Dal dolce disordine della casa del nonno alla stazione di una città dove i treni partono e arrivano spaccando il secondo: puntualità e ordine si annunciano subito evitando le “trappole” dell'umana tolleranza anche nei confronti dei piccoli. In questo caso, il piccolo è Nelson ed è lui a farne le spese. Depositato come pacco postale sul marciapiede di quella stazione, il bambinetto abbandonato vuole cercare la sua mamma, senza sapere come fare a raggiungerla. Contravvenendo alle regole che gli sono state inculcate, Nelson abbandona la sua postazione e segue il sentiero indicato da una dolcissima melodia, così giungendo al cospetto di una tigre parlante. La grande coppia del piccolo libro trova in questo modo la sua composizione e parte per l’ignoto con l’intenzione di giungere alla meta di Nelson: la sua casa e la mamma. Lungo la strada , molti gli inciampi e gli incontri decisivi che diventeranno le tappe della formazione del piccolo Nelson, accompagnato dal suo Virgilio, la straordinaria tigre Zanda, dagli inferi al paradiso. Una ragazzina arruffata e diffidente, un teatrante raggiunto sul suo palcoscenico, un simpatico venditore di salsicce, un secondino che non vuole prigionieri, ma anche pericolose megere – che sembrano uscite dal ricco catalogo di Roald Dahl – e cittadini benpensanti e infidi complottisti, che mirano alla presa del potere della città, per instaurare un regime dispotico e decretare la fine di ogni libertà personale. Ogni personaggio in Nelson Zampaditigre ha la sua caratterizzazione non solo nel ruolo che svolge ma addirittura impresso nel nome (nomi calzanti e bizzarri), e definitivamente codificato nelle fisionomie che sporgono dalle pagine nei disegni dell'autrice. Ironico e implacabile, grottesco e ricco di humour emerge convinto il messaggio di giustizia e libertà, promesso dal racconto, che a poco a poco sciorina la portata del suo disegno, in un libro che vibra d'innocenza e tenerezza, di avventurosa ricerca del riscatto dei deboli e di indignazione per i soprusi dei potenti, richiamando a suo favore l’eco di felici pagine e di grandi autori.
Rosella Picech (da LiBeR 138)
Nelson Zampaditigre
Lena Frölander-Ulf;
trad. di G. Barbiani
Feltrinelli, 2023, 288 p.
(Feltrinelli kids)
€ 15,00 ; Età: da 7 anni
Dopo Il saggio mondo delle formiche, Il tuo pianeta ha bisogno di te!, Datemi un po’ di… spazio, arriva in Italia La meravigliosa forza dell’acqua di Philip Bunting, autore e illustratore inglese residente in Australia. Anche questa riuscita proposta editoriale nasce nel segno caratteristico delle altre pubblicazioni di Bunting: l’immediatezza, la semplicità e anche l’ironia con le quali l’autore e illustratore riesce a comunicare sia gli elementi “in senso ampio” del mondo naturale, dalle formiche agli alberi, sia i fenomeni culturali, si pensi al libro sui rifiuti. L’acqua è dappertutto, si legge nella prima pagina dell’album. E sotto l’immagine gigante di una balenottera azzurra appaiono in sequenza una patata, fatta all’80% di acqua, i batteri che ne contengono circa il 75% e l’album che ci accingiamo a leggere che, come afferma l’autore, contiene fino al 10% di acqua. L’acqua non ha odore, né sapore e nemmeno colore; può sembrare tranquilla, ma ha la forza di plasmare il mondo. Per questo l’autore invita il lettore ad analizzarla, a partire dalle sue molecole, fino ad arrivare ai tre stati, liquido, solido e gassoso nei quali la si può trovare. Dalla descrizione morfologica lo sguardo si allarga verso oggetti di maggior dimensione, i pianeti del sistema solare, quelli che contengono questo elemento prezioso, come Marte, che ai poli ha acqua ghiacciata. Un punto di vista inusuale, quello di ampliare l’orizzonte, che serve all’autore a interrogarsi sulla presenza dell’acqua sulla Terra: la risposta è affidata alle immagini che mostrano sia una nube di polveri sia le comete; non solo, le molecole d’acqua una volta atterrate circolano sul nostro pianeta da miliardi di anni. L’acqua è la base della nostra esistenza, si trova negli organi vitali dell’uomo, si trova ovunque e ogni forma di vita sulla Terra è collegata alle altre grazie all’acqua. L’album, pagina dopo pagina, tocca le caratteristiche principali dell’oro blu. Aspetti che è bene conoscere, avere chiari sin dalla prima infanzia, soprattutto in questo momento storico nel quale, a causa della siccità, ci troviamo a dover ripensare all’importanza e all’uso delle risorse idriche nelle attività fondamentali nella vita dell’uomo.
Francesca Brunetti (da LiBeR 138)
La meravigliosa forza dell'acqua
Philip Bunting;
trad. di F. G. La Rosa
Nomos, 2023, 32 p.
€ 16,90 ; Età: da 5 anni
Albo quadrato di formato contenuto, Io so vestirmi da sola presenta una palette elegante, materica e opaca, un interno casa, un corpo di bambina dal volto appena accennato e accanto a lei, un armadio a sua misura, un cagnolino, una finestra, una sedia, un tavolino e un fiore. Nell’armadio, indumenti tutti bianchi, essenziali. La bambina, dapprima nuda, man mano li indossa, va a tentativi e gioca con le possibilità. La poetica è quella dello sguardo attento e rispettoso per l’infanzia autentica, dell’amore per ogni dettaglio e gesto: un omaggio alla cultura vestimentaria e alla sua importanza pedagogica nel quotidiano. Le pagine di destra si aprono e si estendono. Il cagnolino è testimone di un gioco che delizierà i lettori: ogni indumento, al di là delle consuetudini, potrebbe essere reinventato e indossato in modo diverso. Il gioco sta nell’infrangere, o rispecchiare, le aspettative – e i non detti – di chi legge. Anche se qui la ricerca della bambina è proprio quella della collocazione giusta, perché la precisione e l’esattezza nell’infanzia sono una grande conquista. Appropriarsi di routine e cura del corpo e del tempo quotidiani richiede un processo di apprendimento e pratica: agli adulti, la qualità pedagogica di lasciare che i bambini sperimentino direttamente, per apprendere in autonomia in un tempo quieto senza sguardi adulti, il tempo del gioco e del dubbio, che Elena Odriozola restituisce in queste pagine. Artista spagnola dell’illustrazione, già premiata con il Grand Prix della Biennale di Illustrazione di Bratislava, nel piccolo libro edito da Lupoguido condensa e valorizza l’esperienza concreta dei bambini durante la vestizione, la straordinarietà delle competenze infantili, e il dialogo interiore con cui ogni bambino piccolo conferisce valore ad ogni istante con domande, ipotesi, nomenclature e visioni trasversali. Un invito poetico e lieto a far caso alla grazia infantile dei gesti quotidiani, al rispetto dei tempi, degli spazi e dei mondi bambini. Una restituzione di dignità, per i lettori bambini, a ogni gesto semplice con cui sperimentano ogni giorno gli usi diversi delle cose, la pazienza e la serietà con cui prendono in considerazione ogni compito del reale, ogni lavoro, ogni impegno richiesto e profuso nel crescere.
Marcella Terrusi (da LiBeR 138)
Io so vestirmi da sola
Elena Odriozola
LupoGuido, 2023, 20 p.
€ 12,00 ; Età: da 2 anni
Anne Fine è una delle più note autrici inglesi: i suoi libri, pubblicati in molti paesi, sono spesso diventati film (la trasposizione più celebre è quella di Mrs Doubtfire), eppure negli ultimi anni, in Italia, del suo lavoro non si è parlato abbastanza. Fine è un’autrice capace di passare dal registro comico di riuscitissime storie per i più piccoli a commedie agrodolci, spesso centrate sulle relazioni familiari, che caratterizzano tanti suoi romanzi sia per ragazzi che per adulti. Torna adesso nelle librerie italiane con un nuovo romanzo edito da Il Castoro, intitolato Tutte le sfumature di Scarlet (2022), e con Le inquietanti storie di Weird Street per Biancoenero. Quest’ultimo è un libro in cui ritroviamo le caratteristiche che sono il punto di forza del catalogo di questa casa editrice: libri ad alta leggibilità, brevi, con storie non banali, capaci di trattare i lettori “da grandi” anche se non sono lettori allenati. In questo libro c’è una storia contenitore minimalista, ma efficace: tre ragazzini siedono a chiacchierare al freddo, su un muretto della strada in cui abitano, una strada dove capitano con insolita frequenza fatti strani, razionalmente inspiegabili. Loro stessi scherzano sul loro indirizzo: non Weir Street, con riferimento alla diga sul piccolo fiume che le scorre accanto, ma Weird Street, cioè la via “strana”. Questo basta, è subito il tempo di raccontare. Prendendo la parola uno per volta Tom, Asim e Laila raccontano storie straordinarie e inquietanti accadute ai loro vicini. La signora Harper, che si sta trasferendo in una nuova magnifica casa dopo aver ritrovato un vero e proprio tesoro in giardino grazie a un insolito sogno; la casa infestata al numero 17; fantasmi che tornano dal passato di famiglia: elementi classici del fantastico perturbante, riscritti con maestria. Anne Fine si dimostra una scrittrice capace così di conquistare al racconto persino i lettori più restii, legandoli alla pagina con il filo del brivido.
Alice Bigli (da LiBeR 138)
Le inquietanti storie di Weird Street
Anne Fine,
ill. di Luca Scandurra;
trad. di F. Piperno
Biancoenero, 2023, 64 p.
(Zoom)
€ 9,00 ; Età: da 8 anni
Alcune copertine hanno il potere di condensare in una sintesi felice l’intero oggetto del libro, altre lasciano che il lettore scopra i diversi piani e le diramazioni della storia. Quest’ultimo è il caso di Hikikomori, titolo scritto in copertina con i tratti tipici della calligrafia giapponese, su cui spicca il cerchio rosso del Sol Levante. Hikikomori indica chi si è ritirato dal mondo, vive recluso in un universo virtuale e ha bandito tutti i contatti fisici tranne i pochissimi che servono a sopravvivere. Il perimetro della vita diventa la stanza da letto, il buio della notte, le relazioni online. Spesso al di là di quella stanza-gabbia ci sono genitori impotenti, incapaci di comprendere le ragioni di un improvviso e apparentemente irriducibile isolamento. Si tratta di una vera e propria sindrome che colpisce soprattutto i giovanissimi e i giovani, tra i 14 e i 30 anni, più ragazzi che ragazze, e che in Italia coinvolge (ma ogni statistica è difficile da verificare) oltre cinquantamila individui. Luca, il protagonista del romanzo di Fabrizio Silei e della giovane esperta di Giappone Ariela Rizzi, è uno di loro: preferisce vivere online e nello spazio virtuale conosce la giovanissima nipponica Yukiko con cui intreccia un fitto dialogo che diventa presto scambio d’amore, ma anche confessione di malesseri adolescenziali. Spesso, come nel caso dei due protagonisti, a far esplodere il disagio sono atti di bullismo subiti attorno a cui si addensano altre difficoltà a capire il mondo degli adulti. Sarà l’amore a far evadere il protagonista dai muri della sua prigionia, avventurandosi fino a Tokyo, in un viaggio che è anche un percorso di rinascita. Il romanzo si sviluppa lungo un doppio binario, dove la vita di Yukiko ci viene in gran parte raccontata attraverso le pagine del suo diario, che hanno il merito di regalarci anche un tuffo nella cultura e nei riti sociali del Giappone. È un romanzo fitto di colpi di scena che felicemente fa evadere il “Luca Hikikomori” dalla sua stanza riportando lui e il lettore nel vivo delle cose reali, dei sentimenti, dei desideri e che ci dona una certezza: l’amore è sempre, anche nelle situazioni apparentemente più disperate, la forza che muove il mondo. E, che alla fine, ci salva.
Vichi De Marchi (da LiBeR 138)
Hikikomori
Ariela Rizzi, Fabrizio Silei,
ill. di Elisabetta Stoinich
Einaudi Ragazzi, 2023, 348 p.
€ 15,50 ; Età: da 12 anni
Come in tante storie sull’Olocausto, caso emblematico Il Diario di Anna Frank, la relazione libro-lettore è inversa: sappiamo il finale, assistiamo impotenti, dolenti, allo svolgersi degli eventi attraverso le pagine, consapevoli che anche questo vuol dire essere testimoni perché nulla venga mai dimenticato. I due autori, attraverso un magistrale lavoro di equilibrio fra testo e illustrazione, fra dramma storico e poesia dell’immaginario, riescono ad andare oltre il reale trovando un’alternativa di dignità e riscatto per quel milione e mezzo di minorenni morti nella Shoah. Protagonisti due bambini: uno shegetz, non ebreo, ed Henio Zytomirski, 9 anni, esistito realmente, finito nelle camere a gas a Madjanek e simbolo del ghetto di Lublino. Henio è un solitario, ma un giorno vuol condividere con l’altro ragazzino un hazùi, un segreto. Lo porta in una soffitta, “il centro di tutte le soffitte del mondo”, conosciuta da altri nove bambini, “quanti ne servono perché una preghiera arrivi a Dio”. Ma il vero segreto è che da una delle due finestre si scorge un paesaggio che non è di Lublino. La notte del 16 marzo 1942 Henio corre a casa dell’amico: è giunto il momento di scappare, il piccolo però non se la sente. La mattina dopo quasi tutte le famiglie ebree sono state deportate. All’appello mancano dieci bambini. Lo shegetz ritorna alla soffitta, sui vetri polverosi trova impronte di dita e la firma, come un addio, di Henio. Passano gli anni, il bambino, ormai diventato un uomo anziano, colleziona cartoline di tetti sperando di ritrovare quello col paesaggio visto dalla soffitta. Con un raffinato monocromatismo, che ci fa ripensare a Joanna Concejo e a Brian Selznick, e il realismo delle architetture che riporta a Roberto Innocenti, Alice Barberini gioca con le ombre e soprattutto con le luci. Il tratto sgranato delle sue matite dà respiro a tutta la narrazione, illumina lo sguardo di Henio e il lettore: perché le storie, le grandi storie, curano anche le ferite dell’anima del mondo che non smette mai di sorriderci dalla finestra.
Elena Baroncini (da LiBeR 138)
La finestra del re di polvere
Pierdomenico Baccalario,
ill. di Alice Barberini
Orecchio Acerbo, 2023, 56 p.
€ 17,50 ; Età: da 8 anni
Il ribaltamento della realtà è da sempre uno dei modi utilizzati per raccontare quel che esiste. In molte favole classiche, ma anche moderne, si rivoltano cose e situazioni per mostrare quello che occhi abituati a guardare, senza vedere, non riconoscono più. Basti pensare al lavoro compiuto da Rodari. Angelo Mozzillo e Andrea Antinori si sono divertiti in questo lavoro edito da Clichy a nascondere e mescolare ogni cosa per svelare quello che resta nascosto. Hanno creato una favola moderna in cui un gioco continuo di rimandi porta il lettore a scoprire la vacuità in cui è immerso. Tutto ha inizio nel luogo segretissimo della fabbrica circondata dal nulla e, come spesso accade nella realtà, in cui è possibile entrare solo con l’immaginazione (sempre sia benedetta!). Nella fabbrica si produce la nebbia per rispondere alle esigenze dal mercato del turismo: viene impacchettata e spedita affinché nessun turista resti senza quella magica atmosfera a Londra, come a Singapore. Ma accade l’imprevisto che ogni cosa, prestabilita e ordinata dal signor Mercato, ribalta: a causa di un incidente la nebbia invade la città. Nebbia per tutti e dappertutto, e per di più gratis. Quel che all’inizio sembra un disastro si rivelerà, per molti, un’occasione di libertà e inconsapevole condivisione. Tutto si scompone, come ben mostra Antinori con il suo tratto ironico e netto che, con quel che sembra un gioco di tagli e ritagli, accompagna Mozzillo in una realtà liberata e liberante, tutta da scoprire, un po’ caotica, ma più coraggiosa. Nel caos diventa possibile una genitoralità condivisa addirittura con persone estranee al nucleo famigliare. Nessuno può vantarsi di premi, medaglie e nuovi tagli di capelli. Persino sui social compare solo la nebbia. Vengono annullate tutte le fiere, che tanto erano inutili. Ma finita l’invasione della nebbia ogni cosa torna come prima. Si tratta di un libro che con intelligenza e arguzia diverte e rende possibile l’esercizio di un pensiero, e nella grande fabbrica di cose, che non conosce incidenti di nessun tipo, è veramente una gran fortuna che Mozzillo e Antinori siano riusciti ad entrare per raccontarci quello che ogni lettore potrà e vorrà leggere con o senza nebbia.
Agata Diakoviez (da LiBeR 138)
La famosa esplosione alla fabbrica della nebbia
Angelo Mozzillo,
ill. di Andrea Antinori
Clichy, 2023, 32 p.
(Carrousel)
€ 19,50 ; Età: da 4 anni
L’estate di Frankie e Bug è il primo romanzo middle-grade di Gayle Forman, autrice che fino ad oggi aveva esplorato con successo i territori della narrativa per giovani adulti. Diciamolo subito: sia la storia, che la scrittura, che la costruzione di ambiente e personaggi rendono merito all’eclettismo di Forman, che mostra di trovarsi perfettamente a proprio agio anche quando deve rivolgersi a lettori preadolescenti. Los Angeles, 1987. Beatrice, per tutti Bug, dieci anni, non vede l’ora di ripetere la routine di ogni estate: trascorrere intere giornate sulla spiaggia di Venice con il fratello Danny. Sfortunatamente, i suoi piani non coincidono con quelli del fratello che, ormai adolescente, ha bisogno del suo spazio e non intende farsi carico della sorellina. Proprio quando il destino di Bug sembra quello di rimanere sempre a casa, nel condominio popolato da una serie di stravaganti amici della madre, impegnata al lavoro per intere giornate, ecco materializzarsi una speranza: dall’Ohio è in arrivo Frankie, il nipote del vicino Philip, coetaneo di Bug. Tutto risolto? No, perché Frankie odia il nuoto, il mare e la spiaggia e per Bug non potrebbe esserci biglietto da visita peggiore. Gayle Forman è molto abile nel raccontare un’amicizia che nasce piano piano, grazie al comune interesse di indagare - piuttosto ingenuamente, peraltro - sugli omicidi di un serial killer che sta terrorizzando la città, ma che va a strappi, con passi avanti e con errori, momenti di imbarazzo, sentimenti feriti. Frankie e Bug sono due personaggi veri e tridimensionali, a cui i giovani lettori si affezioneranno. E poi c’è l’ambientazione, la Venice degli anni ‘80, che è più un personaggio che uno sfondo, con i suoi sapori e i suoi odori, le sue luci e le sue ombre, la musica punk e gli skinhead, la grande libertà e l’omofobia. Nel corso della vicenda entrambi i protagonisti mostreranno le loro ferite, che affondano le radici in storie familiari dolorose e complicate, ma nemmeno in questa seconda parte così densa dal punto di vista tematico, il romanzo perde mai ritmo e fluidità e una certa leggerezza di fondo.
Matteo Biagi (da LiBeR 138)
L’estate di Frankie & Bug
Gayle Forman;
trad. di A. Casarini
Mondadori, 2023, 208 p.
€17,00 ; Età: da 11 anni
In un libretto piccolissimo Ottavio Fatica scrive che “la traduzione di poesia in quanto poesia è sempre questione di resa.” Accostandosi a Dolce come un cetriolino lindo come un maialino non si può che mettere al centro l’opera di traduzione di Ilaria Rigoli, che prende i versi della scrittrice statunitense, pubblicati per la prima volta nel 1964, i ritmi, le assonanze, le rime e li trasporta nella nostra lingua muovendosi a più livelli: c’è uno scavo lessicale, che rende leggere e ariose le parole, c’è un’attenzione ai suoni della lingua inglese del testo originale e a quelli della lingua italiana, ci sono tradimenti di ritmo che concorrono a riprendere il senso delle composizioni e c’è pienamente la voce di Rigoli poeta, la capacità di accogliere quei versi che in forma, lingua, temi, risuonano di un’America di 60 anni fa, di paesi e feste, di giardini e caccia alle uova di Pasqua, di notti di Halloween e di momenti quotidiani... L’operazione è preziosa, come le illustrazioni e la forma fisica del libro: preziosa per tutte le bambine e i bambini che al testo si avvicineranno, un’occasione per fare esperienza di come la poesia dia spessore e vaghezza a parole e azioni del quotidiano, di come l’uso di ritmo e rima possano non confermare le aspettative del lettore, di come non sia necessario enunciare grandi temi per permettere a ogni lettore e lettrice di accedere a una conoscenza di sé e del mondo, attraverso le minuzie e i giochi che sostanziano i giorni e producono domande e un senso di inquietudine che è predisposizione alla scoperta. Nei versi di McCullers (e credo che questo succeda anche senza conoscere l’opera e la biografia della scrittrice) e in quelli di Rigoli risuona un sobbollire di incertezze, un sottrarsi a risposte immediate, sia nel raccontare dell’altezza del cielo, che della presenza della D nella parola mercoledì. Sono poesie che raccontano l’indescrivibilità e l’incongruenza del mondo attraverso ribaltamenti improvvisi di senso e di sguardo; d’altronde già il titolo ci fa pregustare tutto questo. Naturalmente, come tutta la poesia, il consiglio è di leggere le composizioni ad alta voce, più e più volte, alla ricerca di ritmi e suoni da godere, lasciando così spazio e tempo al farsi strada del senso.
Nicoletta Gramantieri (da LiBeR 138)
Dolce come un cetriolino, lindo come un maialino
Carson McCullers,
ill. di Rolf Gérard;
trad. di I. Rigoli
Bompiani, 2023, 31 p.
€ 15,00 ; Età: da 6 anni
Gli elementi che fanno un bel libro di narrativa sono i personaggi, l’ambientazione, la trama, il tema e la scrittura. Delitto alla Tesla Academy li possiede tutti, al meglio: un thriller avvincente con un’intrusione spaziale condita da buon umorismo. La Tesla Academy è un istituto sperimentale per giovani talenti nelle cosiddette discipline STEM (scienza tecnologia ingegneria matematica), ma anche in letteratura, musica e arti, che collaborano liberamente e creativamente insieme, ciascuno con le proprie doti peculiari, per battere nuove strade e arrivare a risultati rivoluzionari, soprattutto nei rapporti tra umanità e natura. Ogni personaggio è ben caratterizzato. L’undicenne fisico-matematica Etta, chiacchierina e molto empatica, vorrebbe completare lo smaterializzatore di Nikola Tesla, lo scienziato da cui prende nome il collegio; l’ombroso Marcus, assillato da una fastidiosissima sorella, è un matematico geniale; Paul, detto Paracarro biondo perché grande grosso, è un chimico provetto; Jian fa musica e pensa alle ragazze; Deepti, riservata e saggia, a 12 anni aveva già scritto tre romanzi tradotti in 12 lingue. Ovviamente non mancano i cattivi: il capo del Comitato Via la Tesla è un grande inquinatore del territorio; un professore trama per sostituire la direttrice con una linea di studi improntata a “meritocrazia” (dice niente?), rigore, individualismo e controllo; qualcuno si finge altro per portar via qualcosa di prezioso. E c’è una presenza aliena che osserva e riferisce al Consiglio Interplanetario di una remota galassia per decidere se cancellare la specie umana per salvaguardare le altre, e solo la flebile speranza offerta dai giovani studenti lo trattiene, mentre il suo supporto robotico fa le bizze. Succedono incidenti che si rivelano sabotaggi e un professore viene addirittura assassinato. Riusciranno i nostri cinque geniali detective ecc. ecc. Durante la festa virtuale per il completamento dello smaterializzatore con avatar di studenti e prof tutti i nodi al pettine vengono sciolti. Con doppia sorpresa finale. Più un’altra proprio nell’ultima riga del libro: “nel buio del parco si stava aggirando qualcosa di terribilmente minaccioso…” (continua?).
Fernando Rotondo (da LiBeR 138)
Delitto alla Tesla Academy
Sarah Savioli
Feltrinelli, 2023, 216 p.
(Feltrinelli kids)
€ 15,00 ; Età: da 11 anni
Linette ha i piedi perennemente scalzi, uno spirito intraprendente, la predisposizione a mettersi nei guai e una fantasia galoppante: i requisiti per animare pagine buffe e rocambolesche si direbbe, dunque, non manchino. Spericolato e mosso da vivace curiosità, il suo è un avanzare fragoroso, in cui un’idea in bilico tra la monelleria e l’esperimento può innescare imprevedibili reazioni a catena. In Concime per piedi – primo titolo di una serie che la vede protagonista – Linette prova a far crescere una folta chioma sulla testa calva del nonno con del fertilizzante liquido, il cui uso le era stato chiaramente proibito. Se funziona con i pomodori, perché non dovrebbe farlo con i capelli? L’innaffiatoio però è pesante, così il concime finisce per sbaglio sui piedi della bambina che in un attimo diventano enormi. Prova evidente del divieto infranto, quei piedi da dinosauro vanno nascosti: cosa che Linette, in effetti, si impegna a fare, anche se questo porta con sé una lunga scia di complicazioni in cui non mancano soprammobili rotti, salti acrobatici, mastini da guardia e fantasmi in fuga. In una manciata di pagine, né più né meno di quelle di un albo illustrato, Catherine Romat e Jean-Philippe Peyraud danno vita a una movimentata avventura molto domestica e poco addomesticata, in cui l’immaginazione fa capolino quel tanto che basta per dare un twist e una piega inaspettati a un tranquillo pomeriggio di giardinaggio. Ciò che rende, però, davvero peculiare Concime per i piedi è la sua formula narrativa. Il libro procede, infatti, come un fumetto privo di parole in cui anche i pochi balloon presenti prediligono un contenuto di tipo iconico. Scandite da una partitura molto regolare e costruite in modo da accompagnare per mano il lettore, limitando al minimo ogni elemento di contorno, concentrandosi sulle azioni e rendendo evidente ogni passaggio, le vignette danno forma a un racconto visivo singolare, immediato e in definitiva molto fruibile.
Elena Corniglia (da LiBeR 138)
Concime per piedi
Catherine Romat,
ill. di Jean-Philippe Peyraud
Logos, 2023, 31 p.
(I fumetti della Ciopi)
€ 13,00 ; Età: da 5 anni
Grazie a LupoGuido arriva in Italia il primo episodio della serie dedicata al rospo detective nato dalla penna di uno dei più premiati e prolifici autori svedesi, Ulf Nilsonn, illustrato dal tratto delicato di Gitte Spee. Colpisce, questo primo volume, e non solo per la scrittura raffinata a cui ci ha abituate la traduttrice Laura Cangemi. Ci sono il mistero, le false piste e tutto quello che un giallo per i lettori alle prime armi deve possedere per risultare godibile: e, soprattutto, ci troviamo davanti a un protagonista che porta con sé una dose significativa di complessità – quanto basta per risultare intelligibile per i suoi lettori ideali (quelli tra i sette e gli otto anni, ma anche di cinque o sei se la lettura è condivisa).
Quando sparisce una quantità ingente di nocciole di proprietà dello scoiattolo, il Commissario Gordon comincia a indagare. Certo, preferirebbe sorseggiare tè caldo e mangiare i suoi dolcetti, ma si avventura lo stesso in un appostamento sulla neve alla ricerca del colpevole. Sfortunatamente si addormenta e, quasi congelato, viene salvato da una topolina che, però, ha appena rubato una nocciola. Gordon non ha dubbi: non è lei la ladra che tutti stanno cercando. Certo, è sbagliato rubare, ma è un’ingiustizia anche morire di fame. La piccola, battezzata Buffy, diventerà l’inseparabile assistente dell’investigatore e lo aiuterà a risolvere il mistero grazie alla sua agilità e al suo spirito d’iniziativa. Tra i due personaggi nasce un legame che ricorda quello di un nonno con la nipotina: Gordon è costantemente d’esempio con le sue opinioni, i suoi gesti, le sue decisioni. E anche se è anziano e ormai stanco di rincorrere i delinquenti, è capace di smontare un tassello dopo l’altro quel “giustizialismo naif” che purtroppo a volte non termina con l’infanzia. E così, senza appesantire la narrazione di nozionismo, Nilsson sfiora temi importanti e sempre attuali, come la necessità di una pena commisurata al reato che aiuti a tornare nella società chi si macchia di un errore, oppure la pericolosità delle armi... La pistola, ad esempio, il commissario la lascia sempre sottochiave; ma il timbro, col sonante ca-dunc onomatopeico che lo accompagna, è sempre, sempre in funzione!
Dina Basso (da LiBeR 138)
Il commissario Gordon e le nocciole scomparse
Ulf Nilsson,
ill. di Gitte Spee;
trad. di L. Cangemi
LupoGuido, 2023, 92 p.
€ 14,00 ; Età: da 6 anni
Che cos’è la guerra? Rosso contro verde, verde contro rosso. Se si va alla radice di ogni conflitto si trova infatti qualcosa di molto semplice: due ideologie contrapposte in lotta tra loro. E quali sono gli elementi di ogni guerra? Ossessioni, assolutismo, odio, rabbia, falsità, paura, rinuncia “alla libertà in cambio della sicurezza”, conquista del potere e di territori, divieti, costruzione di muri, fuga della popolazione. “BOOM. La guerra dei colori” è un albo illustrato che racconta l’assurdità e l’insensatezza di uno dei più grandi mali della storia dell’umanità: la guerra, nelle sue diverse forme e manifestazioni (dittature, estremismi, terrorismo…). Grazie alla potenza visiva delle immagini e all’essenzialità delle parole, Ximo Abadía riesce ad affrontare in maniera diretta ed efficace l’idea del conflitto e dello scontro di ideologie, mettendone a nudo i meccanismi di fondo con una semplicità disarmante rispetto a quello a cui siamo abituati: la guerra spiegata attraverso la metafora dei colori è molto più chiara di tanti saggi teorici o dibattiti complessi sul tema. Un libro con un forte contenuto simbolico, dietro a una storia apparentemente semplice, che in fondo parla della stupidità umana. Pubblicato in Spagna nel 2020 e tradotto in Italia per BeccoGiallo, è purtroppo attualissimo, a più di un anno dall’inizio del conflitto in Ucraina e per tutte le altre guerre ancora sparse in giro per il mondo. Le illustrazioni a tutta pagina, realizzate con tecnica mista analogica e digitale, oltre al rosso e al verde utilizzano pochi altri colori e richiamano, in alcuni elementi, i manifesti di propaganda del passato. L’autore è un fumettista, illustratore e grafico spagnolo, ha pubblicato con editori spagnoli e internazionali e collabora con riviste e giornali; è alla sua seconda uscita in Italia, dopo “People power. Proteste che hanno cambiato il mondo” con Rebecca June. Non è nuovo a temi impegnati e delicati, come nel suo “Frank: la increíble historia de una dictadura olvidada” in cui racconta la storia di Francisco Franco, affrontando un momento importante della storia recente spagnola spesso considerato un tabù.
Eléonore Grassi (da LiBeR 138)
BOOM. La guerra dei colori
Ximo Abadía
BeccoGiallo Editore, 2023
64 p.
€ 17,50 ; Età: dai 7 anni
Salomé capisce subito che le sta succedendo qualcosa di “straordinario”. Non appena lui, Julien Morel, il nuovo compagno di classe, varca la soglia della sua aula per la prima volta: la vista le si annebbia, le manca l’aria, la pancia fa un suono strano. Arrivato a metà dell’anno scolastico da un altro paese, non conosce anima viva. E a un mese dal suo arrivo, non le ha ancora rivolto parola. In generale sembra un tipo strano: non dà confidenza a nessuno, non sorride a nessuno, se ne sta rintanato nel suo angolo. Eppure… “in lui c’era qualcosa che mi catturava. La verità? Era fighissimo. Pelle ambrata, capelli neri, una ciocca a coprirgli appena gli occhi color smeraldo.” Ma tutto questo deve rimanere nascosto, soprattutto se hai 12 anni, il terrore di fare una figuraccia e non sai il motivo di uno scombussolamento del genere. Poi un giorno, per caso, succede che quel ragazzo all’improvviso ti parla, ti guarda negli occhi, ti chiede come ti chiami. E tu sbagli tutto. Ma perché l’amore non arriva con il libretto delle istruzioni? È la domanda che campeggia in quarta di copertina.
Nathalie Kuperman, scrittrice francese molto nota in patria, dà vita a un piccolo romanzo sincero e tenero che descrive il primo colpo di fulmine di una ragazzina alle soglie dell’adolescenza. Tutto ruota intorno a questa nuova emozione imprevista e destabilizzante, che provoca in Salomé reazioni esplosive e contrapposte: un batticuore incontrollabile, la paura di essere scoperta e presa in giro, la gelosia nei confronti della migliore amica, la ritrosia ad aprirsi coi genitori e con la sorella maggiore, il sentirsi piccola e grande in egual misura. La difficoltà a farsi capire e a capirsi, soprattutto. In una perenne lotta interiore tra la voglia di lasciarsi andare a questo sentimento sconosciuto e il desiderio di scacciarlo via, perché fa star male. Raccontata in prima persona, in una lingua giovane e quotidiana, è una storia piena di incertezze, imbarazzi, segreti, fraintendimenti, bugie, che fotografa in modo genuino una fase della crescita destinata a far cambiare per sempre. Un libro limpido e diretto che, per tema, tono e stile, può far breccia anche su ragazze e ragazzi poco inclini alla lettura.
Francesca Tamberlani (da LiBeR 138)
Colpo di fulmine
Nathalie Kuperman;
trad. di J. Cairoli
Lapis, 2023, 109 p.
€ 11,00 ; Età: da 11 anni
La collana di cartonati Le monde autour de moi, nata in Francia nel 2021 dall’immaginario di Cécile Roumiguière e Marion Duval, arriva in Italia per Topipittori. Finora sono stati pubblicati Il fuoco e Il cielo: formato piccolo e quadrato, poche pagine composte da piccoli riquadri per scoprire i quattro elementi – acqua, fuoco, aria e terra – visti attraverso occhi bambini. Insolito trovare libri per piccolissimi che si occupano di divulgazione ma, anche se questi libri non hanno lo scopo di fornire nozioni e dati, trattano proprio di divulgazione scientifica. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un boom di questa tipologia di libri nell’editoria per bambini, ma l’approccio che viene usato dalle due autrici è particolare e efficace nella sua semplicità: non fornire informazioni, ma immortalare la quotidianità dei piccoli lettori accostandola in maniera del tutto naturale all’accadimento dei fenomeni atmosferici. Ogni doppia pagina ha sulla sinistra una bambina, narratrice in prima persona, in ambientazioni familiari; sulla pagina di sinistra l’inquadratura si allarga ad abbracciare la natura, l’ambiente esterno che circonda la bimba e tutti gli esseri viventi. Lo schema è lo stesso per tutte le pagine tranne le prime due, dove sulla sinistra abbiamo il dettaglio della paffuta mano della piccola e sull’altra solo il testo, conciso in maiuscolo: “sopra di me e tutto intorno a me, c’è il cielo.” Un gioco continuo di inquadrature, tra zoom e panoramiche, rende la meraviglia con cui la bimba osserva i fenomeni attorno a sé. Così, quando la troviamo a specchiarsi in una pozzanghera con il suo ombrello giallo, colore che ritorna in ogni pagina e la contraddistingue, vediamo a fianco la pioggia che scende su un sentiero e una casa nel bosco, il tutto circondato dalle nuvole. La frasi che accompagnano i disegni sono semplici e immediate. Gli occhi bambini che leggono il libro sono così portati a creare connessioni tra le immagini, a collegare e concentrarsi sulle sensazioni che provano di fronte a questi fenomeni, a trovare analogie; il tutto senza che il testo diventi didascalico, esplicativo, pedagogico, come prova il fatto che la maggioranza degli elementi che compaiono nel libro non vengano mai nominati nel testo.
Giulia Romualdi (da LiBeR 138)
Il cielo
Cécile Roumiguière,
ill. di Marion Duval
TopiPittori, 2023, 14 p.
(I grandi e i piccoli)
€ 14,00 ; Età: da 3 anni