Fabrizio Barbero, Marina Sutelli
B edizioni Design, 2008, p. 68
€ 16,00 ; Età: da 5 anni
I modi di dire affondano le loro radici nella tradizione di un Paese, e spesso assomigliano ad altri detti nati in luoghi e tempi diversi. Comparare qualità e difetti umani a certe peculiarità animali fa parte proprio di quei modi di dire nell’uso quotidiano del discorso.
Gli autori hanno scelto molti abbinamenti che riguardano la fisicità, ed altri il comportamento. Avere la vista acuta come un’aquila è contrapposto all’essere cieco come una talpa; blaterare come un’oca all’ essere muto come un pesce. È simile a una formica chi risparmia e chi spreca è uguale alla cicala. I cervelli di gallina si comparano agli sciocchi, mentre i furbi assomigliano alle volpi. Un coraggio da leone è detto per chi non ha paura come ne ha il coniglio. Sono solo alcuni esempi di un libro originale che ci fa assomigliare agli animali, come recita il titolo un po’ provocatorio, così come la copertina, reminiscenza fiabesca, che raffigura i suonatori di Brema: il gallo, il gatto, il cane e l’asino che hanno messo nel sacco i briganti. Le parole dei testi cambiano formato e colore, anche all’interno di una stessa parola, in un’alternanza di posizioni orizzontali, circolari, verticali, ondulate o su più piani. Si crea così un movimento che gioca su ampi spazi perché ogni animale ha due pagine a disposizione per manifestare la sua caratteristica. Il tutto crea curiosità, con la visione dei colori delicati o forti dei fondi che spesso sono “tagliati” su più piani a colori diversificati. Tutto è elaborato in maniera raffinata dal computer con le figure degli animali che appaiono spigolosi e con il corpo diviso da colori diversi. Elegante la figura della cicala, una delle illustrazioni più riuscite, come quelle che raffigurano il ventaglio della coda del pavone e il coccodrillo.
Capire che tutti siamo un po’animali può far comprendere che in fondo, certe caratteristiche che ci contraddistinguono appartengono a un mondo, che forse scientificamente non è proprio come lo si dipinge (per esempio è stato appurato che le galline non sono poi così stupide), ma che è più vicino all’umano di quanto non si creda. I lettori potranno giocare ai “modi di dire” applicandoli a se stessi, agli amici, ai compagni di scuola e... agli adulti.
Maria Letizia Meacci
(da LiBeR 79)