Bookwashing: perché? per chi?

"Le storie sono vive e nel loro ciclo di vita possono cambiare, ma nel caso delle "migliorie" annunciate da Puffin ai libri di Roald Dahl ci siamo chiesti: chi ha il diritto di cambiare una storia?" : Beniamino Sidoti riflette sulla vitalità dei libri non confortevoli su LiBeR 140, dove abbiamo raccolto i contributi discussi durante il nostro ultimo convegno, dedicato a editoria per ragazze e ragazzi e nuovi conformismi. "Leggiamo per molti motivi - scrive Sidoti - tra cui la possibilità di cambiare: e per fare questo conta l’esperienza che facciamo mentre leggiamo. Un libro scritto in modo diverso (ma con la stessa storia e gli stessi personaggi) può proporre un’esperienza diversa. Tutelare un libro è anche tutelare la possibilità di vivere quella esperienza: perché alla fine conta il testo, ma conta anche quello che noi pensiamo alla fine della sua lettura. Conta il percorso che abbiamo fatto, in un dialogo. Conta l’ultimo passo, che spetta a noi". Illustrazione di Peppo Bianchessi per LiBeR 140.

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