Storie della storia di Bologna
LA PARTIGIANA IN TAILLEUR
di Janna Carioli e Federica Aglietti
Fatterelli bolognesi Storie della storia di Bologna, Minerva 2021
In quegli anni di guerra Penelope aveva capito che i suoi abiti eleganti rappresentavano una specie di travestiemnto che le permetteva di
passsare senza problemi attraverso i posti di blocco. I fascisti che piantonavano i passaggi non pensavano che quella ragazza così ben
vestita fosse una staffetta partigiana. Penelope è vissuta davvero, Penelope Veronesi, nata a Bologna l’11 aprile 1916, diplomata nel 1938 all’istituto magistrale Laura Bassi, partigiana aggregata alla 63esima brigata Bolero Garibaldi con il grado di tenente, nome di battaglia Lucia.
All’inizio del 1945, dopo l’inverno più nero, ebbe il coraggio di chiamare le donne a organizzarsi in azioni di protesta per avere più cibo da mettere in tavola e per fare cessare finalmente la guerra. Janna Carioli è da molti anni scrittrice: di libri (un centinaio di titoli per ragazzi), trasmissioni televisive (L’albero azzurro e Nefertina sul Nilo, tanto per citarne solo due), poesie e canzoni (un recente documentario di Filippo Vedemmiati la vede protagonista nel Canzoniere delle Lame).
Alle parole dei famigliari di Penelope Veronesi e ai documenti raccolti negli archivi della Storia Partigiana, Janna Carioli ha aggiunto il mestiere collaudato e l’impronta pedagogica di chi sente la necessità di trasmettere la storia ai più giovani. Federica Aglietti ha frequentato la sempre più prestigiosa Accademia di Bologna e ha lavorato su Morandi in collaborazione con il Mambo. Il suo segno incisivo e pieno di carattere è perfetto per riportare ai ragazzi un momento storico che sentono così
lontano. In effetti stiamo parlando di quasi un secolo. Quando presenterò La partigiana in tailleur alle classi elementari e prime medie, dirò che se il fascismo non fosse caduto, nei loro compiti, accanto alla data volgare, avrebbero l’obbligo di riportare l’era fascista: “XCIX dell’era fascista”, e l’anno prossimo un bel tondo “C” di Centesimo anno dell’era fascista. Il fatto è che la maggior parte dei bambini conosce più gli antichi egizi di questo “recente” periodo storico, per loro il fascismo sta tutto in poche righe dei libri di scuola. Non hanno il racconto vivo e diretto dei vecchi come noi nati poco dopo la guerra e c’è bisogno di avvicinarli con dei riferimenti coinvolgenti. La partigiana in tailleur ha per protagoniste una ragazzina e una maestra. Anna, che profuma ancora di infanzia ma è già piena di responsabilità, e una maestra, come quella che ogni giorno fa loro lezione, che ha scelto di essere anche partigiana:
Penelope Veronesi.”
SANTA CATERINA STA SEDUTA
di Laura Manaresi e Giovanni Manna
Fatterelli bolognesi Storie della storia di Bologna, Minerva 2021
Caterina è morta ma sta seduta? Proprio così! Questa è la storia di santa Caterina De Vigri, monaca, scrittrice, pittrice, musicista, insegnante e
fornaia, co-patrona di Bologna insieme a san Petronio. Per tutti è semplicemente “la Santa”, che dal 1463 accoglie i visitatori seduta sulla
sedia dorata. Santa Caterina Vigri (1413-1463), o Caterina da Bologna.
Nacque a Bologna, crebbe a Ferrara e tornò a Bologna per fondare il convento di Clarisse di cui fu badessa fino alla morte. Vi fece prevalere povertà assoluta, clausura, spirito di carità, esercizio di umiltà, cosicché il monastero divenne in breve un punto di riferimento spirituale per tutta la città, che era, allora, la Bologna di Annibale Bentivoglio. Caterina de Vigri fu protagonista di un movimento di riforma delle Clarisse attuata da donne eccezionali, spesso di nascita illustre e di cultura umanistica, che miravano a trovare nella vita religiosa un nuovo equilibrio tra intelligenza e vita spirituale. Nel 1463, con la morte di Caterina -nel frattempo diventata Caterina da Bologna- ed il mantenimento incorrotto del suo corpo, è iniziato il lungo percorso di santificazione. Oggi è co-patrona della città insieme a Petronio e sta ancora seduta nella cappella del suo convento, nella chiesa del Corpus Domini, dove i bolognesi, che non hanno mai smesso di amarla e venerarla, continuano a farle visita e a offrirle ex voto. In un frammento d’infanzia il pittore Wolfango ricorda l’impressione che gli lasciava ogni anno il rito del bacio a quel piede nero. “E un po’ paura mi faceva quella mummia dal naso rosicchiato, che, si diceva, mantiene la schiena ancora snodabile. Oggi, nonostante io sia agnostico, la Caterina mi è diventata simpatica, ho scoperto che oltre ad essere una letterata e musicista era anche una pittrice.” (Wolfango oltre i
colori, Minerva 2017). Un aspetto, quello della monaca artista e del suo elaboratissimo breviario, studiato da Vera Fortunati e Irene Graziani: Pregare con le immagini, Compositori 2004. Questo e molti altri documenti sono stati il supporto per Santa Caterina sta seduta, il libro che racconta La Santa anche ai bambini. E’ un racconto storico nei “Fatterelli bolognesi”, la collana di Storie di Bologna curata da Tiziana Roversi per l’editore Minerva.
Gli autori sono Laura Manaresi e Giovanni Manna, che in coppia (di vita e di lavoro) hanno scritto (Lei) e illustrato (Lui) decine di libri per ragazzi tradotti nel mondo, dagli Stati Uniti a Taipei. Tra i più recenti un magnifico Leonardo, esemplificativo di una produzione ormai davvero vasta e straordinaria. Che illustri testi di Laura, di Ben Jelloun, Thoreau, Kipling o di Stevenson… la tecnica prediletta di Giovanni Manna è l’acquerello di cui infatti è Maestro riconosciuto e premiato. Tecnica che insegna nelle accademie di illustrazione. Vivono a Bologna, città culla di talenti grafici e
letterari. Laura e Giovanni sono ormai esperti nel rivolgersi al pubblico dei bambini. Con
Santa Caterina sta seduta hanno raggiunto l’obiettivo di raccontare in modo lineare,
affettuoso e perfino gioioso lo spessore culturale e spirituale della Santa, calata nel
Quattrocento dei movimenti mistici e delle signorie al governo, a Bologna i
Bentivoglio.
Informazioni:
Tiziana Roversi 3479574179
Janna Carioli 3356070397
Laura Manaresi 3493723450