Roger Olmos
Logos, 2018, 48 p.
(CBM)
€ 18,00 ; Età: da 5 anni
Lucia è il secondo libro di una collana con cui logos edizioni e CBM Italia intendono raccontare la disabilità secondo una nuova prospettiva, attraverso storie di grande potenza visiva e concettuale.
Dopo Blind. Dal buio alla luce di Lorenzo Mattotti, l’universo di Roger Olmos ci conduce nella quotidianità fuori dall’ordinario di una bambina non vedente, Lucia. Il lettore accompagna la protagonista lungo il tratto di strada che da casa la porta a scuola ogni mattina. Le primissime immagini, avviluppate in tinte pallide, sembrano rimandarci l’impressione esitante che spesso abbiamo davanti a una persona non vedente: dove sta andando? Non ha paura? Sembrano chiedersi i personaggi alla fermata dell’autobus. Lucia non ha appreso a conoscere il mondo secondo i nostri parametri, i suoi occhi sono chiusi sulla realtà così come noi la conosciamo ma questo non significa che siano aperti sul buio. È ciò che immagina Roger Olmos: lo spazio vuoto lasciato dall’assenza della vista si fa quindi rielaborazione fantastica, scaturita dagli stimoli acutissimi degli altri sensi. Un concetto già solcato da Jimmy Liao con La voce dei colori ma interpretato da Roger Olmos in modo personalissimo e suggestivo. I suoni, gli odori, la dimensione tattile della vita diventano per Lucia le coordinate immaginifiche di un universo grottesco e coloratissimo, plasmato dalla sola forza dell’immaginazione, ed è così che un semplice cancello, sfiorato dal tocco di un rametto o attraversato dal soffio del vento, si trasforma in strumento musicale. Le tinte pallide lasciano presto il posto a un’esplosione di colori e a potenti metafore illustrate che mirano a scindere la disabilità dall’oscurità che istintivamente le attribuiamo. Non solo, Lucia è sì la rappresentazione poetica del mondo di una bambina non vedente ma è anche incarnazione di un tipo di sguardo che tutti noi “vedenti” dovremmo imparare a esercitare: quello autentico sull’altro perché indipendente dalla pura apparenza. È proprio nell’assenza di sguardo che l’autore sembra riconoscere lo sguardo per eccellenza, quello capace di vedere oltre i preconcetti. Un’idea che nel mondo della tirannia dell’immagine è quanto mai urgente trasmettere a grandi e piccini.
Isabella Del Monte
(da LiBeR 119)
(da LiBeR 119)