Principesse dimenticate o sconosciute
Philippe Lechermeier; ill. di R. Dautremer
Fabbri, 2005, p. 91
€ 22,00 ; Età: dai 6 anni
Ventinove le principesse di cui si parla in questo libro. Vivono in tutte le parti del mondo. Sappiamo tutto di loro: la culla dove sono nate, i loro gioielli, i segreti, gli stemmi e le bandiere, le foreste, i luoghi e le strade, i palazzi e le dimore, i giardini, gli animali preferiti, i loro pasti e le cucine che li preparano, gli alfabeti che usano muovendo il ventaglio, come diventano regine e tante altre cose ancora.
Ogni principessa è descritta nei particolari come se la sua esistenza fosse reale, ma l'ironia non manca anche nelle note che accompagnano la biografia. Tutti i testi raggiungono livelli narrativi di forte suggestione. Ma la forza di questo libro è anche nelle illustrazioni di grande profondità evocativa, sospese fra l'irrealtà fantastica e un solido ancoraggio alla vita concreta, con l'uso del colore disteso fra toni suggeriti e deciso utilizzo della policromia, in cui il rosso resta il colore dominante. Si parla di principesse: quindi i loro volti hanno una funzione essenziale che però non prevarica mai l'atmosfera dei costumi e il fascino del paesaggio.
Questo bellissimo libro pone, come altri (Greta la matta Adelphi; Bisognerà Lapis; Il bambino nascosto, Emme; Maiali La Biblioteca; Lupi nei muri Mondadori) il problema sull'indicazione dell'età di lettura. Si tratta infatti di un libro il cui formato e l'aspetto complessivo inducono, ad un'osservazione superficiale, a proporlo per la prima infanzia. Invece il contenuto del testo suggerisce decisamente un'età più alta. Le descrizioni hanno un livello narrativo decisamente adatto a una comprensione che richiede un'età più matura (forse gli adulti lo possono apprezzare in pieno). Anche per questo libro, come per quelli più sopra indicati, (ma ce ne sono parecchi altri) sarà opportuno rivedere qualche posizione tradizionale (e superficiale). Perché non proporre ai ragazzi della scuola media dell'obbligo una lettura in cui testo e immagini si comportano a un alto livello emotivo? Chi ha detto che la lettura dell'immagine finisce con la prima infanzia? Come la mettiamo con Giotto e Picasso? Avere libri che riecono a equiparare i due linguaggi anche in età più matura è forse un modo di non accontentarsi di proposte di lettura tradizionali, spesso in crisi.
R. Denti
(da LiBeR 72)