Leggendo questo romanzo, edito nel 1970, ma giunto ora in Italia non si può fare a meno di pensare che l’autore danese, che era anche insegnante, appartenesse a quella schiera di adulti, educatori, scrittori, poeti, che hanno uno sguardo lucido e concreto sul vivere e fare dei bambini e delle bambine.
Il tappeto volante del Bulgistan propone una dimensione fiabesca, un andare che si avvicina alle narrazioni de Le mille e una notte, un immaginario inattuale e fantastico e uno schema classico. Hodja, ragazzino curioso e inquieto, vive a Pjort, un piccolo villaggio montagnoso e desidera andarsene in giro per il mondo. È un tappeto volante che lo porta verso un cattivo, un palazzo sontuoso, un sultano con 235 mogli, una prigionia, perfidi consiglieri, stupidi carcerieri e una fuga.
Come nelle fiabe classiche, chi narra aggiunge al meraviglioso dettagli esatti di vita quotidiana. Questa accuratezza provoca fin dalle prime pagine un senso di esoticità e lontananza. Leggiamo che a Pjort gli uomini portano babbucce con la punta all’insù e le donne hanno un lungo vestito e un velo molto carino davanti agli occhi, conosciamo le vie della città. La mamma di Hodja, nell’imminenza della partenza, lo costringe a un ordinario bagno nella tinozza, gli mette in tasca dei soldini e fornisce consigli, come fanno tutte le mamme.
Le tavole imbandite sono descritte con cura e noi immaginiamo arrosto d’agnello, tacchini e piccioni con mandorle e miele, panini appena sfornati e frittelle dolci.
La narrazione assume la concretezza spiccia delle fiabe e sembra anticipare le domande dei lettori e delle lettrici definendo un mondo fantastico che della quotidianità mantiene ritmi, azioni, oggetti, necessità, relazioni.
Flannery O’Connor ne Il territorio del diavolo scriveva: “Non va mai dimenticato che cura immediata dello scrittore di narrativa non sono tanto idee grandiose e emozioni tumultuose, quanto infilare pantofole di pezza agli scrivani.”
Ne Il tappeto volante del Bulgistan ci sono babbucce a punta e non pantofole a testimoniare la capacità affabulatoria e narrativa di Kirkegaard.
Le illustrazioni dell’autore, ariose, leggere e divertenti concorrono nello stesso tempo a precisare e ad aggiungere evocatività al mondo narrato.
Nicoletta Gramantieri (da LiBeR 129)
Il tappeto volante del Bulgistan
Ole L. Kirkegaard;
trad. di M. V. D'Avino
Iperborea, 2020, 122 p.
(I miniborei)
€ 12,00 ; Età: da 7 anni