Joan Aiken; trad. di D. Paggi; ill. di A. Gon
Salani, 2006, p. 163
(Gl’istrici)
€ 8, 00 ; Età: da 10 anni
Il primo dei tre racconti che compongono Sogni d’ossa si apre con un’inquietante segnale d’allarme per Ned, protagonista dell’intera trilogia. Il ragazzo si trova su un treno diretto in Cornovaglia, quando all’improvviso entra nel suo scompartimento un gabbiano inspiegabilmente inferocito, che agitandosi sbatte contro sedili e bagagliai prima di essere catturato e lanciato fuori. Questo inequivocabile episodio hitchcockiano sembra voler ammonire il lettore e avvertirlo che non sta accingendosi a leggere di una banale visita agli zii, ma di un viaggio ben più complicato. In ogni racconto infatti il protagonista è alle prese con difficili casi da risolvere, in cui entrano in gioco scherzi del destino, maledizioni, presenze a cavallo tra il reale e il soprannaturale. Ned impara ogni volta ad affinare lo sguardo, a osservare i dettagli, ad ascoltare preziosi messaggi da parte di persone, e fantasmi, che vogliono aiutarlo (o bisognosi d’aiuto). Joan Aiken privilegia il racconto per immagini, è capace di caratterizzare personaggi con grande forza visiva, di fermare scene tratteggiandole con estrema efficacia. Prendiamo per esempio, ancora nel primo racconto, il punto in cui Ned libera sua zia Lal della maledizione di cui è vittima. Per farlo il ragazzo deve lavorare una notte intera districando la pesante chioma di capelli della donna, dove finisce per trovarvi incastrato l’uovo di una creatura non definita. La scrittrice descrive la scena come fosse l’impresa di un eroe, alimentando l’attesa del lettore, ma soprattutto penetrando con ironia l’aspetto bizzarro che la caratterizza. E poi c’è Giunchiglia, la bambina dell’ultimo racconto tediata dal nonno-poeta-vampiro che la vuole sempre accanto a sé come Musa ispiratrice, costringendola a ritirarsi in un mondo immaginario così intensamente da rischiare di esserne risucchiata: Joan Aiken crea così un ritratto d’infanzia pungente e malinconico. Come Eddie Dickens, il personaggio di Philip Ardagh le cui vicissitudini cavalcano il grottesco con toni tanto neri quanto esilaranti, anche Ned deve cavarsela in situazioni assurde. Il lettore non può che appassionarsi alle loro avventure e disavventure, acquistando familiarità con personaggi folli e improbabili decorsi del destino.
L. Cupido
(da LiBeR 72)