Per celebrare una nuova nascita, il Signor John compie un rito antico di alto valore simbolico: pianta un seme. Il suo giardino diventa così testimone dei cambiamenti che segnano le tappe più memorabili della sua vita. Quando il primo albero cresce e diventa un bell’abete dritto e verde, i vicini si congratulano e lui risponde orgoglioso: “È l’albero del nostro primogenito”. Quando dal secondo seme si sviluppa una quercia graziosa e rotonda, lui dichiara fiero: “È l’albero del nostro secondo figlio”. Quando però dal terzo seme si genera un grande coso senza forma strano e molto diverso dai precedenti, i vicini rimangono perplessi e il Signor John, preoccupato, lo sposta nel retro della casa, lontano da sguardi indiscreti. Quanto pesa il giudizio degli altri sulla nostra felicità? Quanto veniamo condizionati dalle parole e dalle supposizioni di chi ci circonda? Gli anni passano, i primi due figli, crescendo, diventano bambini e ragazzi ammirati, estroversi, dai corpi agili e forti; il terzo ha un carattere riflessivo, silenzioso e solitario; nessuno lo nota quando si arrampica sul suo albero storto e senza nome. Le illustrazioni morbidamente acquerellate e senza tempo di Christine Davenie ci regalano incantevoli scorci di natura rimanendo sempre al di fuori del cancello della dimora del Signor John, da cui discretamente sbirciamo il suo mondo e quello del vicinato. Tutti i personaggi evolvono con il succedersi delle stagioni: gli adulti invecchiano, le giovani coppie formano una famiglia, i bambini passano dai giochi spensierati alle passeggiate mano nella mano. I segni del tempo hanno ricadute evidenti anche sul Signor John, che progressivamente perde i capelli, si appesantisce, ma acquisisce anche una saggezza e una disposizione d’animo più tranquilla che gli fanno finalmente aprire gli occhi su quel terzo figlio (e albero) trascurato e messo in disparte. Quello che gli è sempre sembrato un arbusto fragile e deforme, adesso si è trasformato in una pianta magnifica, potente e selvaggia, sui cui rami un ragazzo sorridente dagli occhi sognanti e il cuore aperto declama poesie e canzoni. Una storia ricca di metafore che ci parla di accoglienza, diversità e dell’unicità di ognuno di noi, insegnandoci l’importanza della pazienza e della resistenza.
Francesca Tamberlani (da LiBeR 124)
Il terzo figlio del signor John
di Nadine Brun-Cosme, ill. di Christine Davenier
trad. di M. P. Secciani
Clichy, 2019, 28 p.
€ 17,00; Età: dai 4 anni