Come è iniziata la sua attività professionale di illustratore?
Sono un illustratore per giovani lettori e soprattutto per i più piccoli: la maggior parte dei miei albi è rivolta a bambini da 0 a 5anni. Illustrare albi per i piccoli mi ha sempre affascinato. Sono convinto che il bambino sia in grado, fin dalla più tenera età, non solo di scoprire le immagini, i colori, ma anche di ascoltare e rispondere alla musicalità delle parole. Dopo due cicli di studi in graphic design e illustrazione presso la Scuola di Arti superiori Saint-Luc di Liegi, in Belgio, sono stato selezionato in un concorso organizzato dalla Fiera del Libro di Bologna e nel concorso "Figure future" della Fiera del Libro di Montreuil, in Seine Saint-Denis. Ho iniziato a lavorare come colorista, pubblicato da Dupuis. L'editoria giovanile, con le pubblicazioni per gli editori Milan, Bayard e Averbodee ha confermato le mie scelte professionali.
L'incontro con Claude K. Dubois mi ha permesso di entrare nel mondo degli albi illustrati per bambini attraverso la porta principale. Ho avuto la possibilità di incontrare Christiane Germain, delle edizioni Pastel-L'Ecole de Loisirs, che ha apprezzato le mie ricerche e mi ha chiesto di pensare a una storia. Poi ho incontrato uno scrittore, che mi ha proposto un testo, e in quel momento sono nati i miei primi personaggi. Il primo libro che ho illustrato si intitola Pas si vite Marguerite e il testo è stato scritto da Nila Palmer.
In seguito ha scritto e illustrato i suoi libri da solo. Come è avvenuto questo passaggio?
La curiosità, l'amore per le immagini e per le storie e l'invito di Christiane Germain a scrivere le mie storie mi hanno dato la spinta per esplorare il mio universo. Il mio primo libro realizzato da solo è stato pubblicato nel 1997 dalle Edizioni Pastel e si intitola Badaboum. Da allora, sono circa venti anni che scrivo e illustro storie per i più piccoli. Odile Josselin, editrice delle edizioni Pastel-L'Ecole de Loisirs dopo Christiane Germain, mi ha dato fiducia e mi ha permesso di evolvere in questo universo. Le ho proposto storie che si avvicinano alla vita quotidiana dei piccoli con umorismo e tenerezza, che sono molto importanti per loro.
I primi album che ho realizzato si collocano in un periodo importante della mia vita, che coincide con l'arrivo dei miei figli. Loro rappresentavano il fulcro delle mie storie e della mia evoluzione. Ho sempre osservato e ascoltato i bambini, e ho disegnato e scritto tantissimo, dando vita a storie che non sono mai andate avanti e riprendendone altre dopo averle lasciate maturare.
(da LiBeR 104)
Sempre da LiBeR 104 un articolo di Jadoul:
Magia di parole e suoni
I piccolissimi si avvicinano ai libri con attenzione, tra suoni che si ripetono, materiali da toccare e storie sorprendenti
di Emile Jadoul
I bambini fin da piccoli sono in grado di seguire una storia e di rispondere alla musicalità di parole e suoni. Li incontro regolarmente in classe, negli asili nido, e ho osservato la loro reazione alla lettura dei miei libri. I piccolissimi non sono immediatamente attratti dall'immagine: sono i suoni e la ripetizione delle situazioni che catturano la loro attenzione. Incontrare i bambini nell'asilo nido, con i loro genitori e con gli educatori, è un'esperienza bella, ma anche curiosa.
Ci si chiede spesso il perché dell’andare a raccontare storie a bambini che riescono a malapena a camminare: in realtà è molto gratificante, perché lasciando semplicemente un libro all’altezza delle loro mani (cioè a terra), vediamo che essi ne sono automaticamente attratti. Lo portano alla bocca, lo girano e lo rigirano, lo lasciano e lo riprendono. Scoprono il libro come oggetto, che è un primo passo essenziale. L'adulto che li accompagna prende il libro e gira le pagine mostrandole al bambino, ed ecco che avviene la magia: il piccolo vede passare davanti a sé immagini, colori, forme. Non possiamo definire cosa, ma qualcosa accade. Aggiungi a questo le parole e i suoni: il bambino così si sente pienamente soddisfatto. Grazie a questi incontri ho scoperto che ogni volta, durante la lettura ad alta voce, nasceva in loro un reale interesse. Il tono della voce, il ritmo, i colori: tutto sembrava attirarli. I piccoli, al contrario di quanto si potrebbe immaginare, non sono solo ascoltatori passivi di storie. Reagiscono, stanno attenti, sorridono alle intonazioni della lettura.
Una parte consistente del mio lavoro è stata dedicata ai libri costruiti con materiali diversi, che hanno un ruolo importante nell’apprendimento del bambino: in essi ogni pagina può essere ruvida, morbida, liscia. Può solleticare, graffiare, pungere. Questi libri riscuotono grande successo, al di là della storia che si racconta: i piccoli lettori sono invitati a toccare il materiale su ogni pagina e per loro, questa, è magia. La realizzazione di un libro del genere non è così semplice come si potrebbe pensare, e infatti quando penso a un libro per i più piccoli, lo immagino per i più grandi. Si parte da un tema, da un'idea, non da un concetto. Non si tratta solo di concentrarsi sui materiali, ma di integrarli in una storia. È importante per me che nel libro ci sia un filo conduttore ben definito. Sarebbe ingenuo pensare che un libro per i bambini molto piccoli possa essere realizzato molto rapidamente dal momento che loro comunque non leggono. Dietro ci deve essere invece una profonda riflessione, un percorso per scoprire cosa raccontare, e molta attenzione a non cadere in un eccesso di smancerie.
Non ho nulla contro i libri illustrati basati solo sull'immagine, e ce ne sono molti davvero interessanti, ma io preferisco concentrarmi su una storia, su un tema tratto dalla vita quotidiana.
Il mio primo libro destinato ai piccolissimi, è stato pubblicato da Casterman e si intitola Chi è là? È basato sia sulle domande, che sul toccare e l'ascoltare, tutti fattori molto importanti nell’infanzia. Su ogni pagina di sinistra è rappresentato un suono, una onomatopea. Su una finestrella, a destra, c'è una domanda: "Chi è là?". Sollevando la finestrella scopriamo un piccolo animale, fatto di un materiale particolare, che lo rappresenta, e alla fine ci accorgiamo che in realtà gli animali sono tutti dei peluche, pronti per andare a letto. I bambini, con l’aiuto dei genitori, solleveranno le alette, proveranno a riconoscere l'animale e toccheranno il materiale al quale corrisponde. Avrei potuto accontentarmi di realizzare un libro che semplicemente invita a riconoscere l'animale: ho voluto invece andare oltre, proponendo una vera e propria storia che emoziona perché contiene sia un piccolo colpo di scena (sorpresa) quando si scopre che gli animali sono peluche, che l'emozione della paura, perché a un certo punto fa la sua comparsa il lupo; il tutto legato alla routine quotidiana del bambino, perché la storia si conclude con l'abbraccio della mamma e parla di gesti che il bambino vive ogni giorno: il cambio del pannolino e l’andare a nanna.
Ho pubblicato diversi titoli in questa collana, basata su materiali associati ogni volta con una domanda e con una storia: É questo?, Chi è quello?, Questa è la mia casa, In acqua, Guili-Guili (“Solletico”).
Un’altra collana nata con le Edizioni Casterman è “À la queue leu, leu” (“In fila indiana”) e propone conte divertenti o semplicemente storie con suoni ridondanti. Uno dei libri di questa collana, La piccola bestia, si basa su un gioco con le dita, ben noto a bambini e genitori. Il bambino segue un animaletto che cammina lungo una montagna e alla fine si scopre che in realtà sta camminando sul muso del lupo. C’è una struttura fissa nella storia, e ci sono tutti gli elementi che stimolano nei bambini la curiosità: ripetizione, effetti sonori, sorpresa. Anche in questa collana ho pubblicato diversi titoli: La mia casa, Dalla finestra, Alla follia.
(Immagine della piccola bestia)
So che nel mondo dell'illustrazione non siamo in molti a voler aver a che fare con i bambini piccoli. Io non ho mai avuto problemi da questo punto di vista: i bambini rappresentano per me un vero e proprio pubblico, con caratteristiche identiche a un pubblico di adulti.
I piccolissimi non fanno domande, ma il loro atteggiamento, i loro gesti sono reazioni che ci dicono molto su ciò che a loro piace oppure no.
Uno dei miei ultimi libri usciti per le edizioni Pastel è Le mani di papà. È rivolto a tutti i papà (ho voluto renderli protagonisti), ma anche ai bambini stessi, poiché ogni bambino è interessato a sapere come è venuto al mondo, quali emozioni ha suscitato l’annuncio della sua venuta, e anche quando vive l'arrivo di un nuovo bebè osserva con attenzione come il papà lo guida dolcemente verso l'autonomia.
Inizialmente, questo libro non doveva avere il testo, ma solo una serie di immagini. Dopo averne discusso con il mio editore, abbiamo immaginato alcune onomatopee per dargli un ritmo. Sono onomatopee che ricordano i primi cinguettii dei bambini, piccoli rumori che stimolano in loro una reazione.
Ho avuto molti riscontri positivi leggendo il libro ad alta voce con i bambini negli asili.
(Immagine tratta da Le mani di papà)
Ho in preparazione un libro per le edizioni Pastel (l’uscita è prevista per ottobre 2014e sarà pubblicato in Italia da Babalibri) che racconta dubbi, incertezze e preoccupazioni di un futuro papà orso. Che tipo di padre sarà? Le immagini mostrano che il papà orso sarà "un papà-capanna per dare riparo al suo piccolo orso", "un papà-isola per far riposare il suo orsetto" o ancora un "papà-aereo perché il suo orsetto possa andare alla scoperta del mondo". Immagini che il piccolo apprezzerà, perché si riconoscerà in situazioni così familiari.
(Immagini del papà-isola)
Dopo numerosi incontri con i piccoli e i loro genitori, sono arrivato alla conclusione che il libro può avere un ruolo molto significativo nella vita del bambino. Alcuni genitori mi hanno raccontato che il loro bambino ha camminato per ore con lo stesso libro sotto il braccio, oppure che non lo ha mai lasciato, talvolta dormendoci insieme come si fa con una coperta.
Quando i miei figli erano piccoli, fin dai primi mesi abbiamo mostrato e donato loro libri, in plastica per fare il bagno, in stoffa... Lasciavamo che li includessero nello spazio dei giochi. Abbiamo continuato per molto tempo a leggere insieme a loro, giocando con intonazioni, onomatopee, rumori. Non so se li abbiamo resi lettori forti, o se i genitori che leggono storie ai bambini ne faranno dei divoratori di storie, ma mi sembra importante continuare a mettere libri nelle mani dei bebè. Ho scelto di lavorare per i bambini piccoli perché sono spettatori senza filtri. Ascoltano le storie, guardano le immagini, reagiscono con grande rapidità.
Se gli piace, lo dicono, o manifestano il loro interesse. Se non gli piace, lo dicono altrettanto velocemente. Questo è ciò che mi è sempre piaciuto di loro: l’approccio diretto, le reazioni molto spontanee e così autentiche. Con un pubblico più adulto, c'è meno schiettezza. Difendo sempre l'importanza della lettura e delle immagini per un bambino e mi rifiuto di credere che lui non vi trovi alcun interesse.
Continuo a pensare e a scrivere libri per l'infanzia. Libri che mi auguro li faranno reagire e ridere ancora, e ancora. Continuo a incontrare bambini e a raccontare loro le mie storie ad alta voce, e anche a mostrare ai professionisti del mondo dell'infanzia l'importanza del libro per i piccoli, anche se sono consapevole che nella maggior parte delle strutture rivolte a loro i libri sono presenti. È importante nutrire i bambini con buone storie e belle immagini, li aiuterà a crescere. Ne sono profondamente convinto.
(da LiBeR 104)