Fin dal principio è stato chiaro che il lavoro svolto dalla casa editrice Uovonero è prezioso, qualificato e coraggioso. Prezioso perché in rete con altre realtà editoriali rende possibile, attraverso il progetto I libri di Camilla, la scoperta e condivisione del piacere della lettura andando incontro ai lettori tutti. Qualificato per l’impegno, lo studio e la costante ricerca portata avanti con passione e determinazione. Infine coraggioso perché sfida i luoghi comuni, ribalta i punti di vista e si fida soprattutto dei lettori, e di chi ancora per i più vari motivi non lo è, ma ha tutto il diritto di diventarlo. Divergente, una delle ultime sue pubblicazioni, della scrittrice canadese Victoria Grondin, spiazzerà non pochi lettori. Guillaume è il giovane protagonista: la sua è la storia di un ragazzo che cerca uno spazio, cerca di adattarsi in quello spazio che è una vita quotidiana scandita da protocolli e segni distintivi, ma quello che più di ogni cosa vuole è soprattutto uno sguardo che sia relazione, riconoscimento e accettazione per come si è. Segue pedissequamente le tabelle che regolano il suo tempo, ma non smette di guardarsi attorno, osserva, annota, scappa, si oppone. Victoria Grondin è stata abilissima a portare tutti i lettori da una parte, quasi fossero una curva pronta ad esultare per i piccoli successi raggiunti da Guillaume, a gioirne, senza in realtà aver compreso quanto si stava compiendo.
È questo un libro che racconta una storia bella, ben scritta, con delle interessanti incursioni jazzistiche (un genere musicale scelto forse non a caso), che ha trovato in Sante Bandirali le parole esatte per i lettori italiani. Solo alla fine, quando si crede di essere dalla parte giusta, ci si rende conto che la Grondin ha condotto lo sguardo del lettore verso se stesso, verso l’idea malsana di disabilità, di altro da sé, che abita nella nostra testa.
Quello per cui facciamo il tifo è solo il nostro riflesso, o comunque qualcosa che gli si avvicini il più possibile, generando però un mondo che il più delle volte esclude. È stata brava la Grondin a costruire una storia che ci fa scendere dagli spalti per riconoscere una realtà che si compie ogni giorno.
Agata Diakoviez (da LiBeR 139)
Divergente
Victoria Grondin;
trad. di S. Bandirali
Uovonero, 2023, 160 p.
(I geodi)
€ 15,00 ; Età: da 12 anni
Il 2023 è l’anno della cultura nederlandese in Italia e in più occasioni si sono tenuti incontri e tavole rotonde in cui i critici si sono interrogati sulle peculiarità di una letteratura che appare sempre più riconoscibile, per la delicatezza e l’onestà intellettuale con cui affronta storie dense di questioni universali. Che cosa significhi essere genitore e cosa essere figlio, come si affrontano la solitudine, la malattia e la morte sono questioni che, nelle mani di autrici e autori nederlandesi (e nord-europei in generale) vengono trattate con una profondità di introspezione che stupisce, soprattutto perché accompagnata da un senso aereo di leggerezza. Insomma, spesso queste sono storie da cui “si vede il mondo intero”. Non fa eccezione il nuovo romanzo di Enne Koens, autrice già nota ai lettori italiani per Hotel Bombien e Sono Vincent e non ho paura, entrambi pubblicati da Camelozampa. La vicenda ruota intorno a un piccolo mistero da risolvere. Dee raccoglie vicino a casa una lettera: sia il mittente che il destinatario sono stati resi illeggibili dalla pioggia e l’unico elemento certo è che si tratta di una lettera che è stata rispedita al mittente e che il postino ha perso per sbaglio. La ragazzina non resiste alla tentazione di aprirla: uno sconosciuto sente la mancanza di qualcuno e, nella speranza di ricostruire un rapporto, gli scrive parole dolci e malinconiche. Con l’aiuto dei due amici Kevin e Vito, Dee inizia quindi un’indagine all’interno del complesso residenziale in cui vive, popolato da persone di origini ed estrazioni molto diverse. La ricerca non è delle più semplici, perché almeno apparentemente ognuno degli abitanti del complesso sente la mancanza di qualcuno. In più, con il progredire della vicenda, il lettore comprende che l’indagine sta molto a cuore a Dee perché tocca corde sensibili del suo animo e inquietudini che la accompagnano da tempo: è figlia biologica di sua madre, così diversa da lei? Perché nessuno le ha mai parlato del padre, né dei nonni? Insomma, sulle tracce dell’autore di una lettera misteriosa Dee scoprirà l’urgenza di conoscere la propria storia. Da qui si vede il mondo intero è la conferma del talento di Enne Koens, nonché un libro da proporre senza esitazione ai lettori preadolescenti.
Matteo Biagi (da LiBeR 139)
Da qui si vede il mondo intero
Enne Koens,
ill. di Maartje Kuiper;
trad. di O. Amagliani
Camelozampa, 2023, 240 p.
(I peli di gatto)
€ 16,90 ; Età: da 11 anni
Il canto del bosco è una creatura selvaggia, irrequieta e cangiante come la sua protagonista, Sylvia Carr. Maestro della narrativa per adolescenti e giovani adulti, David Almond compone ancora una volta un’opera di rara eleganza, costruita mediante una prosa lirica sofisticata in grado di toccare corde profonde e antichissime e di restituire ai lettori tutto il calore di un fuoco ancestrale attorno al quale sedere in religioso ascolto. Sylvia Carr, quindicenne timida, diligente e sensibile alle tematiche ambientali, lascia l’amata Newcastle – città natale dell’autore – per trascorrere con la madre due settimane nel piccolo villaggio d’infanzia di quest’ultima. Qui, nell’isolamento del selvaggio e silenzioso Northumberland, Sylvia sperimenta un iniziale disagio: le mancano Newcastle, con le sue luci e la sua vita frizzante, e gli amici, in particolare Maxine, che Sylvia fatica a contattare a causa della mancanza di campo in “quel posto vuoto e decrepito”. Ma proprio quel posto “vuoto e decrepito” saprà riservarle un’esperienza essenziale ed epifanica rispetto alla costruzione della sua identità, le permetterà di scoprire l’immenso dentro sé stessa e acquisire la consapevolezza della propria natura ambigua e plurale. Insieme al bellissimo e misterioso Gabriel, un contemporaneo spirito dei boschi che la accompagna in un percorso iniziatico oscuro e rivelatorio, Sylvia suona un flauto d’osso e diventa la musica stessa, fragile e potente, timida e selvaggia, antica e nuovissima. Diventa foresta e cielo, vento e fiume, e poi uccello e angelo, sperimentando la sensazione di essere sé stessa e non essere più niente. Completamente sola, Sylvia varca infine la soglia dell’altrove boschivo, e in questo spazio sospeso muore, simbolicamente, per poi rinascere, cambiata e inondata da una consapevolezza mai sperimentata prima. Mostrando la vita quale profondo e imprendibile mistero in cui sempre coesistono l’ordinario e lo straordinario, così come la vita e la morte, l’umano e il non umano, Almond fa vibrare il solenne canto del bosco dentro ciascuno di noi, intonando in quest’opera un inno alla bellezza della vita e alla sensibilità straordinaria degli adolescenti, capaci, più di chiunque altro, di cambiare questo nostro mondo.
Elena Guerzoni (da LiBeR 139)
Il canto del bosco
David Almond;
trad. di G. Posante
Salani, 2023, 208 p.
€ 14,90 ; Età: da 12 anni
“Questa è la storia di come la primissima nave in miniatura è finita dentro una bottiglia, e della persona che ce l’ha messa”: un prologo carico di promesse per varare l’avventura del piccolo Jack che, dopo lunga e tempestosa navigazione in pieno oceano, si ritrova naufrago su un’isola apparentemente deserta. La stessa sorte è capitata più di diciannove anni prima all’uomo gigantesco che Jack incontra seduto fra le rocce, concentrato nella lettura di un libro. Da troppi anni nessuno lo chiama o gli rivolge la parola e così, in mancanza di un nome che è andato dimenticato, si stabilisce che quell’omone dall’immensa barba nera e l’animo sensibile si chiami Robinson, come il protagonista del libro che ha appena finito di leggere. E sono proprio i libri a dettare le sorti dei personaggi di La bottiglia dei desideri, a intrecciare le fortuite svolte del romanzo: in tutti quegli anni di isolamento, Robinson ha avuto modo di adattarsi perfettamente alla vita sull’isola, anche grazie a un’immensa biblioteca di volumi miracolosamente scampati alla furia del mare. Al contrario, il giovanissimo nuovo arrivato non resiste alla nostalgia di casa e così le pagine dei libri, strappate da quelli che Robinson ha già letto, diventano fogli sui quali scrivere messaggi di SOS da affidare alle onde, arrotolati dentro bottiglie di rum. Le avventure sono solo all’inizio: con l’aiuto del nuovo amico, Jack intraprende una rocambolesca fuga dall’isola, in una narrazione serrata popolata da mostri marini e vascelli pirata, scheletri e tartarughe giganti, dobloni sepolti e mappe da decifrare, con l’intervento decisivo di incantesimi da fiaba e di tanta buona fortuna (The lucky bottle è il titolo originale dell’opera). Dopo Il posto magico (Rizzoli, 2019) l’illustratore e scrittore inglese Chris Wormell conferma le sue grandi doti di tessitore di storie; solca in lungo e in largo il vasto mare dei canoni classici già noti, che usa e piega alla sua brillante vena creativa, in una scrittura autoriale che va in cerca di mondi letterari ancora inesplorati.
Fausto Boccati (da LiBeR 139)
La bottiglia dei desideri
Chris Wormell;
trad. di E. Dorenti
Rizzoli, 2023, 333 p.
€ 17,00 ; Età: da 9 anni
Le catastrofi idrogeologiche come anche le emergenze climatiche, unite al riscaldamento globale – tanto per riferirsi agli eventi più recenti e che hanno toccato da vicino il nostro Paese – impongono a tutti noi un improcrastinabile cambio di marcia nella direzione di un modus vivendi improntato alla salvaguardia e della cura della terra. La migliore letteratura per l’infanzia, quella che al di là delle intenzionalità autoriali incontra l’interesse dei bambini e al contempo interpella autenticamente il lettore su questioni e urgenze dell’oggi, ormai da tempo propone una riflessione su questo irrevocabile “compito” a cui l’uomo è chiamato. L’albo illustrato Aspettando l’alba di Fabiola Anchorena, edito da Kalandraka, risponde a questo requisito: l’oscurità fa da sfondo a una rappresentazione del mondo animale che vive nella foresta amazzonica e ne assume il punto di vista, che è, sostanzialmente, una prospettiva di spaesamento e incredulità dinnanzi a un ordine naturale stravolto dall’intervento umano. Dal nero che impedisce ai raggi del sole di penetrare le fronde della giungla, si stagliano figure variopinte di animali alla Henri Rousseau: ci sono il giaguaro, il formichiere, l’armadillo, il capibara, il bradipo, ma anche pipistrelli e farfalle e altri piccoli animali che si dirigono, insieme, verso il chiarore, salvo poi comprendere che non si tratta dell’alba tanto attesa, quanto delle fiamme di uno spaventoso incendio che distrugge la loro casa. L’idea del libro trae origine, non a caso, da un incendio che ha colpito l’America Latina dal gennaio al settembre 2019, devastando la flora e la fauna selvatica. Ecco che per una volta, in un libro rivolto ai più piccoli, gli animali protagonisti non hanno funzione allegorica ma incarnano se stessi nel legame che li unisce al loro ambiente vitale, sempre più minacciato. Attraverso il piacere del testo – poiché siamo dinnanzi a un albo di qualità – il piccolo lettore è così coinvolto nella dimensione inquieta della riflessione, che ne attiva il pensiero critico e la coscienza sui temi ecologici e ambientalisti per la costruzione di un’etica della responsabilità.
Chiara Lepri (da LiBeR 139)
Aspettando l’alba
Fabiola Anchorena;
trad. di M. Rota
Kalandraka, 2023, 28 p
(Libri per sognare)
€ 16,00 ; Età: da 7 anni
Che cosa hanno in comune il kagu (un uccello) il kudù (un’antilope) e il Chalcosoma caucasus (un coleottero)? Tutti e tre hanno le corna e fanno parte dell’originale classificazione elaborata in Animali bellissimi da Daniela Pareschi, autrice, illustratrice e artista a tutto tondo, per rappresentare il mondo animale raggruppando specie lontanissime fra loro attraverso 19 caratteristiche dai nomi, talvolta, provenienti dalla rappresentazione umana, come i capelli, i baffi e le gambe lunghe. Questo non ci deve però trarre in inganno: si tratta di un albo illustrato adatto ai bambini a partire dalla scuola primaria, ma non vi troviamo rappresentazioni antropomorfe, fantasiose o semplicistiche, bensì descrizioni dal taglio scientifico, attentamente revisionate dallo zoologo Davide Rufino. L’unica deroga al reale è rappresentata dal gruppo finale in cui sono raccolti esseri che provengono dalla mitologia classica e dal folklore popolare. In questa rassegna dell’editore indipendente romano Il Barbagianni sono “animali bellissimi” tanto i ragni ballerini dalle gambe lunghe quanto i cetacei, gli animali più grandi del pianeta, tanto le larve dei vermi luminosi della Nuova Zelanda, quanto il pangolino, un mammifero ricoperto da squame affilate: il messaggio è chiaro e mi ricorda molto il celeberrimo La cosa più importante di Antonella Abbatiello. Ad aiutare la bellezza dell’apparato iconografico concorre la stampa su carta opaca realizzata presso le Grafiche AZ, che in Italia hanno fatto (e fanno) la storia del grande albo illustrato internazionale e hanno grande esperienza anche nella realizzazione di cataloghi d’arte. La struttura è costruita su pagine doppie in cui il testo è tutto a sinistra e lascia spazio, a destra, ad un’unica immagine a piena pagina in cui occhi e posizione del corpo degli animali dialogano con il lettore esprimendo emozioni e stati d’animo: proprio in questo riscontro sta il valore aggiunto dell’opera rispetto ad altre che, via via, emergono in premi o in mostre e selezioni, in un periodo storico ricco di letteratura di taglio catalografico.
Serena Marradi (da LiBeR 139)
Animali bellissimi
Daniela Pareschi
Il Barbagianni, 2023, 44 p.
€ 20,00 ; Età: da 5 anni
Le stagioni dell’animaso mi ha subito attratto. Come uno dei tasselli di quello che in tanti cerchiamo. A cominciare dal neologismo nel titolo, attaccato in modo tenace alla parola ‘anima’ e al tempo stesso impastato della trama fluida delle stagioni. Il tutto inseparabile dalla copertina: come antichi graffiti da decifrare, immersi in un fondo blu, dove umani – una donna, un uomo – animali, piante, oggetti della vita domestica e della campagna, convivono in una cartografia armonica di simboli. O come una molteplicità di punti di vista, che porta il nostro sguardo a soffermarsi sulla figura di donna nella parte centrale dell’immagine: sul suo vestito dei primi del ‘900 e sul cielo stellato sopra di lei… Giungiamo quindi al sottotitolo, Storie di montagna attorno a un tavolo di larice, che evoca racconti di matrice antica confortati dal calore di una stufa. Si tratta dei ricordi e del diario quotidiano di Gianna Tavernaro, germinati nei suoi luoghi di sempre, nel tepore del “maso” in cui vive col marito Cornelio e con i loro animali, nel bosco tra le Dolomiti del Primiero in Trentino. Sono testimonianze finemente curate da Germana Cabrelle, col corredo visivo delle tavole di Chiara Banchini. Così, mentre il pensiero va a Chandra Candiani o a Sara Gasperini di Infinito Moonlit, per ogni capitolo si srotola un mese tutto da scoprire: dai giorni più algidi dei “Mercanti della neve” ai dolci insegnamenti del padre, alle piante medicinali e al fare le cose una alla volta, ai mille profumi e suoni, mentre per l’enrosadira le cime si tingono di rosa e nella “quinta stagione” (vedi i versi di Franco Marcoaldi), causa pandemia, ci si ferma a pensare a che cosa davvero immettiamo nel mondo, se siamo abbastanza grati. Una progetto così profondo si deve anche a un doppio esordio: quello della scrittrice e quello della casa editrice, la veneziana Storiedichi di Silvia Zanardi. Che, con questo volume lega il suo tracciato a una sensibilità ecologica pulviscolare. Al rispetto di sé e di ogni più infinitesimale essere, alla consapevolezza interiore, alla valorizzazione degli antenati e agli scambi tra le generazioni. A quelli che Virginia Woolf chiamava “piccoli miracoli quotidiani” e alla ricerca dei sensi perduti delle cose.
Maria Grosso (da LiBeR 138)
Le stagioni dell’animaso
Gianna Tavernaro,
testi raccolti da Germana Cabrelle
ill. di Maria Chiara Banchini
Storiedichi, 2023, 100 p.
€ 16,00 ; Età: da 11 anni
Con Sam de Bergerac inizia una nuova avventura per Pension Lepic, la giovane e dinamica maison veneta che propone letture d’Oltralpe. Questa volta la scelta narrativa ha favorito l’autrice Sarah Turoche-Dromery tradotta dalla penna autorevole di Angela Nanetti e presentata sugli scaffali con una cover firmata da Tom Schamp; un inizio promettente per essere il primo romanzo dell’autrice tradotto in Italia che si presenta con uno stile scattante, per una lettura veloce e leggera dove tutto è orchestrato con ritmi abbastanza incalzanti. La vera protagonista del romanzo è la scrittura che si muove abilmente tra un personaggio e l’altro a cavallo di lettere d’amore scritte a mano. Le epistole danno l’abbrivio alla storia nella veste di esercizio di scrittura assegnato a giovani studenti alle prese con un cinico professore che trova un particolare piacere nel mettere in difficoltà gli alunni, disprezzati perché non corrispondono alle sue aspettative. A sollevare il turbinio epistolare è Sam, uno studente versato per la scrittura, capace di far calzare perfettamente una parola in una frase. Quando il professor Lachique consegna i testi assegnati corretti, la vittima è Victor, il migliore amico di Sam, innamorato della compagna di classe Julia. Il professore, al quale viene attribuito un soprannome per ogni circostanza – la-Colique, le-Toxique, le-Maléfique – non perde l’occasione per far deridere dai compagni (e dalla stessa Julia) Victor, leggendo ad alta voce la lettera che ha indirizzato all’amico immaginario Pussy, un coniglio di peluche. Il rimedio arriva da Clara, la sorella maggiore di Sam, che dichiara che la soluzione è “La Penna”, ovvero scrivere un’autentica lettera d’amore a Julia. E poiché solo Sam è in grado di farlo, toccherà a lui tale impegno per salvare l’amico. Le spassose avventure dei due ragazzi prima decollano, trascinando i compagni di classe in amorose avventure epistolari, poi atterrano bruscamente quando la verità viene rivelata, lasciando Sam nel vuoto della solitudine. Con un finale inaspettato, la storia di Sam de Bergerac lascia spazio al lettore per ripensare al mondo delle parole scritte a mano, capaci di far conoscere la Felicità, di farla calzare perfettamente nel cuore… e di ricordarla per sempre.
Adolfina De Marco (da LiBeR 138)
Sam de Bergerac
Sarah Turoche-Dromery,
ill. di Tom Schamp;
trad. di A. Nanetti
Pension Lepic, 2023, 108 p.
€ 14,00; Età: 10 anni
La narrativa giovanile sempre più spesso attinge a quello straordinario serbatoio di storie che è la Storia, riuscendo ad avvicinare i lettori e le lettrici a eventi e personaggi lontani dalla loro esperienza, ma capaci di parlare loro attraverso le loro scelte e le loro battaglie. Marco Marmeggi, in Il respiro del dinosauro, dà vita a una narrazione in cui l’ambientazione storica rappresenta lo scenario per un percorso di crescita e di formazione del giovane protagonista. Michele, dieci anni, un padre emigrato in Australia e una madre schiacciata dal lavoro, vive a Lipari, un’isola eletta a terra di confino per tanti dissidenti antifascisti, e che nel suo immaginario assume le sembianze di un dinosauro dormiente. Vittima prescelta del bullo del paese, simbolo della violenza fascista che spadroneggia anche sull’isola, durante quell’estate indimenticabile s’imbatte in due figure che cambiano per sempre la sua prospettiva: l’orgogliosa Bruna, figlia di un confinato politico, che non arretra di fronte a nulla pur di difendere i propri principi, e l’Onorevole, un ex deputato al confino, che sta progettando una fuga spettacolare assieme ad alcuni compagni. E sarà la frequentazione quotidiana di quest’uomo asciutto e dallo sguardo tagliente ma determinato, dietro il quale si cela la figura di Emilio Lussu, a far crescere in Michele la consapevolezza del valore della propria dignità e della libertà e a portarlo a trovare dentro di sé il coraggio e la determinazione per reagire alla violenza e alla sopraffazione.
Così, nonostante si ritrovi di nuovo solo sulla sua isola, perché tutti prima o poi se ne vanno inghiottiti dall’orizzonte, ben presto Michele realizza di aver ampliato lui stesso i propri orizzonti prendendo parte, in quell’estate del 1929, a un evento straordinario che infligge un duro colpo all’immagine del repressivo regime fascista: la fuga di Emilio Lussu, Carlo Rosselli e Francesco Nitti da Lipari. Un romanzo che avvicina i giovani alla storia di alcuni grandi personaggi dell’antifascismo, sollecitando il desiderio di approfondire la conoscenza di quelle figure che hanno resistito ad ogni forma di violenza in nome di una irrinunciabile libertà, politica e non solo individuale.
Gabriela Zucchini (da LiBeR 138)
Il respiro del dinosauro
Marco Marmeggi
Giunti Editore, 2023, 256 p.
(Biblioteca Junior)
€ 16,00 ; Età: da 12 anni
Tomoko Ohmura, in catalogo Babalibri con sei volumi tradotti da Elisabetta Scantamburlo, è nata a Tokio: se volessimo andare a trovarla da Milano dovremmo camminare 440 giorni a piedi (di buon passo) o guidare 162 ore in automobile oppure volare per 15 ore su un aereoplano attrezzato per voli intercontinentali. Dunque: è vicina o lontana? È espressione di una cultura “altra”, di un “loro”, oppure con le sue storie è straordinariamente vicina agli interessi di bambine e bambini che vivono in Italia, Corea, Alaska o Messico?
Il grado di vicinanza che lega tendenzialmente lettori di tutto il mondo alle sue storie è frutto della dimensione multiculturale in cui siamo immersi – e ancora troppo spesso sfugge alla nostra consapevolezza. I libri di Tomoko Ohmura arrivano in Italia da lontano, ma sono perfettamente accessibili perché si sostanziano con meccanismi narrativi e tematiche che rispondono a un funzionamento tassonomico antropologico (spazio, tempo, numerazione, nomenclature, classificazioni) e a regole di buongoverno (condivisione di spazi, attese ordinate, gentilezza, misura e cooperazione).
L’autrice dichiara di amare le file perché sono luoghi di scambio dove le persone entrano in relazione – e di file sono pieni i suoi libri! Le code che ci propone possono apparire come linee che si estendono in orizzontale, verticale o in forma sinuosa.
In Presto, ci aspettano! la stratificazione di narrazioni è ben più concentrata di quanto non appaia a prima vista: il testo scorre in fondo pagina, su una base colorata piatta che si discosta dai colori delle tavole illustrate, ma le dita di chi legge sono attirate dalla lunga fila di animali che si muove da sinistra verso destra. Cammina cammina, sfoglia sfoglia, possiamo dimenticare di leggere il testo e tornare indietro o avanzare secondo urgenze personali o condivise in un piccolo gruppo. Come sempre accade negli incantevoli libri di Ohmura il finale è sorprendente nonostante le sue esplorazioni intorno a varianti che ne caratterizzano la poetica. Una sottigliezza di questa storia riguarda il rapporto tra la specie umana e gli altri animali: pone l’occasione per solleticare un quesito morale che potrebbe riemergere anche a distanza di molti anni, senza fretta, a dispetto del titolo.
Francesca Romana Grasso (da LiBeR 139)
Presto, ci aspettano!
Tomoko Ohmura
Babalibri, 2023, 31 p.
€ 13,00 ; Età: da 3 anni
Dall’autore di Nessuno si muova (Camelozampa, 2019), vincitore del Prix Nord Isère, arriva in Italia un nuovo romanzo per ragazzi dalle dimensioni tascabili “come le dita della mano”. Bestseller in Francia con oltre 15.000 copie vendute, Prendimi per mano li prende davvero per mano, i suoi lettori. La presa è salda, ma al contempo lieve, gentile, confortevole. Due adolescenti, Antoine e Chloé, si conoscono e si innamorano il tempo di una notte, una notte soltanto e niente più. Ma se la vita e i sentimenti si misurano in intensità, come pensa Antoine, cosa contano i minuti, le ore e le giornate? Niente, se si può stringere la mano di qualcuno e aiutarlo a capirsi e a ritrovarsi nel rispecchiamento con l’altro. Attraverso un’atmosfera dai tratti onirici, sospesa tra il sonno e la veglia, il reale e l’immaginato, Adam dipinge il ritratto di due giovani che si scoprono accomunati, nella passione travolgente di un primo amore sbocciato in una camera d’ospedale, dalla paura “di tutto”. Entrambi orfani di padre, fratturati nel corpo ma ancor più nell’anima, Antoine e Chloé hanno paura della morte e insieme della vita, che se non batte forte come in quella notte di confidenze, di baci e di corpi allacciati non è poi così diversa dalla morte fisica. La sensazione dolorosa della mancanza paterna e della presenza surrogante, e a tratti ingombrante, di un patrigno si unisce al tormento per la perdita dell’innamorato: al risveglio dall’operazione all’anca, Chloé non trova più Antoine al suo fianco; non lo vedrà per settimane e in queste si domanderà, così come Antoine, se quella notte è davvero esistita, se loro stessi esistono o se sono, forse, solamente ombre di un passato lontano. Nel ricordo delle sensazioni contrastanti di quella notte così speciale, un fluire di sinestesie avvolge protagonisti e lettori, ed è tutto un volteggiare di voci e parole, mentre Antoine e Chloé si prendono per mano ed escono dall’ospedale, raggiungono il fiume e sfidano le insidie della sua superficie ghiacciata, pronti a pagare il pedaggio di una possibile caduta. Eroi forti e fragili, Antoine e Chloé, già toccati dalla morte con mano, sanno infine che se l’indomani o addirittura in quel momento stesso moriranno, tutta questa bellezza, almeno, l’avranno conosciuta.
Elena Guerzoni (da LiBeR 138)
Prendimi per mano
Olivier Adam;
trad. di M. Piacentini
Camelozampa, 2023, 152 p.
€ 15,90 ; Età: da 13 anni
Al revival del genere western, portato avanti da qualche anno da cinema e serie tv, non aveva finora dato un significativo contributo la letteratura per ragazzi, limitandosi a qualche sparuta proposta contemporanea di buon artigianato e alla riproposta di classici o evergreen. Salutiamo pertanto con entusiasmo quest’opera di R.J. Palacio, già autrice del meritevole bestseller Wonder, per la capacità di proporre ai giovani lettori una storia del Far West di rara profondità emotiva. Non che manchino gli ingredienti tradizionali del genere a rendere questo romanzo avvincente, anche se il suo valore aggiunto va cercato nella riuscita contaminazione con le componenti, delicate e orrorifiche al tempo stesso, di una ghost story. È il 1860 e il dodicenne Silas vive serenamente in una fattoria del Midwest insieme al padre, uomo dalle molte risorse intellettuali e abilità, che applica soprattutto al campo della fotografia, allora agli albori. Il ragazzo è un sensitivo e fin dalla nascita, che ha provocato la morte della madre, intrattiene un forte rapporto con Mittenwool, il fantasma di un ragazzo appena più grande di lui, una sorta di fratello maggiore che lo consiglia e lo protegge. Tutto cambia quando tre cavalieri sequestrano il padre per piegare le sue abilità fotografiche al servizio della stampa di dollari falsi. Come un novello Telemaco, accompagnato da Mittenwool e in sella a Pony, il valoroso e intelligente cavallo arabo sfuggito ai tre malviventi e arrivato a lui come un dono del destino, Silas partirà alla ricerca del suo Ulisse, quel padre tanto amorevole e amato, quanto appesantito da un oscuro passato, che con lo svolgersi della storia verrà inesorabilmente alla luce. In questa impresa dovrà attraversare boschi mormoranti, paludi dove ancora vagano le anime dei nativi americani sterminati, incrociare la propria strada con sceriffi fantasma tutti d’un pezzo e più umani sceriffi in carne e ossa e arrivare all’inevitabile scontro a fuoco con i banditi. Scrive Palacio nell’ampia e documentata Nota dell’autrice in coda al volume: “In definitiva, questo è un libro sull’amore, che non muore mai, e sulle connessioni invisibili tra le persone, vive o morte che siano”. Ma, come abbiamo cercato di raccontare, è anche molto altro. Imperdibile!
Riccardo Pontegobbi (da LiBeR 138)
Pony
R.J. Palacio;
trad. di M. Sala Gallini
Giunti, 2022, 321 p.
(Le Strenne)
€16,50 ; Età: da 13 anni
Orsi in salita è il sesto silent book di Camelozampa, che ha pubblicato il primo nel 2018 portando in Italia Clown di Quentin Blake, mai arrivato in precedenza nonostante la vittoria del BolognaRagazzi Award (la prima edizione inglese è del 1995) e con il quale si è subito distinta vincendo il Premio Andersen 2019 per il miglior libro senza parole. Pubblicandone, dunque, in media uno all’anno questa casa editrice indipendente ha mantenuto alta la qualità della propria produzione, che alterna “recuperi” e nuovi titoli: dopo Lupo nero di Antoine Guilloppè (2021) realizzato con pochi tratti essenziali, un numero minimo di figure e due soli colori, Orsi in salita, dell’italiana Corinne Zanette vira nella direzione opposta e si inserisce nella tradizione dei grandi cartonati senza testo, “brulicanti” di immagini da riconoscere e seguire in infiniti fili narrativi, che per molti fa capo all’olandese Susanne Berner Rotraut e ai suoi libri delle stagioni, con i quali condivide anche lo scenario urbano. Come dichiara il titolo, questo albo si sviluppa tutto in altezza e, nei suoi 34 centimetri, segue un aeroplanino di carta che esce dalle finestre di una casa e sale fino alle cime innevate attraversando la città. In quarta di copertina, all’interno di polaroid, sono presentati i tanti animali antropomorfi (fra gli altri, elefanti, coccodrilli, topolini) spesso caratterizzati per mestiere (aggiustatutto, pilota) o relazioni (sorelle, innamorati) che il lettore può ricercare nelle altre pagine: fra loro gli orsi Gino e Gina che, fin dalla copertina, inseguono l’aeroplanino attraverso i vari scenari (le giostre, i palazzi, il cantiere, la montagna) tracciando un percorso-guida fra le pagine, espediente che ricorda le impronte di Una passeggiata invisibile di Gerda Muller. I colori sono vivi e pieni, le immagini, piatte, le figure simboliche, caratterizzate nei tratti principali (la proboscide per l’elefante o le orecchie per i conigli) e hanno contorni ben riconoscibili: questo rende Orsi in salita particolarmente adatto ai lettori sotto i tre anni che si divertiranno sicuramente nel gioco del cerca/trova, in situazioni allegre come il luna park, una festa in terrazza, un pic nic fra gli abeti o i giochi nella neve.
Serena Marradi (da LiBeR 138)
Orsi in salita
Corinne Zanette
Camelozampa, 2023, 32 p.
(Le piume)
€ 16,00 ; Età: da 2 anni
Dal dolce disordine della casa del nonno alla stazione di una città dove i treni partono e arrivano spaccando il secondo: puntualità e ordine si annunciano subito evitando le “trappole” dell'umana tolleranza anche nei confronti dei piccoli. In questo caso, il piccolo è Nelson ed è lui a farne le spese. Depositato come pacco postale sul marciapiede di quella stazione, il bambinetto abbandonato vuole cercare la sua mamma, senza sapere come fare a raggiungerla. Contravvenendo alle regole che gli sono state inculcate, Nelson abbandona la sua postazione e segue il sentiero indicato da una dolcissima melodia, così giungendo al cospetto di una tigre parlante. La grande coppia del piccolo libro trova in questo modo la sua composizione e parte per l’ignoto con l’intenzione di giungere alla meta di Nelson: la sua casa e la mamma. Lungo la strada , molti gli inciampi e gli incontri decisivi che diventeranno le tappe della formazione del piccolo Nelson, accompagnato dal suo Virgilio, la straordinaria tigre Zanda, dagli inferi al paradiso. Una ragazzina arruffata e diffidente, un teatrante raggiunto sul suo palcoscenico, un simpatico venditore di salsicce, un secondino che non vuole prigionieri, ma anche pericolose megere – che sembrano uscite dal ricco catalogo di Roald Dahl – e cittadini benpensanti e infidi complottisti, che mirano alla presa del potere della città, per instaurare un regime dispotico e decretare la fine di ogni libertà personale. Ogni personaggio in Nelson Zampaditigre ha la sua caratterizzazione non solo nel ruolo che svolge ma addirittura impresso nel nome (nomi calzanti e bizzarri), e definitivamente codificato nelle fisionomie che sporgono dalle pagine nei disegni dell'autrice. Ironico e implacabile, grottesco e ricco di humour emerge convinto il messaggio di giustizia e libertà, promesso dal racconto, che a poco a poco sciorina la portata del suo disegno, in un libro che vibra d'innocenza e tenerezza, di avventurosa ricerca del riscatto dei deboli e di indignazione per i soprusi dei potenti, richiamando a suo favore l’eco di felici pagine e di grandi autori.
Rosella Picech (da LiBeR 138)
Nelson Zampaditigre
Lena Frölander-Ulf;
trad. di G. Barbiani
Feltrinelli, 2023, 288 p.
(Feltrinelli kids)
€ 15,00 ; Età: da 7 anni
Dopo Il saggio mondo delle formiche, Il tuo pianeta ha bisogno di te!, Datemi un po’ di… spazio, arriva in Italia La meravigliosa forza dell’acqua di Philip Bunting, autore e illustratore inglese residente in Australia. Anche questa riuscita proposta editoriale nasce nel segno caratteristico delle altre pubblicazioni di Bunting: l’immediatezza, la semplicità e anche l’ironia con le quali l’autore e illustratore riesce a comunicare sia gli elementi “in senso ampio” del mondo naturale, dalle formiche agli alberi, sia i fenomeni culturali, si pensi al libro sui rifiuti. L’acqua è dappertutto, si legge nella prima pagina dell’album. E sotto l’immagine gigante di una balenottera azzurra appaiono in sequenza una patata, fatta all’80% di acqua, i batteri che ne contengono circa il 75% e l’album che ci accingiamo a leggere che, come afferma l’autore, contiene fino al 10% di acqua. L’acqua non ha odore, né sapore e nemmeno colore; può sembrare tranquilla, ma ha la forza di plasmare il mondo. Per questo l’autore invita il lettore ad analizzarla, a partire dalle sue molecole, fino ad arrivare ai tre stati, liquido, solido e gassoso nei quali la si può trovare. Dalla descrizione morfologica lo sguardo si allarga verso oggetti di maggior dimensione, i pianeti del sistema solare, quelli che contengono questo elemento prezioso, come Marte, che ai poli ha acqua ghiacciata. Un punto di vista inusuale, quello di ampliare l’orizzonte, che serve all’autore a interrogarsi sulla presenza dell’acqua sulla Terra: la risposta è affidata alle immagini che mostrano sia una nube di polveri sia le comete; non solo, le molecole d’acqua una volta atterrate circolano sul nostro pianeta da miliardi di anni. L’acqua è la base della nostra esistenza, si trova negli organi vitali dell’uomo, si trova ovunque e ogni forma di vita sulla Terra è collegata alle altre grazie all’acqua. L’album, pagina dopo pagina, tocca le caratteristiche principali dell’oro blu. Aspetti che è bene conoscere, avere chiari sin dalla prima infanzia, soprattutto in questo momento storico nel quale, a causa della siccità, ci troviamo a dover ripensare all’importanza e all’uso delle risorse idriche nelle attività fondamentali nella vita dell’uomo.
Francesca Brunetti (da LiBeR 138)
La meravigliosa forza dell'acqua
Philip Bunting;
trad. di F. G. La Rosa
Nomos, 2023, 32 p.
€ 16,90 ; Età: da 5 anni