Robert Sabuda; ill. di Matthew Reinhart
trad. di Mario Bellinzona
Fabbri, 2006, p. 12
€ 26,00; Età 7-9 anni
Se vogliamo farci un’idea di cosa accoglievano gli abissi marini all’epoca della preistoria ecco una lettura da non perdere. Squali e altri mostri marini è il secondo volume dell’Enciclopedia Preistorica di Robert Sabuda e Matthew Reinhart.
Tradotta da Fabbri, è un’opera singolare, un pop up ricco di imprevedibili e coloratissime immagini tridimensionali, che catturano da subito l’attenzione dei bambini attratti da queste sculture di carta di piccole dimensioni da maneggiare con molta accortezza.
Prima di addentrarci nelle arcaiche profondità degli oceani svelate dal libro, converrà tener presente che l’autore, Robert Sabuda, americano del Michigan, è stato un avido ascoltatore di storie e ha mostrato, sin da bambino, una spiccata attitudine alla manualità, tanto da trascorrere le sue giornate a incollare, ritagliare, piegare e disegnare. Propensione questa che ha contribuito a farne uno dei più affermati paper engineering di questo genere di libri amatissimo dai bambini.
La pubblicazione, pensata per la fascia della scuola primaria, e arricchita dalle illustrazioni di Matthew Reinhart, accompagna il lettore alla scoperta dei mostri che hanno popolato il mare nel mesozoico e in altre ere geologiche, facendogli toccare con mano anfibi, rettili e mammiferi del tempo. Accattivanti illustrazioni a tre dimensioni, ora nascoste dietro lembi da sollevare, ora emergenti a tutto campo dalle pagine del libro, propongono ciò che il mare ospitava prima che l’uomo popolasse la terra, suggerendo quasi implicitamente una riflessione sulla evoluzione biologica della specie.
Sfilano davanti ai nostri occhi il Megalodon, antenato dello squalo bianco, un colosso che poteva raggiungere una lunghezza di 15 metri, o il Metriorhynchus, parente del coccodrillo, che aveva la coda di un pesce e quattro pinne al posto delle zampe, o infine l’Archelon, una tartaruga gigante dalle dimensioni di un furgone, che pesava ben 4500 kg.
I racconti animati sui “mostri” marini non sono tuttavia fini a se stessi ma si inseriscono in una cornice di fedele ricostruzione storica che induce i bambini a familiarizzare con termini e concetti scientifici fondamentali. Completa l’opera un’aneddotica divertente, come i racconti sulla rivalità tra Edward Drinker Cope e Othniel Charles Marsh, paleontologi ottocenteschi protagonisti della “guerra delle ossa”. Essa, forse, ha il pregio di riportare il lettore alle prosaiche dimensioni della quotidianità.
Francesca Brunetti
(da LiBeR 75)