Francesco Carofiglio, autore del romanzo Jonas e il Mondo Nero (Piemme) ha avuto modo di scoprire nuove e inaspettate chiavi narrative grazie ai luoghi della storia che stava scrivendo. Ce ne parla in questa intervista raccolta da Federica Velonà.
Il dodicenne Jonas, protagonista di Jonas e il Mondo Nero di Francesco Carofiglio, edito da Piemme, ha la sensazione che la sua vita si sia ristretta: la madre è stata licenziata e anche il lavoro del padre è in bilico, a cena non si parla di nulla, le partite di calcio in cui lui è sempre in panchina sono un incubo e a scuola non è popolare. È come se le persone intorno a lui si stessero spegnendo un poco alla volta, solo le amiche Molly e Nina gli stanno vicino. Poi a Jonas capita un’incredibile avventura: grazie all’aiuto della misteriosa Virginia Melampo Bloom, il ragazzo scopre di essere il prescelto per contrastare il Mondo Nero, ed evitare che questo ingoi il Mondo Bianco. Un fantasy di grande attualità che parla della necessità di avere fiducia negli altri e di vincere le proprie paure. Con un occhio ad Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Caroll e uno a It di Stephen King e una grande attenzione agli spazi creati dall'immaginazione.
Partiamo dal protagonista e dal suo disagio.
Questa è la storia di un dodicenne atipico, il cui mondo sembra progressivamente restringersi e chiudersi all’esterno. Jonas vede cose e persone che altri non vedono, è spesso solo, passa le sue giornate a leggere, è un collezionista di insetti, e tutto questo, di fatto, non lo rende molto popolare, non favorisce la socialità. Però non c’è solo questo. Sta succedendo davvero qualcosa intorno a lui, il mondo sta cambiando senza che nessuno ne abbia reale percezione, il mondo è minacciato. Jonas comincia ad avvertirlo e lentamente ne prende coscienza. Imprevedibilmente, gli toccherà assumersi responsabilità più grandi di lui. Jonas dovrà fare delle scelte.
In quest’avventura Jonas è circondato da personaggi femminili tra cui spiccano tre ragazze. Può dirci qualcosa su di loro?
Jonas ha intorno un universo femminile variegato. Madre, sorella, zia, professoressa, e tre ragazzine della sua età che in modo diverso gli sono vicine. Molly, buffa e un po’ goffa, sua compagna di scuola, da sempre innamorata di lui, non ricambiata. Nina, di cui forse Jonas, sì, è segretamente innamorato, è cieca, e dotata di una straordinaria sensibilità. È la migliore amica del ragazzo. E infine Virginia Melampo Bloom, detta Melampo, una ragazza misteriosa, che compare dal nulla, a un certo punto della storia. Nel susseguirsi degli eventi, Melampo avrà un ruolo centrale nel viaggio di formazione di Jonas.
Che cosa significa per il protagonista essere il prescelto e dover sconfiggere questo mondo nero?
Jonas ha dodici anni, non è pronto a prendersi delle responsabilità da adulto, come è naturale che sia. Sta attraversando la soglia che divide l’infanzia dall’adolescenza, e la scoperta del Mondo Nero determinerà un’accelerazione improvvisa. Quello che accadrà sposterà una volta per tutte l’asse di un quotidiano, uguale a quello di tanti altri ragazzi, verso una dimensione inimmaginabile. Jonas scoprirà di avere un ruolo e un potere, non sapendo come gestire entrambi. Melampo lo aiuterà a capire, ma forse questo non basterà.
Il suo libro si svolge in un tempo imprecisato, ma coglie del nostro presente l’opacità, la tristezza, la diffidenza nei confronti degli altri. Quanto si è ispirato all’oggi?
Probabilmente la storia parla proprio di questo: come reagire alla tristezza. La tristezza che si diffonde come un morbo, secondo l’assunto dell’avventura fantastica, è la conseguenza dell’avvento del Mondo Nero. Questo accade, inizialmente, senza clamorose esibizioni di potenza, ma attraverso l’insinuarsi subdolo nelle vite quotidiane delle persone, come la propagazione di un gas venefico. Le persone intorno a Jonas sembrano arrendersi lentamente alla vita, sua madre, suo padre, Tommy il suo migliore amico. Non so se questo può avere anche a che fare con quanto si avverte intorno, oggi, con la perdita di fiducia e di prospettiva da parte di molti ragazzi. Quello che è certo è che la rinuncia al sogno, in un quotidiano senza prospettive, è un pericolo insidioso da contrastare con forza.
Nel libro c’è una camera da letto che è il rifugio del protagonista, c’è una scuola che era un ospedale e in genere c’è una grande attenzione agli spazi. Quanto è importante la dimensione spaziale in questo libro?
In questo romanzo la dimensione spaziale è fondamentale. In generale il luogo in cui è ospitata la storia ha per me un peso centrale, nello sviluppo narrativo. In questo caso il luogo, i luoghi, le dimensioni parallele, diventano le scatole cinesi di un gioco di immaginazione e di coraggio. Per me correre in questi territori è stato un piccolo dono del caso, e mi ha aperto porte inaspettate. Ho scoperto grazie ai luoghi della storia chiavi narrative impreviste, quasi che fossero gli stessi luoghi a indicarmi una strada.
Come nasce l’idea della scuola che era un ex ospedale psichiatrico?
La scuola frequentata da Jonas è ospitata in un vecchio edificio che un tempo era un ospedale psichiatrico. I muri respirano la sofferenza antica delle persone che ci hanno vissuto, rinchiuse, isolate dal mondo. Questo è uno dei casi, come dicevo prima, in cui il luogo ha portato a delle soluzioni narrative nuove. Ho scoperto che poteva esserci, dentro questo istituto, una chiave, qualcosa che avrebbe consentito a Jonas di capire. Ma per capire, bisognava entrarci. Quindi spostare l’asse temporale. Alla fine questa storia si muove orizzontalmente e verticalmente nello spazio e nel tempo, avere a disposizione questa stanza dei giochi è stato entusiasmante.
Come ha affrontato il tema dell’attraversamento tra mondi?
L’esistenza di un mondo parallelo mi attira molto, sia dal punto di vista della narrazione, sia per quello che riguarda il viaggio, l’avventura. Mi ha offerto l’opportunità di dilatare gli spazi, plasticamente, e spostare i confini. Non si può barare, però, se inventi un mondo parallelo. Quel mondo deve avere delle regole riconoscibili e bisogna rispettarle. Jonas dovrà studiare, mettersi alla prova, acquisire nozioni e pratiche nuove per essere in grado di attraversare i mondi. Tutto richiede studio, anche nelle avventure fantastiche. Diceva Buzzati che scrivere per ragazzi è come scrivere per adulti, solo più difficile. Credo sia proprio così.
(da LiBeR 120)