettrici immaginarie, Anna Karenina e Madame Bovary, che cercano nella narrativa un senso da dare alla propria vita e vogliono vivere ciò che leggono. Per poi finire con l’ultimo mito letterario: quello di Robinson Crusoe che legge la Bibbia su un’isola deserta, a cui fa pendant il personaggio che sopravvive in un mondo senza libri e che, grazie alla memoria, è un ultimo lettore
L'autore
Ricardo Piglia (Buenos Aires 1941), attualmente professore di Letteratura sudamericana alla Princeton University, è unanimemente considerato come uno dei più grandi scrittori argentini dei nostri tempi.
In Italia sono stati pubblicati Respirazione artificiale (Sella e Riva 1990), Soldi bruciati (Guanda 2000) con il quale ha vinto il premio Planeta, romanzo poi adattato allo schermo cinematografico da Marcelo Pineyro.
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