"Gli eroi hanno sempre un legame con la loro comunità, con il popolo che poi li celebra con giochi e sacrifici, statue e canti, templi e sepolcri. Per questo l'eroe è spesso bello, per la sua forza e completezza, e buono, per la sua dedizione ad altri": in LiBeR 118 Michele Rak, nel suo articolo "2500 anni di eroi", analizza la figura dell'eroe tra mitologia, storia e leggenda, a partire dall'antichità fino ad arrivare ai giorni nostri, dove "i quasi-eroi troppo prossimi sono cittadini che affrontano pericoli non per loro vantaggio ma per altri cittadini incontrati per caso e in un giorno qualunque nei banali interstizi della vita quotidiana". Un "identikit dell'iper-esistente" è invece il contributo proposto da Stefano Calabrese e Valentina Conti, che approfondiscono dal punto di vista narratologico i tratti più significativi dei supereroi, talmente potenti da inglobare anche gli eventi: essi costituiscono dei programmi narrativi, un insieme di possibilità inscritte in un unico e assoluto protagonista, che esibisce puntualmente una duplice identità, una comune e una extra-comune.