"Per comprendere davvero l’amore adolescenziale, occorre mettersi nella disposizione d’animo di chi ascolta una lingua straniera: inizialmente ci si smarrisce, poi si riconoscono suoni familiari, infine si inizia a tradurre. Questa traduzione, però, richiede tempo, empatia e memoria. Memoria delle emozioni che abbiamo vissuto noi, dei nostri turbamenti, delle nostre insicurezze. Quando l’adulto dimentica la propria adolescenza, fatica a entrare in relazione autentica con i giovani. Nel lavoro educativo, allora, dobbiamo fare un doppio movimento: da un lato mantenere la fermezza di chi accompagna, dall’altro la tenerezza di chi ricorda. Solo così possiamo diventare presenze significative nei momenti di passaggio": Filippo Mittino, psicologo e psicoterapeuta, riflette sulla scrittura per emozioni nel suo articolo su LiBeR 147. Illustrazione di Paolo Moretti.

