Stephenie Meyer; trad. di Luca Fusari
Lain, 2006, p. 412
€ 16,50 ; Età: 12 e oltre
In America è stato subito un grande successo, 200.000 copie vendute in un anno, in Italia 20.000 dopo un mese e grande spazio e attenzione sui maggiori giornali. In una noiosa cittadina di provincia la diciassettenne Belle si innamora di Edward, compagno di scuola bellissimo, algido, inavvicinabile, che si rivela un vampiro, ma “buono”, che come tutta la sua famiglia si è adattato, un po’ controvoglia, a succhiare sangue di animali. Anche lui si innamora di lei, ma è un po’ restio perché non vorrebbe farle del male. Il romanzo comincia come un diesel, tiene sempre lo stesso ritmo; poi a tre quarti circa subisce un’accelerazione repentina, avvincente per tensione e dialoghi, quando compare un clan di vampiri “cattivi” con un assassino che scatena la caccia a Belle, difesa da Edward e dai suoi.
Perché piace Twilight? Sicuramente per ragioni ben intuibili: perché è un feuilleton adolescenziale e universale sull’amore impossibile, per l’appartenenza al filone sentimentale cosiddetto “neoromantico”, per la sapiente mescolanza di amore e scuola con un tocco neogothic, per la forte carica metaforica e simbolica: l’ambiguità dell’adolescenza, la diversità, la fascinazione femminile per il sessualmente pericoloso. Chi scrive ne ha trovato conferma in un’esperienza personale. P., quindicenne figlia di amici, ha letto con passione il libro, lo ha fatto leggere alle amiche, ha proibito di leggerlo alla mamma incuriosita da tanto fuoco e in subordine le ha vietato di parlarne con lei. Twilight è cosa sua, di P., da condividere solo con le amiche. Ipotesi di chi scrive: il libro è percorso da una sotterranea vena di erotismo forte ma trattenuto, mai esplicito: i due faranno l’amore? Un’adolescente con una formazione familiare, culturale e scolastica che le ha dato un determinato senso di pudore può provare imbarazzo di fronte ai libri fin troppo espliciti e hard (una volta si chiamavano pornografici) di Melissa e Moccia. Invece, in Twilight – come ieri in Jack Frusciante – riconosce i propri turbamenti e interrogativi da condividere solo con le pari che possono capirla.
L’atmosfera e l’ambientazione, infatti, ricordano il puritanesimo americano dei romanzetti di Nancy Drew: il primo vero bacio a bocca aperta scocca a p. 240, Belle prova un “folle impulso di toccarlo, accarezzare [Edward]” e chiede “come lo fanno” i vampiri e “se… io e te… un giorno…”.
F. Rotondo
(da LiBeR 73)