Gek Tessaro
Fanucci, 2008, p. 64
(Kids)
€ 12,00 ; Età: da 6 anni
Giuliano, potente uomo d’affari, è quel che si dice un tipo dalle mani bucate. Nulla sfugge all’inesorabile legge del suo portafoglio: non il più piccolo sasso, non l’immensità degli oceani. Il sogno di Giuliano è diventare, prima o poi, il padrone assoluto di ogni cosa sulla terra. Ma il giorno in cui questo desiderio si avvera, il nostro magnate si sente triste e confuso: su cosa potrà riversare le sue brame e il suo denaro, ora che tutto è già stato da lui acquistato? Lo smarrimento di Giuliano dura poco, il tempo di guardare in alto e accorgersi che il cielo deve essere ancora conquistato. Così, affascinato da un gruppo di nuvole, le compra immediatamente. Quale sorpresa è per lui scoprire – sopra la sua proprietà sospesa in aria – un grande tendone e, al suo interno, “giocolieri, pagliacci e altra strana gente”. Giuliano trova un circo sulle sue nuvole e si sente felice come non mai: forse crede di poter diventare ancora più ricco vendendo i biglietti degli spettacoli; o ritiene che il vero affare consista non tanto nell’aver comprato nuvole e tendone, quanto in quella gioiosa, bizzarra, varia e strana gente che ci vive e lavora, da cui si sente attratto. Ma un improvviso acquazzone spazza via in un attimo nuvole, circo e strana gente, e con essi l’ebbra felicità di Giuliano che tornerà alle sue solitarie speculazioni finanziarie. Come nelle più celebri favole, anche Il circo delle nuvole si conclude con un’esplicita morale: “non tutto si può comprare”. E ciò che Giuliano non potrà mai comprare né trovare al di fuori di sè, è la gioia e il significato del suo stesso vivere, da ricercare attraverso un profondo e mai esaurito “lavoro” di ricerca interiore che non può essere demandato ad altri. Giuliano è appagato nel suo circo, ma ciò che lui sente è una felicità di seconda mano, il riflesso di quella di chi vede nel circo un’autentica ragione di vita. Le nuvole e la loro mutevolezza rafforzano la metafora del circo, simbolo di inafferrabilità, nomadismo, inquietudine e di alterità rispetto alla definita, statica e acquistabile realtà in cui vive Giuliano. Notevole prova per Gek Tessaro che – oltre alle splendide e vivaci illustrazioni che ricordano a chi scrive i colori e le atmosfere di Chagall – è autore anche di un accattivante testo in rima che ammicca al nonsense.
Sara Deriu
(da LiBeR 79)