Michael G. Bauer; trad. di S. De Franco
Giunti, 2008, p. 281
(Graffi)
€ 6,90 ; Età: da 13 anni
Ci sono incontri nella vita che segnano, formano, trasformano un essere umano, specie se si tratta di un ragazzo. Accade a Joseph che Bauer ci presenta come un ragazzino impegnato a tornare a casa da solo in un percorso urbano non lungo né difficile nel quale, però, s’imbatte nel Corridore folle, un uomo vestito di stracci, dal viso stravolto che corre continuamente, senza scopo, per le vie della cittadina scansato da tutti. Joseph si aspetta di essere inseguito e aggredito da lui, il che non avviene, tuttavia si crea un incubo che tormenta soprattutto l’infanzia del ragazzo.
Lo ritroviamo da adolescente, impegnato nel compito assegnatogli a scuola: fare il ritratto di una persona a sua scelta.
Caroline, una giovane donna sua vicina di abitazione, gli propone di scegliere a modello suo fratello che misteriosamente da anni vive chiuso in casa. La proposta provoca al ragazzo disagio e timore, perché corrono voci strane sull’uomo semirecluso, ma anche curiosità e quasi una sfida contro se stesso e chi vorrebbe dissuaderlo.
Il rapporto tra Joseph e Tom, il suo modello, è difficilissimo agli inizi per l’atteggiamento di chiusura, da parte dell’uomo, a ogni tentativo di dialogo e per l’evidente sofferenza che gli causa un suo oscuro dramma.
Un primo timido punto d’incontro tra i due è il reciproco interesse per i bachi da seta di cui Tom conserva le uova in una scatola.
Il ragazzo si conquista presto la simpatia e l’affetto dell’adulto e riesce a trarlo dal bozzolo in cui l’uomo ha scelto di chiudersi. Viene così a conoscere il suo segreto: una terribile esperienza nella guerra del Vietnam ha determinato in lui uno squilibrio, una prostrazione mentale che lo hanno portato a certe azioni incontrollate, violente. La rivelazione, da parte di Tom, di ciò che può nascondersi nel passato di un uomo si estende anche al Corridore folle. Proprio da un albo di foto e ritagli Joseph scopre anche il dramma che ha travolto la mente di chi è stato causa dei suoi incubi notturni. Finoa trovarsi a faccia a faccia con lui. Per uscire dal timore e dal disagio portati dietro dall’infanzia, gli mostra una scatola di bachi che porta con sé e sente uscire dalla sua bocca uno dei versi di Stewart: “Tutta la vita in una scatola”.
C’è quindi un filo rosso che riporta il lettore alla multimetafora dei bachi sa seta. È un leitmotiv sommesso che dà profondità e originalità al libro.
Tom, sofferente di cuore, muore compiendo un gesto simbolico che vuole incitare Joseph a credere nel mutare della cattiva sorte con apertura al miracolo, proprio nel momento in cui suo padre è stato dato per disperso in una frana nella lontana Nuova Guinea e il ragazzo non è capace di sperare che sia vivo.
Carla Poesio
(da LiBeR 80)