Il catalogo si apre con impressioni, opinioni, punti di vista dei membri della Giuria selezionatrice composta da varie voci: dal regista cinematografico all’art director, una giuria la cui eterogeneità dovrebbe – secondo uno dei suoi membri, Maurizio Nichetti – giovare alla varietà del prodotto selezionato.
Roberto Denti, presidente, ha sottolineato l’importanza dell’immaginario nutrito dall’esperienza visiva fornita dall’illustrazione, determinante per la formazione del pensiero umano. La lettura delle immagini permette la prima capacità concreta di interpretazione della realtà.
Oggi però, sostiene Denti, occorrono proposte nuove che tengano conto del grande cambiamento dell’infanzia, fornita di capacità cognitive e percettive impossibili solo pochi decenni fa.
Sulla necessità del nuovo insiste anche Maurizio Nichetti, per evitare l’allineamento alle richieste di un mercato oggi poco coraggioso.
L’Annual dovrebbe diventare, perciò, il campionario di artisti innovatori “il passo giusto per suscitare curiosità e sollecitare sia un incontro diretto con la committenza sia l’approfondimento della personalità degli artisti”. Nichetti aggiunge che originalità e novità non devono significare una presa di distanza rispetto al mercato, ma provvedere proposte che siano in grado di mediare fra l’ispirazione artistica dell’illustratore e quello che può considerarsi utilizzabile per la pubblicazione, cioè una sintesi tra originalità e realizzabilità.
Emilio Varrà, critico, pone il problema di una committenza carente su diversi piani: dal coraggio che manca all’editoria odierna alla scarsa presenza di art directors. Mette anche in risalto la particolarità del ruolo dell’illustratore che è legato a una committenza e può creare a partire da un testo.
La formula che ne deriva, “essere al sevizio di”, non contempla asservimento bensì una creativa opera di mediazione. Le grandi personalità della nostra tradizione illustrativa, come Rubino e Tofano, intendevano il rapporto con la committenza e il testo come un continuo confronto e scontro.
Mauro Marinari, art director, consiglia all’Associazione illustratori di allargare l’attenzione al mondo dei cartoon e dei fumetti.
Un altro art director, Michele Goettsche lamenta la mancanza di committenti veramente sensibili “che sanno cosa vogliono e cosa chiedere a un artista … e che hanno il potere di vendere l’opera a chi è destinata e a chi deve piacere”.
Un altro art director, Sergio Sartori, ribadisce un criterio di valutazione già accennato da Goettsche con queste parole: “L’unico criterio che ritengo valido per giudicare un’immagine è valutarne l’emozione che suscita dentro di sé. È un sistema molto fragile, vittima possibile di tutte le variabili legate alla soggettività, ma per me più solido delle valutazioni specialistiche”.
Un altro membro di giuria, Adelchi Galloni, illustratore, affianca il suo criterio di valutazione a quello di Sartori: “diffido di quei giurati specializzati: finiscono per fare sempre le stesse scelte rimasticando le soluzioni che hanno sedimentato in anni di professione”.
L’Annual è diviso in sezioni di cui la prima è dedicata a Federico Maggioni: Raffaello Crovi ne traccia il percorso biografico-artistico e ne motiva il ruolo di concept designer. Si sofferma particolarmente su tre tappe, di cui l’Annual riporta suggestive riproduzioni: le illustrazioni per Calvino, De Amicis, Manzoni.
La seconda sezione “Previsioni del tempo” si impegna a presentare un illustratore di talento agli inizi del suo percorso, in questo caso Marianna Fulvi, ventiduenne, già in deciso possesso di uno stile e di un indubbio impegno interpretativo di testi (si veda la tavola per il Peer Gynt di Ibsen).
La terza sezione è dedicata alle illustrazioni per libri in cui ovviamente la maggioranza delle tavole rientra nell’ambito del libro per ragazzi. (Varrà nell’introduzione lamenta che il mercato non offre una produzione di libri illustrati per adulti).
Hanno perciò posto, qui, artisti che hanno già i loro fans e uno stile inconfondibile, adottato dalla committenza dell’edizione per ragazzi, come Giulia Orecchia, Gianni De Conno e Simona Mulazzani.
Segue la sezione “Editoria e Riviste” in cui si affermano Guido Scarabottolo, Laura Bonfigli, Emiliano Ponzi, nomi che ritornano nella sezione successiva, “Pubblicità” come quello di Scarabottolo, artista di una suggestiva poliedricità.
Un settore che va acquistando sempre più ampiezza oggi, in Italia, è quello della sezione istituzionale con la proposta di manifesti che esigono una sottesa e composta profondità di contenuto, come mostrano le tavole di Alessandro Bonaccorsi, Julia Binfield e ancora De Conno.
Le due ultime sezioni, “Promozione personale” e “Inediti”, sono due ambiti di interessante autovalutazione che esprimono la poetica di ogni artista e la sua capacità di comunicazione. Ogni tavola vale come motivato biglietto da visita, come autopresentazione all’insegna della libertà creativa.
Sono 48 gli artisti che propongono tavole non pubblicate e accanto a nomi assai noti come quello di Octavia Monaco, troviamo esponenti del fumetto, interpreti del mondo delle fiabe e anche illustratori che hanno saputo creare una “promessa di testo”.
Se eterogenea risulta la composizione della giuria, eterogenea appare nel suo insieme anche la selezione (tecniche svariate: dal monotipo al computer, con un contenuto narrativo a volte evidente, altre volte assente).
Alla sicurezza quasi generale della capacità tecnica, riconosciuta dalla Giuria, i membri della stessa hanno però affiancato la denuncia di una carente carica innovativa che sappia affrontare i rischi e imporre decisamente una propria poetica.
Carla Poesio
(da LiBeR 76)
Informazioni:
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