Heleen Van Rossum, illustrazioni di Tijn Snoodijk
Zoolobri, 2006, p. 32
€ 11,50 ; Età: 2-4
Può un libro per bambini contenere gli stessi principi classificatori che hanno guidato le grandi scoperte dell’uomo? Riteniamo di sì, se intendiamo che l’operare dei piccoli, nel costante tentativo di comprendere le leggi che regolano il mondo, sia profondamente serio in sé, come già riteneva il pensatore tedesco Walter Benjamin. Il filo che lega Un buongiorno perfetto all’enciclopedica opera di Diderot e D’Alembert è più stretto di quanto non appaia a prima vista, perché è lo stesso principio ordinatore e razionale, se pur in forma di divertente gioco.
Sono le membra del corpo il tema del libro e rappresentano infatti il primo terreno di esplorazione che si offre al bambino; giustamente occorre ricordarle, elencarle, assemblarle, senza dimenticarne alcuna.
Il racconto inizia col risveglio e con la necessità di raccogliere e riunire ciascuna parte: il protagonista “comincia con un braccio e una mano. Si piega sotto il letto e trova l’altro braccio e l’altra mano; sicché può darsi una bella stirata. Con braccia e mani a posto può mettersi anche la testa. Ecco: così va proprio meglio!”, come se la consapevolezza di sé e la propria fisicità non potessero mai essere disgiunte, come se ogni mattino coincidesse con la riacquisizione dell’integrità del proprio corpo, ogni notte rimessa in dubbio dall’incoscienza del sonno; quasi risvegliarsi fosse, di nuovo e daccapo, rinascere.
Si compongono, in un meraviglioso gioco di Lego, braccia, mani, testa, occhi, bocca… tutto, fino all’ultimo piccolo dettaglio che, però, sembra scomparso. E infine eccolo proprio lì, sul comodino; “ora sì che si sente tutto d’un pezzo!” Lasciamo al lettore, naturalmente, la sorpresa di scoprire cosa sarà.
Nella loro essenzialità le illustrazioni di Tijn Snoodijk risultano particolarmente chiare e adatte a un bimbo piccolo, senza contorni ma con campiture di colore piatto e in contrasto; ancor più si sono semplificate rispetto al precedente Uffa! Ancora un libro già pubblicato da Zoolibri. Dominano il giallo e il blu, tra gli accostamenti preferiti dall’illustratore, e prevale la capacità di rispondere a quanto il testo descrive mantenendo il perfetto controllo dell’equilibrio compositivo.
Infine una notazione sul testo: quale nome sarebbe stato più adatto per il protagonista se non il cartesiano “Piùdiuno”?
A. Dal Gobbo
(da LiBeR 73)