Io ero l’albero, Tu la maestra

L’esperienza della scuola primaria Enrico Pestalozzi, Roma

Le mura della scuola ci stanno sempre più strette; dopo due anni di pandemia, con tutte le sue conseguenze, decidiamo: si esce! Lezione all'aperto: il parco più vicino alla scuola è Villa Torlonia… e Villa Torlonia sia! Decidiamo di intraprendere un percorso didattico sugli alberi: è autunno, si tingono di tanti colori, si celebrano in odi e racconti, ma dove sono? Come si chiamano? Come sono fatti? Lo spunto viene da un libro illustrato, Saremo alberi, di Mauro Evangelista (Artebambini): ogni albero ha un carattere, mirabilmente riprodotto con materiale povero, lo spago. Proviamo anche noi.

Così tutta la scuola si mette in cammino e raggiunge la villa. Lì ci soffermiamo davanti agli alberi: tigli, querce, platani, castagni, cedri, fichi, cipressi, pini, olivi, persino l'esotico bambù. Impariamo i nomi, osserviamo chioma, foglie, cortecce. Ai bambini chiediamo di raccogliere da terra una foglia per documentare in classe la nostra attività. A un tratto si risveglia l'istinto atavico del raccoglitore: scelgono, selezionano, classificano. Il riferimento alla storia è d'obbligo: i primitivi sono cacciatori e raccoglitori, “ma anche noi ce la caviamo mica male maestra!”. In modo un po’ didascalico aggiungiamo: “raccoglitrici soprattutto… che è alle donne che dobbiamo l'invenzione dell'agricoltura”. “Lo sappiamo, ce lo avete già detto”.

I bambini vengono da Etiopia, Bangladesh, Congo, Eritrea, Filippine, Venezuela, Senegal, Capoverde, Ucraina, Romania; è importante per noi che condividano l’idea che la donna non sia considerata un oggetto passivo, ma un soggetto attivo nella storia come nella vita.

Ognuno poi sceglie un albero da rappresentare, con un occhio alle caratteristiche del temperamento: Enea si sente platano, solido e sicuro, Veronika è betulla, leggera e flessibile, Heba è cipresso, ordinata e compatta... tutti al lavoro con colla e spago. Il tempo è volato, si torna in classe con buste piene di foglie secche, ghiande e pigne e con tanti nuovi amici alberi da tornare a trovare.

 

Laura Buongiorno Nardelli, Paola Nicastro

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