I cinquant’anni del Sessantotto, movimento nazionale e mondiale, è stato ricordato con numerose iniziative, fra cui la pubblicazione di libri, saggi storico-sociali, memorie. Edgar Morin lo aveva riassunto in due parole: gioventù e ribellione. I giovani del mondo occidentale e sviluppato si erano trovati stretti da vecchie regole e le avevano violate (con il senno di poi si potrebbe rimproverarli di non aver saputo elaborane nuove). Il fenomeno, incubato per tutti gli anni ’60, era poi esploso dai campus americani alle università europee, compresi i Paesi comunisti, fino al Giappone.
In Italia il Movimento fu particolarmente forte e diffuso. Detti colma la lacuna di una narrazione per adolescenti con un titolo evocativo che presenta un francobollo piccolo, ma significativo ed esemplificativo, di quel grande arazzo della storia attraverso una vicenda personale.
Francesca si risveglia in ospedale dopo un lungo coma senza ricordare più niente, i familiari, le amiche, un fidanzato, che cosa le è successo. A poco a poco la memoria torna attraverso episodi isolati e poi sempre più collegati. Un carattere forte e ribelle spesso controcorrente rispetto alla famiglia (molto unita ma tradizionalista), la scuola, l’ambiente; l’università a Roma; la partecipazione al movimento, le assemblee, le manifestazioni, gli scontri, l’innamoramento, un colpo alla testa. La storia è raccontata su più piani temporali, nel 1968 in tempo reale e nel 1998 dal fratello Arturo alla figlia Lorenza quindicenne che vuole sapere di questa sua zia così bella e “stravagante” che dicono le somigli tanto. Detti più che ai fatti strettamente storici, peraltro rigorosamente rispettati(in appendice c’è anche una breve e accurata nota cronologica 1967-1970), è interessato a ricostruire le atmosfere, le emozioni, gli ideali di una generazione, forse ingenui e smisurati, ma potenti per passioni. Non solo l’eskimo, il poster del Che, un ragazzo che amava i Beatles e i Rolling Stones e finì in Vietnam, Valle Giulia, ma anche il sogno di dare l’“assalto al cielo” e, insieme, la nostalgia per i paesaggi della Maremmae per i suoi cavalli bradi e ribelli come Chicca e Lorenza.
Fernando Rotondo(da LiBeR 122)