Giusi Quarenghi, ill. di Nicoletta Costa
Giunti, 2006, p. 32
(I librini di Pinocchio)
€ 12,50; Età: 6-8 anni
Da oltre mezzo secolo il nome di Collodi è stato soppiantato da quello di Walt Disney: sul Pinocchio di questo autore-editore c’è soltanto il suo nome senza nessun accenno a quello del suo creatore. Non soltanto nel mondo ma anche in Italia (che in qualche modo avrebbe dovuto difendere il testo originale) il Pinocchio diffuso e conosciuto è per la quasi totalità quello disneyano. Inutile consolarci dicendo che lo stesso fatto è accaduto per la Sirenetta di Andersen: tutti e due i personaggi hanno subito un processo di mistificazione e di tradimento ingiustificabili. Ma a noi interessa Pinocchio, soprattutto per quei giovani lettori che ne perdono, attraverso Disney, il fascino dell’autenticità dell’infanzia e della possibile libertà di comportamento. Ai genitori e alle insegnanti di scuola dell’infanzia a cui si chiede la ragione dell’uso del “Pinocchio disneyano” la risposta è praticamente unanime: il testo di Collodi è troppo complesso e lungo per bambini al di sotto dei sei-sette anni. Collodi ha iniziato a scrivere il suo capolavoro nel 1880 e per molti decenni (almeno fino ai 20 anni dopo la fine della seconda guerra mondiale) il testo originale è stato letto direttamente a partire dagli 8-9 anni. Adesso molte insegnanti lo leggono a voce alta in prima o seconda elementare (“primaria” per i pignoli). Infatti Giusi Quarenghi ha riscritto un Pinocchio meravigliosamente adatto alla prima infanzia con l’aiuto delle affascinanti immagini di Nicoletta Costa. Il testo di Giusi Quarenghi, pur nella sua brevità, ci restituisce un Pinocchio essenziale in tutti i suoi aspetti, senza minimamente intaccarne gli aspetti più segreti ed esaltanti. Un lavoro di profondo rispetto e di forte risultato narrativo. Il libro di Giusi Quarenghi offre un’altra importante novità. Come è scritto nell’avvertenza prima dell’inizio del racconto la voce narrante è stampata in stampatello minuscolo, le parole originali di Collodi in corsivo, i commenti degli ascoltatori in stampatello minuscolo in colore marrone chiaro. È una scelta importante perché se il libro, anziché essere ascoltato dalla voce dell’adulto, viene letto direttamente a sette-otto anni, la diversità del tipo di stampa non soltanto risulta divertente ma chiarisce perfettamente quanto è scritto da Collodi e quanto è invece è opera di chi lo ha riassunto.
R. Denti
(da LiBeR 73)