Le parole di Erica Bloom dovrà scontrarsi con un commento che spesso accompagna la scrittura per ragazzi dal taglio fortemente realistico: “Peccato per le parolacce”. Ma scartare un’opera per le imprecazioni è miope: soprattutto se ci troviamo davanti a un romanzo di formazione in cui la comunicazione è una traccia viva e l’evoluzione interiore della protagonista è strettamente legata alle parole che pronuncia. Sarà infatti il percorso di maturazione di Erica, detta Ricky, a portarla a scelte lessicali sempre più accurate e consapevoli. La sua è una voce spavalda, in prima persona, che cresce modulandosi e alimenta un ritmo ben orchestrato, capace di condurre il lettore senza affanno per quattrocento pagine – anche per merito della scrittura della traduttrice, Aurelia Martelli.
Sul finire della scuola media Ricky si sente maledetta (il titolo originale ha proprio quest'accezione) perché si ritrova in poco tempo a vivere la separazione dei genitori e la diagnosi di una malattia autoimmune, l'artrite giovanile. Trasferitasi nell'appartamento del padre, Ricky cambia scuola, compagni, abitudini, e inizia a convivere con un corpo che non risponde più alla sua volontà. Il dolore continuo e l'impossibilità di muoversi con naturalezza la portano a chiudersi in un tempo sospeso, il ristoro di lunghissimi bagni caldi, in una ferma solitudine.
Ricky è intelligente, ironica, pungente: ma usa le parole più sgradevoli come un'impacciata richiesta di aiuto che in pochi sanno interpretare. E mente di continuo, perché salta la scuola per un lungo periodo senza che i genitori, ancora storditi dal nuovo assetto familiare, se ne accorgano.
Sarà la possibilità di perdere l'anno a costringerla a smettere di subire l'ingiustizia che le è toccata in sorte: tornando tra i banchi, tentando un nuovo percorso terapeutico, iniziando a fidarsi di chi le tende la mano. Karol Ruth Silverstein ha vissuto la diagnosi della protagonista e forse proprio alla luce della sua biografia fugge i pietismi della patinata letteratura della malattia porgendoci una protagonista credibile, complessa, contraddittoria: proprio come una qualsiasi benedetta (o maledetta?) adolescente.
Dina Basso (da LiBeR 131)
Le parole di Erica Bloom
Karol Ruth Silverstein;
trad. di A. Martelli
Giralangolo, 2021, 396 p.
(Narrativa)
€ 17,00 ; Età : da 13 anni