A tutti, buonanotte…
Chihiro Ishizu, ill. di Komako Sakai;
trad. di E. Scantamburlo
Babalibri, 2018, 22 p.
€ 8,50 ; Età: da 18 mesi
Il testo di questo piccolo libro cartonato è essenziale ed è corredato da splendide illustrazioni. Si tratta di una “storia della buonanotte”, appartiene cioè a quel genere di libri pensati per rilassare il bambino e predisporlo al sonno. Libri di questo tipo non sono focalizzati sull’azione né sull’accentuazione delle caratteristiche fisiche delle cose, ma presentano gli oggetti che circondano il bambino secondo una lineare sequenza.
Non sono libri facili da scrivere, perché la loro semplicità può disarmare perfino lo stesso scrittore e apparire banale all’adulto, tuttavia i bambini li apprezzano oltre ogni dire. Appartiene allo stesso genere Buonanotte luna (Nord-Sud edizioni, 2017), che elenca gli oggetti di una stanza e poi li nomina una volta ancora salutandoli, uno a uno. Il ritmo pacato e la sinfonia dei suoni della lingua lo hanno reso una perfetta “storia della buona notte”, amatissimo negli Stati Uniti, continuamente pubblicato da oltre settant’anni.
Più breve di quello, anche questo di Sakai e Ishizu dà la buonanotte agli oggetti e agli animali che appartengono allo spazio domestico: una farfalla, due gattini, quattro mele, un trenino di legno. È tutto. Eppure è un sublime inno alla quotidianità, che si dipana in un ritmo binario: “Flap… flap… vola la farfalla. / Poi si ferma su un fiore. Buonanotte, farfalla!” – e procede così per ogni elemento, con i versi e i suoni di ognuno (miao per i gattini, ciuff ciuff per il trenino), per concludersi con la piccola protagonista Haruko che va a dormire con il suo orsetto: “Buonanotte, Haruko!”.
Nella doppia pagina il testo sta a sinistra, le illustrazioni a destra: sono delicatissime. Komako Sakai utilizza con magistrale abilità i colori tenui (giallo chiaro, lilla, celeste, rosa) che, in questo caso, accentuano il tono pacato e dolce del testo, mentre lo stile realistico delle figure è adeguato ai piccolissimi, che della raffigurazione verosimile necessitano per meglio assimilare le caratteristiche fisiche del mondo. È in realtà un omaggio alle piccole cose e finisce per illuminarle di una intensa luce. Ci appaiono per quel che sono: una meraviglia.
Angela Dal Gobbo
(da LiBeR 122)