Questo spassoso albo si apre con l’incontro dei rispettabili Signor Cane e Signor Tartaruga che iniziano un’amabile conversazione. Il Signor Cane però è affranto perché non riesce a trovare la sua coda; per fortuna il suo interlocutore è molto disponibile e gli suggerisce la soluzione: girarsi e guardare proprio dietro di sé, dove la sua coda è sempre stata. Peccato che, ogni volta che il cane si gira, la sua coda si muova con lui e non riesca mai a vederla! Questa surreale conversazione innescherà un divertente gioco di equivoci tra i due, che finiranno per scaldarsi, alzando i toni dello scambio e guidandoci verso un finale inaspettato. Ciò che appare oggettivamente indiscutibile, si dimostra così opinabile a seconda del punto di vista da cui si osserva la scena: questo è il cardine della storia di Alberto Lot. La narrazione prosegue attraverso lo scambio di battute brevi e secche dei due protagonisti, che non vediamo mai inquadrati a figura intera in maniera da accrescere il dubbio sulla coda del Signor Cane: è veramente dietro di lui, come dice la tartaruga? Quello che non vediamo, esiste sul serio? E come mai il Signor Tartaruga è così certo della sua affermazione? Che si stia forse divertendo a prenderci in giro? Sono domande che tutti i bambini sono tenuti a porsi nell’arco della crescita; capire che una stessa realtà possa essere ricostruita in diverse maniere a seconda di chi e da dove essa viene osservata è un meccanismo complicato e l’albo (come già il precedente Ho visto una talpa, sempre edito da Minibombo) gioca con questa tematica in maniera stimolante. La convinzione che entrambi gli interlocutori hanno è che il loro punto di vista sia il solo e indiscutibilmente vero perché è l’unico tangibile. La loro realtà, come quella dei bambini nei primi anni di età, è o bianca o nera, le sfumature cominciano a essere prese in considerazione solo quando i ruoli vengono invertiti e l’uno si trova involontariamente al posto dell’altro : il Signor Tartaruga viene informato dal Signor Cane di possedere una coda che non ha mai visto e della quale perciò non conosceva l’esistenza. Per crescere dunque, è necessario mettersi in gioco, orientarsi verso l’altro, accettare vedute nuove, sempre con tanta ironia.
Giulia Romualdi (da LiBeR 127)
Ha visto la mia coda?
Alberto Lot
Minibombo, 2020, 40 p.
€ 12,90 ; Età: da 3 anni