Angela Ragusa, ill. di Alfredo Belli
Piemme, 2006, p. 253
(Il battello a vapore. Serie arancio)
€ 7,50 ; Età: 9-11
Il padre di Lisa e Luca ha avuto l’incarico di compiere per un anno delle ricerche archeologiche nelle vicinanze di Oristano e questo comporta il trasferimento della famiglia dalla Toscana in un paesino isolato della Sardegna, accolto con entusiasmo da Lisa e dai suoi genitori. Molto contrariato è invece Luca, che non vorrebbe lasciare la sua città e il suo giro di amici. Ma “l’esilio” si rivela via via sempre più piacevole. Ambiente simpatico, vicini cordiali, ottima cucina, storie che provengono da un antico folclore… Proprio Luca trova un simpatico amico, suo coetaneo, Cosimo, che gli prospetta la possibilità di allenarsi a cavalcare, in vista dell’evento più importante per il paese: “la Carrela”, una movimentata gara a cavallo in costume. Complice l’attivissima Lisa, Cosimo e Luca si preparano alla Carrela all’insaputa dei genitori, specialmente del padre di Cosimo, che nella pericolosa gara ha perduto, qualche anno prima, il figlio maggiore. A completare il terzetto dei complici si aggiunge un giorno un’altra figura di esperto cavaliere: Sergio, uno strano giovane che è fin troppo evasivo sulla sua identità, ma che si rivela abile allenatore e sa far sognare una vittoria nella prossima gara, per la quale propone la “pareza ’e tres”, cioè la corsa con tre cavalieri stretti l’uno accanto all’altro. Una suspense in continuo crescendo impregna le pagine con vivaci circostanze, curiose coincidenze, perfino con l’attualizzarsi di antiche credenze del folclore locale. Un successo clamoroso, non senza momenti drammatici, corona la fatica e l’impegno dei ragazzi. Tutti i personaggi, anche i minori, hanno una fisionomia psichica e fisica ben delineata e connotazioni che potenziano lo sviluppo delle vicende. Sobri ma toccanti i momenti che presentano il difficile rapporto tra Cosimo e il padre. Quello che dà risalto alla felice conclusione della storia e induce il lettore a sfogliare all’indietro le pagine alla ricerca di segnali premonitori, è la sparizione finale di Sergio, ben tenuta sospesa tra reale e surreale, tra presente e passato.
A. Ragusa
(da LiBeR 74)