Lauren Brooke; trad. di G. Masoero
Einaudi Ragazzi, 2008, p. 160
(Storie e rime)
€ 8,50 ; Età: da 9 anni
Ritorno a casa racconta di Marion Fleming ha il grande dono di entrare in contatto con i cavalli gravemente maltrattati, trascurati, abbandonati, stabilendo con loro un rapporto di fiducia e di intesa. La figlia adolescente segue con grande passione il lavoro della madre nel centro di recupero di Heartland dove vicino ai cavalli stanziali ci sono quelli malati che, guariti, torneranno ai proprietari o saranno affidati a persone che avranno cura di loro in una sistemazione definitiva. Mentre madre e figlia, durante un temporale, cercano di portare in salvo uno stallone rubato, un albero si abbatte sul trailer uccidendo Marion.
La figlia si crede colpevole perché è lei che ha insistito per andare a salvare il cavallo. Il nonno e la sorella, che è tornata da New York dove ha un prestigioso lavoro in banca, cercano inutilmente di farla uscire dall’apatia e dal dolore in cui è immersa. Amy non sopporta la sorella che cerca di mettere a posto i conti e cambiare le cose perché Heartland si possa salvare. La ragazzina vorrebbe che la sorella rimanesse, ma nello stesso tempo lasciasse tutto come quando c’era la madre.
Il conflitto fa diventare Amy sempre più egoista e litigiosa finché non si accorge di aver ereditato il dono della madre per ridare la salute mentale e fisica agli animali ammalati. Capirà anche la sorella, che dietro la sua praticità nasconde tanta sofferenza, dibattuta tra restare o tornare al suo lavoro. Lou rimarrà a casa, ma per quanto tempo? E perché fa dei programmi sempre nuovi per salvare il centro di recupero?
Il secondo volume, Dopo la tempesta, narra ancora delle riserve di Amy per le innovazioni e la sua testardaggine nel voler recuperare lo stallone coinvolto nell’incidente che è diventato aggressivo e violento. La ragazzina, malgrado il pericolo, riuscirà ad aiutarlo a guarire dall’odio e dalla paura, salvando anche se stessa dallo sconforto. La vicenda è molto interessante per l’argomento trattato, che ci ricorda il film L’uomo che sussurrava ai cavalli, ma è notevole anche per gli intrecci familiari, il ruolo di amici sinceri, l’introspezione nell’animo umano e in quello degli animali feriti e per la speranza che dà di superare paure, sconforto e dolore. I racconti sono sostenuti da un linguaggio stringato,vivace, colloquiale, che coinvolge il lettore facendogli rivivere con immediatezza gli avvenimenti descritti.
Maria Letizia Meacci
(da LiBeR 80)