Io, Ulisse
Enrico Cerni, Francesca Gambino,
ill. di Marco Paci
Coccole books, 2018, 128 p.
€ 11,90 ; Età: da 10 anni
Siamo abituati a considerare Ulisse dal punto di vista scolastico, a partire da Omero, uno dei caposaldi della nostra cultura, ma già Dante ne volle fare un eroe a suo modo moderno e di recente ci hanno provato Baricco e Nucci. Cerni è un veneziano, studioso di comunicazione e innamorato delle tradizioni umanistiche, benché formatore assicurativo. Vivace, versatile, si muove con agilità nel mondo della comunicazione attuale e vuole avvicinare i ragazzi al personaggio e alla sua storia facendone uno di noi, che racconta con parole di oggi le sue vicende di migrante involontario e alterna la prosa a momenti di poesia, perché le parole della poesia sono complementari a quelle della narrativa. L’autore è reduce da un’operazione ancora più ardita: ha riscritto il poema dantesco in ottonari, La divina avventura (sempre per Coccole books) ottenendo costanti successi di mercato. Qui Ulisse narra la sua storia essendo ormai a Itaca, già anziano, e lo fa con piglio tranquillo: il destino ha mutato i suoi piani, la vita lo ha trascinato suo malgrado in avventure che lo hanno messo alla prova, ma si è districato grazie a una certa astuzia nativa. Gli dei ci sono, sul suo cammino, ma la loro presenza è talvolta legata a singole capacità, oppure compaiono da un mondo parallelo, per dare una mano. Lo crediate o no, i miracoli ci sono anche oggi e persino le visioni. Il viaggio porta Ulisse a contatto con gente diversa: buoni e cattivi, principesse e porcari, in una straordinaria galleria di umanità. Il volume è editorialmente perfetto: caratteri ad alta leggibilità, giusta spaziatura, illustrazioni in bianco e nero di buona firma; formato di poco più grande dell’abituale tascabile, cartonato, a sottolineare che dovrà durare. Bisogna precisare che il libro è fatto a due mani, Cerni lo ha scritto insieme alla moglie, Francesca Gambino, docente universitaria di Filologia Romanza, ora alla Ca’ Foscari di Venezia, che già ha condiviso con lui l’esperienza dantesca. Sarebbe stata utile una piccola appendice con le notizie essenziali, sul testo e sugli autori, ma l’editore ha preferito evitare ogni sapore didattico, anche se il riconoscimento europeo del valore insopprimibile dei licei classici è un dato di fatto da non ignorare.
Teresa Buongiorno
(da LiBeR 122)