Esistono riscritture di romanzi e racconti, fiabe e storie, ed esistono riduzioni di “classici”. Le prima portano il sigillo del nuovo autore nella forma e/o nella trama, ad esempio con l’introduzione di personaggi nuovi e addirittura un diverso finale, ad esempio il Barbablù di Masini. Le seconde si limitano a riassumere la storia. Le une e le altre possono essere ottime o dignitose o cosucce alla buona, tirate quattro paghe per il lesso, direbbe Carducci. La nota fiaba di Perrault Il gatto con gli stivali, già presente nelle raccolte di Straparola e Basile, nella rivisitazione di Mariapaola Pesce presenta subito il biglietto da visita con la splendida e riassuntiva copertina di Lorenzo Carlacchiani: il gatto con scarponi, coppola e aria furbetta da mafiosetto e il padrone spaesato che gli chiede solo una minestra di piselli.
Ma l’astuto felino, seguendo la traccia del racconto originale, lo fa diventare Marchese di Carabas (a insaputa dell’interessato ovviamente), lo fa spogliare, immergere nel lago, gridare aiuto e recuperare da due tipi poco raccomandabili, i guardaspalle del boss della città. Il quale, a sua volta, per nobilitare la famiglia lo fa sposare (di malavoglia) con la figlia. Il finale è inatteso, spiazzante. Insomma, Perrault riveduto e corretto con molta ironia, con un senso dell’humour che può essere gustato dai grandi e anche dai piccoli, soprattutto.
In passato taluno ha accusato la fiaba di essere diseducativa perché esalta furbizia, mendacia, fraudolenza, arroganza. Ma Roberto Denti l’aveva difesa perché - diceva - in realtà il bambino si identifica con il gatto, che è piccolo e debole come lui davanti agli adulti, ma prevale sul gigantesco, fortissimo e cattivissimo orco, come dal basso vede i grandi che incombono dall’alto. In più, nel caso della brillante riscrittura di Pesce, che si avvale delle illustrazioni di Carlacchiani, nitide e con un tratto espressionista che si palesa via via che la storia procede, c’è il finale ironico e smitizzante che non lascia dubbi sulle intenzioni degli autori della nuova/vecchia narrazione: non vogliono essere educative e nemmeno trasgressive, ma volte a divertire con intelligenza e disincanto.
Fernando Rotondo (da LiBeR 134)
Tutta colpa di quel gatto
Paola Pesce,
ill. di Lorenzo Carlacchiani
Orecchio Acerbo, 2021, 28 p.
€ 13,00 ; Età: da 6 anni