Apologia pittorica del tempo bambino, elogio dell’interiorità infantile, canto mitico del legame affettivo e della crescita, l’albo offre un’esperienza di lettura suggestiva e simbolica, profondamente emotiva e pedagogicamente rilevante. L’elemento acquatico, materno, formale e fisiologico, è dominante. La pittura di Lundberg sublima in fantasmagorie ipnotiche e oniriche i colori, le ombre, le visioni che accolgono il protagonista nel suo viaggio solitario, a bordo di un piccolo canotto arancione.
È un viaggio naturale e interiore, di emancipazione e necessaria dimenticanza; una separazione apparente, la prima – o primordiale – e deliberata, dalla madre verso il mondo, una trasformazione del cuore possibile se permane il tocco dello sguardo d’amore che si è ricevuto. Lundberg mette in pagina la forza propulsiva di quell’amore: il cuore sa che qualcuno lo aspetta e dunque può andare. Il bambino slega il canotto e lo libera dal molo. Si allontana di pochissimo – o forse di moltissimo – nella navigazione, in uno spazio e in un tempo minimo e insieme non misurabile. La madre conversa poco lontano, o forse lontanissimo, con un’altra signora, in un altro mondo divenuto temporaneamente inaccessibile. Il viaggio è un’avventura solitaria, comprende tuttavia un intero repertorio di riconoscimenti, prima nella moltitudine dei bagnanti-galleggianti, poi con una bambina. Le tavole diventano presto mute e ci immergono in un distillato di memorie d’infanzia. Il testo è scarno ed essenziale e il racconto è affidato alle immagini. Il viaggio apre a visioni impreviste, non solo naturali ma urbane, umane, quotidiane. Il punto di vista è mutevole, aereo, obliquo, spiazzante. Il fluttuare alla deriva del protagonista diventa il nostro, viaggio di formazione di ogni lettore, ma anche figura della vita e della fragilità infantile, di cui siamo responsabili. Il linguaggio figurativo e pittorico di queste tavole, intrise di echi della storia dell’arte, è al servizio della descrizione della bellezza del processo di crescere e dell’ineludibile responsabilità che abbiamo nei confronti dell’infanzia. Lundberg mostra che siamo sempre e tutti neonati e bambini: temporaneamente in viaggio, accidentalmente sopravvissuti – finora – ai naufragi della storia e della nostra storia.
Marcella Terrusi (da LiBeR 147)
Nessuno tranne me
Sara Lundberg;
trad. di M. V. D’Avino
Orecchio acerbo, 2025, 64 p.
€ 17,00 ; Età: da 5 anni

