Quando leggiamo un libro cartaceo entriamo in relazione, oltre che con il suo contenuto, anche con la sua dimensione fisica e materiale: i gesti che facciamo abitualmente per aprirlo, sfogliarlo, ma anche per sceglierlo dallo scaffale e proporlo agli altri lettori, ci appaiono talvolta talmente trasparenti da essere praticamente invisibili. È possibile opacizzare questa trasparenza ed entrare pienamente dentro al libro come oggetto? E quali sono ad oggi le funzioni specifiche del libro di carta, in particolar modo se guardiamo alla prima infanzia? Consapevoli che nell’interazione di tutti gli elementi che costituiscono il libro, compresa la sua forma fisica, risiedono le ragioni principali per le quali il libro stesso funziona abbiamo raccolto in LiBeR 142 una serie di riflessioni e anche di veri e propri “esercizi” per soffermarci sull’esplorazione di un formato, quello cartaceo, al quale ci sentiamo ancora molto legati. Come bibliotecari, infatti, abbiamo in questi mesi letteralmente toccato con mano quanto i libri di carta possano essere fragili ma anche preziosi e insostituibili, all’indomani dell’alluvione che ha colpito pesantemente la Biblioteca Tiziano Terzani e la redazione di LiBeR, danneggiando molti volumi e costringendoci a scegliere quali libri “salvare” e perché.
Contributi di Beniamino Sidoti, Emanuela Bussolati, Luigi Paladin, Angela Catrani, Anna Peiretti, Paolo Canton, Anna Martinucci, Isabel Minhos Martins, Alessandro Sidoti, Federica Petti, Sandra Gesualdi, Felicita Festini Cromer, Giulia Romualdi. Immancabile l’intervista di Giulia Mirandola a Loredana Farina. In questo numero le illustrazioni sono realizzate dagli allievi di Mimaster Illustrazione Milano, che ringraziamo per il prezioso contributo.