Kate Petty, Jennie Maizels; trad. di Allegra Panini
Mondadori, 2006, p. 12
(I libri attivi)
€ 19,80 ; Età: 6-8
Chi ha avuto modo di apprezzare i pop-up di Kate Petty, autrice, Jennie Maizels, illustratrice e Corinna Fletcher, paper engineering, non rimarrà deluso dalla loro ultima fatica: The global garden che, tradotto impropriamente in italiano con il titolo Il grande libro della piante del mondo, è l’ultimo della fortunata collana edita da Mondadori.
Il libro si rivolge ai bambini della scuola primaria invitandoli a entrare nel mondo naturale, il global garden appunto, quel giardino comune, globale da cui tutto ha origine, e li accompagna nella scoperta del legame tra la terra madre e tanti prodotti o manufatti che fanno parte della nostra vita quotidiana.
Cicerone di questo viaggio dentro nella natura è un’ape che ha una duplice funzione narrativa: quella di suggerire al lettore come muoversi, cosa fare dentro il libro e quella di anticipare i contenuti dei paragrafi.
Di cosa ha bisogno una pianta? Come funziona il suo ciclo vitale? Che cosa è la catena alimentare? Questi interrogativi trovano risposte chiare, comprensibili, tutte nel segno dell’interattività. Valga come esempio la parte centrale del libro che, forse, meglio di altre, ne riassume la filosofia. Un bambino paffuto siede davanti a una tavola apparecchiata per un’abbondante prima colazione. L’ape invita a tirare le linguette per sapere “che cosa accadrebbe se ogni cosa si trasformasse di nuovo nella pianta da cui deriva?” In un percorso a ritroso i pantaloni del bambino ritornerebbero foglie di cotone, la margarina girasole, i succhi di frutta alberi di arancio. L’ape, quindi, invita a estrarre da un albero dei piccoli libretti, libri nel libro, storie nelle storie, che narrano da dove vengono i jeans o i pneumatici.
Completano la pubblicazione due capitoletti indispensabili nel darci un quadro complessivo del global garden. Nel primo il lettore si imbatte in un bastimento tridimensionale carico di merci e, quindi, riflette sul ruolo delle esplorazioni geografiche nella circolazione di nuove piante/prodotti. Il secondo, la conclusione del libro, è un coloratissimo mazzo di fiori e sembra sottendere a un invito a considerare le piante e i fiori non solo per il loro impiego pratico, ma anche per la bellezza, il profumo, l’essere fonte di ispirazione, insomma anche per la loro poeticità.
F. Brunetti
(da LiBeR 73)