Johannella Tafuri
EDT, 2007
(Educazione musicale)
XXII-212 p., e 18,00
Che emozione ascoltare il cd accluso a questo libro! Una bimba di due mesi canta un intervallo di terza maggiore discendente, una di quattro produce un motivo ritmico-melodico in progressione ascendente, un bambino di undici mesi riesce a seguire il ritmo di una filastrocca, una bambina di poco più grande inventa brevi strofe cantate, un altro piccolino canta un motivetto accompagnandosi su una tastiera elettronica. La ricchezza e la varietà degli esempi di produzioni sonore di bimbi dai due mesi ai tre anni è la verifica più convincente ed entusiasmante delle ipotesi intorno a cui ha lavorato l’autrice di questo libro, Johannella Tafuri: che tutti i bambini possano imparare a intonare in un ambiente ricco di stimoli musicali, “con momenti specifici dedicati al canto e all’ascolto, in un’atmosfera familiare di incoraggiamento e apprezzamento”; che in tutti i bambini ci sia una predisposizione, cioè una propensione verso la musica che, opportunamente coltivata, consente loro di sviluppare, prima di bambini non educati, le capacità musicali elementari, cantare, suonare, andare a tempo. E pensare che fino a non molto tempo fa si sentiva continuamente affermare: “intonati si nasce!”
La ricerca, condotta da Johannella Tafuri, docente di pedagogia musicale presso il Conservatorio di Bologna e confluita nel volume Nascere musicali: percorsi per educatori e genitori (EDT, 2007), dimostra, in modo rigoroso e sistematico, gli effetti di un’educazione musicale iniziata precocemente, fin dal primo funzionamento dell’orecchio, intorno alla ventiquattresima settimana di vita intrauterina.
In fondo si tratta dello stesso presupposto su cui si fonda il progetto Nati per leggere, che l’ascolto di testi letti dai genitori o la narrazione di racconti da loro stessi inventati, in un ambiente caldamente affettivo, produce un’evoluzione ricca e precoce del linguaggio e della personalità del bambino.
“La musica contribuisce al libero sviluppo della personalità. La sensibilità musicale e l’espressione musicale aumentano la capacità dell’individuo di conoscere meglio se stesso e il mondo che lo circonda. Fare musica stimola l’individuo a confrontarsi, con creatività e sensibilità, con i frutti della creatività di un altro individuo. Fare musica coltiva la capacità di comunicare con gli altri e prepara alla vita sociale.”
Questi concetti, apparentemente ovvii, sono affermati nella dichiarazione di Weimar, firmata, il 10 ottobre 1999 dall’Assemblea Generale dell’Unione Europea delle scuole di musica; in questo spirito da più parti si lavora, già da qualche anno, per smantellare definitivamente i pregiudizi che ancora aleggiano sul mondo dell’educazione musicale e per renderla accessibile non solo a pochi (e privilegiati) individui, ma a un numero sempre più ampio di persone, a cominciare, naturalmente, dai bambini.
Sono gli stessi concetti e quasi le stesse parole con cui la Tafuri rivolge il suo invito alle mamme in attesa: “Cara mamma, il Progetto inCanto desidera darti la possibilità di offrire un dono al tuo bambino, un tesoro che non si consuma: il dono della musicalità. La musica è fondamentale nella vita di ognuno di noi: ci arricchisce, ci accompagna, ci dà momenti di gioia profonda. La musica è anche un linguaggio che ci permette di comunicare con gli altri in modo diverso rispetto alle parole…”.
La realizzazione e l’applicazione costante e sistematica di questi presupposti potrà evitare di disperdere talenti e consentirà di porre le premesse per un’alfabetizzazione musicale che non miri unicamente a formare musicisti di professione, ma offra a quanti più individui possibile l’opportunità di “crescere musicali”. Tutti nasciamo “musicali”, qualcuno con un po’ di educazione lo rimane.
Paolo Cascio
Rita Valentino Merletti
(da LiBeR 76)