Grazie alla collaborazione tra LiBeR e la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze dal 2006 la serie a stampa Libri per ragazzi della Bibliografia nazionale italiana si è trasformata ne La bibliografia nazionale dei libri per ragazzi, che esce come inserto redazionale di LiBeR. Dal 2008 la collaborazione si è estesa all’arricchimento del Nuovo soggettario.
Come valuta questa esperienza?
La collaborazione tra LiBeR e la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (BNCF), iniziata, come ricordato, nel 2006 con la redazione a stampa del fascicolo Libri per ragazzi della BNI, ha registrato in questo periodi dei momenti particolarmente significativi. Nell’ambito di un piano operativo più ampio, infatti, il fascicolo si è trasformato in un inserto redazionale che costituisce La Bibliografia nazionale dei libri per ragazzi e, in un passato ancora più recente, la collaborazione si è estesa alla implementazione del Thesaurus del Nuovo soggettario, attualmente il più importante strumento di indicizzazione semantica italiano, la cui realizzazione rientra tra i compiti istituzionali della BNCF, in quanto agenzia bibliografica nazionale.
Il progetto del Nuovo soggettario, che rinnova il Soggettario per i cataloghi delle biblioteche italiane, pubblicato fin dal 1956 dalla Biblioteca, ed è sostenuto dalla Direzione generale per le biblioteche, gli Istituti culturali e il diritto d’autore, ha prodotto, infatti, un Thesaurus – oggi consultabile sul web dalla postazioni della Biblioteca o liberamente sul sito web della BNCF all’indirizzo
Nel panorama editoriale italiano i libri per ragazzi costituiscono da almeno un ventennio una realtà importante, sia per la crescita considerevole che per l’innovazione dei prodotti. Quale ruolo può svolgere questa realtà nella politica bibliografica e nei programmi della Biblioteca nazionale?
Quando parliamo di libri per ragazzi ci riferiamo a oggetti estremamente diversi tra di loro: si va da racconti o romanzi pensati per un pubblico giovanile, alle edizioni rivedute dei classici per adulti, da libri di solo testo a libri illustrati, dai fumetti ai libri composti da sole illustrazioni per citare solo alcune tipologie. Del resto il libro per ragazzi è un settore in continua crescita ed evoluzione, molto più del libro per adulti. In seguito all’evoluzione dei linguaggi e al consolidarsi di sempre più nuove tecnologie, il libro per ragazzi sta vivendo da molti anni una fase di forte espansione, grazie anche a un mercato editoriale innovativo e interessante. Alcuni di questi prodotti si presentano con un perfetto equilibrio di materiali, colori e caratteri; altri sono dei prodotti di serie, dal contenuto effimero. Tuttavia ognuno di questi prodotti rappresenta un tassello nella storia della editoria e ci fornisce informazioni utili a tracciare un quadro della storia editoriale e culturale del nostro Paese.
Proprio per il loro valore storico questi libri andrebbero conservati e ci auguriamo che anche in Italia si arrivi ad avere, come negli altri paesi europei e non, un centro nazionale per la raccolta, lo studio, la promozione e la valorizzazione del libro per ragazzi.
A questo proposito vanno sottolineati due aspetti: da una parte il ruolo ricoperto dalla BNCF, garante, insieme con la BNCR, dell’Archivio nazionale della produzione editoriale italiana, ai sensi della normativa italiana sul deposito legale, dall’altro come negli ultimi anni sia andato maturando nella Biblioteca un nuovo approccio a tale materiale. Se è vero che negli anni passati la BNI includeva nella sua casistica di esclusioni una parte considerevole della produzione editoriale rivolta ai ragazzi, oggi si registra un crescente interesse a tale materiale, come dimostra la pubblicazione de La Bibliografia nazionale dei libri per ragazzi in collaborazione con LiBeR. In questa ottica, dunque, considerando sia che, accanto ai prodotti librari tradizionali, il mercato editoriale offre oggi anche molti supporti audiovisivi e digitali sia che la BNCF ha avviato da tempo progetti mirati alla conservazione di tali materiali – conservazione che, ricordiamo, richiede un notevole investimento in termini di risorse umane e finanziarie – potremmo oggi individuare nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze l’Istituto adatto a gestire tale compito.
Lei dirige la Biblioteca nazionale centrale di Firenze da pochi mesi. Vuole indicarci qualche progetto che ha in mente, considerando anche le difficoltà che caratterizzano il presente di molti istituti culturali nel nostro Paese?
Partendo dal presupposto che le biblioteche custodiscono la memoria storica della nazione e che la BNCF in relazione alla qualità e quantità del patrimonio conservato e alle differenti tipologie di supporti di tale materiale è sicuramente l’Istituto Bibliografico più importante del Paese, dovendo tracciare un suo percorso nel futuro prossimo ritengo che, se da una parte si porrà nella scia delle linee già tracciate dalle precedenti direzioni e dai suoi compiti istituzionali, dall’altra continuerà ad accettare le sfide proposte dal presente. La BNCF, pertanto, proseguirà nella redazione della BNI e nell’implementazione del Nuovo Soggettario così come continuerà a occuparsi della traduzione della CDD, porterà avanti il suo ruolo di Emeroteca Nazionale implementando le sue collezioni e recuperando, grazie alle nuove tecnologie digitali, quanto portato via dalla furia dell’Arno, si dedicherà come nel passato alla catalogazione e gestione del suo sempre più cospicuo e notevole materiale librario, documentario e storico-artistico, e in particolare del cosiddetto materiale minore, importantissima fonte di ricerca soprattutto nel campo della storia moderna e contemporanea e della civiltà in genere. D’altra parte investirà sempre di più non solo nella conservazione e nella tutela del patrimonio librario e documentario ma anche nella conservazione delle memorie digitali sia native originali sia prodotti di riproduzioni.
Nel primo caso, in particolare, si stanno indirizzando molti sforzi nel delineare itinerari storico-didattici, rivolti alle scuole e ai cittadini, che ripropongano sia in modo scientifico che in modo divulgativo l’affascinante mondo della nascita del libro quale manufatto, testimone delle civiltà che lo hanno prodotto, in un excursus che va dal manoscritto al fumetto, ma anche tracciando linee guida per la tutela e la salvaguardia delle collezioni in caso di cataclismi, a partire dal fenomeno, ovviamente, dell’esondazione dei fiumi.
Nel secondo caso, la BNCF è impegnata, insieme con la BNCR e la Biblioteca Nazionale Marciana, in un progetto di fruizione e conservazione delle memorie digitali denominato “Magazzini digitali”, che ha come scopo accanto alla consultazione di tale materiale anche la sua conservazione in depositi certificati, che rispondono a determinati requisiti di sicurezza e di qualità. La BNCF ha anche accettato la sfida dei nuovi strumenti mediatici. Le biblioteche sono del tutto consapevoli che internet non distruggerà né renderà inutili i servizi da loro offerti poiché sanno che una cosa è l’informazione veloce, immediata e di consumo soddisfatta dalla rete, un’altra è la ricerca, l’informazione profonda e duratura, che porta con sé l’elaborazione concettuale, per la quale è indispensabile il contatto diretto, materiale con l’oggetto libro. Quindi anche i recenti progetti che vedono impegnata la BNCF nel settore della digitalizzazione di parte delle proprie raccolte, e in particolare il Progetto ProQuest e il Progetto Google, avranno come fine la disponibilità e la visualizzazione in rete di tale patrimonio e non solo della stringa di ricerca, ma il libro non potrà mai essere sostituito nella sua materialità, elemento base di ogni tipo di ricerca insieme con l’analisi catalografica e bibliografica. Pertanto i due diversi approcci saranno complementari ma non alternativi. Il problema più difficile da risolvere, al di là dei tagli ai bilanci dovuti al contenimento della spesa, figlio di una più generale e diffusa crisi economica mondiale, ritengo sia la diminuzione degli organici. Oggi la BNCF conta solo 180 unità di personale, in rapporto alle 400, che ne costituivano l’organico, dato in continuo calo per i pensionamenti. Viene così a mancare quel processo di affiancamento, essenziale per il mondo culturale, che rendeva possibile la trasmissione orale delle conoscenze dall’esperto al giovane. D’altra parte, poiché chi lavora nei beni culturali è affetto dalla malattia incurabile dell’entusiasmo e della passione e dell’attaccamento al servizio al pubblico, si registra sempre di più nelle nostre biblioteche un fenomeno di ritorno: i nostri pensionati ritornano il giorno dopo a lavorare, a fare servizio di volontariato assicurando, così, la non interruzione di quella trasmissione del sapere. Questo insieme all’impegno, alla dedizione e alla voglia di andare avanti di chi lavora ogni giorno in situazioni spesso difficili, fanno ben sperare per il futuro delle biblioteche nel nostro Paese. E in questo quadro la BNCF rientra in pieno.
(da LiBeR 91)