Federica Iacobelli
Motta Junior, 2007, p. 96
(L'occhiotattile)
€ 14,90 ; Età: da 12 anni
Dora, Bella e Clara, tre inquiete adolescenti parigine con velleità artistiche, si incontrano alle lezioni tenute da G., pittore, scrittore e uomo illuminato. Spronate dal maestro G. a coltivare i loro talenti in erba, a indagare il senso profondo dell'arte e il filo inscindibile che lega quest'ultima alla vita (la loro stessa vita, innanzitutto), le ragazze intraprendono assieme un viaggio nelle opere e nelle esistenze delle donne artiste di ogni epoca; un viaggio che durerà un’intera estate e che sancirà la nascita dell’amicizia e del sodalizio intellettuale tra Clara, Dora e Bella.
Essere donna e artista, dunque: quali e quanti sono stati, nella storia, i casi in cui questo binomio si è manifestato? Con quali esiti? È possibile scindere l’arte femminile da quella maschile? Quanto le artiste hanno seguito le orme dei colleghi uomini e quanto, invece, se ne sono allontanate? Qual è il posto che i manuali di storia dell’arte assegnano alle donne? Come è riuscita la donna, attraverso la sua opera, a confermare o confutare l’immagine che la società ha e ha avuto di lei?
Bella, Dora e Clara cercano di rispondere a queste e molte altre domande: visitano musei, si documentano su libri e manuali, osservano la realtà che le circonda, ma soprattutto discutono, si confrontano, condividono gusti e idee sull’arte e sulla vita delle più importanti (a volte neglette) artiste della storia. E tra le righe delle conversazioni (che avvengono perlopiù attraverso lunghe e-mail) emergono i loro sogni, l'entusiasmo e la paura di crescere, e una serie di domande comuni: riuscirò a trovare dentro di me il coraggio di essere artista? Riuscirò a esprimere me stessa attraverso l'arte, come hanno fatto Frida, Artemisia, Tamara e le altre? Quale sarà la mia arte?
Federica Iacobelli alterna con sapienza le voci dei protagonisti alle informazioni sulle opere e sulle vite delle artiste citate e alle riflessioni sul ruolo dell'arte per l'umanità, rendendo Uno studio tutto per sé un misto tra romanzo epistolare, compendio di storia dell'arte e piccolo saggio filosofico.
Il titolo è un esplicito tributo a Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf, saggio in cui la scrittrice rivendica la necessità – per le donne – di ritagliarsi uno spazio in cui esprimere e alimentare liberamente la propria creatività, la propria arte e ove poter, perciò, elevare la propria esistenza.
Sara Deriu
(da LiBeR 78)