Davide Morosinotto sembra candidarsi al titolo di scrittore delle meraviglie. Dal superpremio Andersen del 2017 vinto per Il rinomato catalogo Walker & Down ci ha abituato a ottimi titoli; nel momento in cui scrivo queste righe è fresco di premio Strega per La più grande. Non susciterà dunque meraviglia leggere qui che L’ultimo cacciatore è l’ennesimo romanzo riuscito. L’ultimo cacciatore, però, a mio parere, è un libro superiore anche ai precedenti. Morosinotto ci ha abituato ad ambientazioni storiche in cui si collocano avventure piene di azione, ritmo e colpi di scena. Questa volta ci spiazza portandoci però molto più indietro nel tempo, dove i giovanissimi lettori sono meno abituati a viaggiare tra le pagine. Il giovane protagonista, Roqui, si muove in un Pleistocene in equilibrio tra ricostruzione accurata e invenzione fantastica in attesa di scoprire il proprio talento, affrontare una Grande Caccia ed entrare così a far parte della comunità degli adulti. Proprio nel giorno in cui scopre il suo “talento di uccidere”, un incendio distrugge l’accampamento della tribù. Roqui si ritrova solo con cinque altri ragazzi e ragazze, nessun adulto a guidarli, in un contesto che ricorda e omaggia i tentativi di organizzarsi e sopravvivere dei ragazzi de Il signore delle mosche. Ama ha il “talento delle storie”, Ocho il “talento delle corde”, Cato “della pietra”, Beri “del fuoco”: con loro c’è la piccola Hona, ancora alla ricerca del suo e che va protetta. Le loro risorse di gruppo sono comunque limitate, ai ragazzi serve una tribù e devono provare a raggiungerne una. Ogni scelta da compiere è difficile, a volte spietata. L’ombra di una maledizione grava sul piccolo gruppo e Davide Morosinotto fa la più autentica e coraggiosa delle scelte, dimostrando un enorme rispetto dei suoi lettori: non salva in modo improbabile, non risparmia i suoi personaggi, non consola chi legge. Restituisce intera la crudezza di questa vita primitiva in un ritmo serratissimo, dove non c’è una riga di troppo. Ci si sente trascinati verso l’ultima pagina come da un torrente in piena, nessun appiglio per una sosta, e anche giunti lì, sbattuti contro una dura roccia. Ci si sente stremati e insieme si vorrebbe ringraziare per l’esperienza feroce, pronti a volerne ancora. Che potenza, gli scrittori che sanno farci questo.
Alice Bigli (da LiBeR 134)
L’ultimo cacciatore
Davide Morosinotto,
ill. di Fabio Visintin
Mondadori, 2021, 312 p.
€ 17,00 ; Età: da 12 anni